E' stato firmato questa mattina, nella sede del Palazzo centrale dell'Università di Catania, l'accordo di transazione che consente, per l'anno accademico 2010-2011, il mantenimento dell'offerta formativa dell'Ateneo catanese nel capoluogo ragusano, in attesa dell'istituzione (a partire dal 2011-2012) del Quarto polo universitario pubblico siciliano.
Il documento (in allegato) è stato sottoscritto dal rettore Antonino Recca, dal sindaco di Ragusa Nello Dipasquale, dal presidente della Provincia regionale di Ragusa Franco Antoci e dal vice-presidente vicario del Consorzio universitario ibleo Giovanni Battaglia, e nelle prossime ore sarà controfirmato dal rappresentante del Ministero dell'Università, Gianni Bocchieri. All'incontro erano presenti anche il direttore amministrativo dell'Ateneo catanese Lucio Maggio, i presidi delle facoltà di Giurisprudenza, Vincenzo Di Cataldo, di Agraria, Agatino Russo, e di Lingue e letterature straniere, Nunzio Famoso, quest'ultimo insieme ai professori Antonio Pioletti e Nunzio Zago e ai docenti Giacomo Pignataro e Giuseppe Cozzo, delegato alla Didattica.
"Ci tengo a ringraziare - ha osservato il rettore Antonino Recca - il presidente uscente del Consorzio ibleo, Giovanni Mauro, per il suo impegno, anche in sede ministeriale, che ci ha consentito di arrivare alla stipula di quest'accordo, e soprattutto per l'ormai imminente istituzione di una nuova università statale autonoma che coinvolga le sedi di Ragusa e Siracusa, pur in un momento di scarsità di risorse, così come noi stessi avevamo auspicato quasi un anno fa come unica soluzione per il problema dei decentramenti. Abbiamo partorito una soluzione equilibrata e saggia, che ci vede ancora impegnati nel territorio ragusano in prima persona, attraverso il cofinanziamento di corsi di studio di qualità e la possibilità di collaborare attivamente nella definizione dell'offerta formativa del futuro ateneo".
"Esprimo grande soddisfazione - ha aggiunto il presidente Antoci -. Oggi mettiamo una pietra sulle polemiche del passato, sottoscrivendo un accordo che, oltre a garantire una regolare presenza universitaria di qualità nel nostro territorio, traccia un futuro positivo per l'Università a Ragusa. Dal nostro punto di vista, continueremo a considerare l'Università di Catania come punto di riferimento al quale guardare per costruire la nostra proposta per la nuova istituzione accademica".
"Hanno vinto il buon senso e la capacità di fare sintesi - ha commentato il sindaco ibleo Nello Di Pasquale -. Gli enti del nostro territorio hanno creduto sempre in questo risultato, impegnando finanziamenti, strutture e progettualità, pur in un momento molto difficile per quanto riguarda la disponibilità di risorse pubbliche, e al Consorzio va riconosciuto il ruolo di motore propulsore di questa operazione".
Infine, il vicepresidente del Consorzio Gianni Battaglia ha sottolineato alcuni punti dell'attività svolta sin dall'inizio: "Il nostro mandato ci richiedeva di tentare di proseguire un proficuo rapporto con l'Università di Catania e al tempo stesso di porre le basi per avviare una nuova esperienza con l'assenso delle altre università siciliane. A nostro avviso, la convenzione firmata oggi contempla entrambi questi aspetti, guardando con decisione ed ottimismo al futuro".
"Mettiamoci a lavorare subito - ha esortato il preside di Giurisprudenza Di Cataldo -. Gli obiettivi ambiziosi che ci siamo prefissi richiedono lo stesso impegno che tutti hanno dimostrato nelle ultime settimane, altrimenti non si riuscirà a consolidare quanto messo in cantiere". Concetto, quest'ultimo, sottolineato anche dal preside di Agraria Russo, che arriva ad ipotizzare una vera e propria "road-map", per fare in modo che il Quarto polo sia "una scommessa vincente e porti il nuovo ateneo ad essere competitivo". "Garantisco la massima collaborazione personale e della facoltà al progetto che si sta avviando oggi - ha concluso il preside di Lingue Nunzio Famoso -, affinché Ragusa possa contare su un autorevole apporto di competenze ed intelligenze per la facoltà che si vuole costruire. Posso affermare che non c'è mai stata in alcuno la volontà di penalizzare la sede di Ragusa, pur nella diversità di prospettive che si sono sostenute, ma quella di ricercare una soluzione atta a non penalizzare oltre misura anche il territorio catanese".