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Ateneo

Collaborazione Università - Guardia di Finanza

Al via controlli sistematici per assicurare la correttezza delle dichiarazioni reddituali degli studenti

 
 
18 giugno 2010
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La Guardia di Finanza e l'Ateneo catanese collaboreranno per avviare un'operazione di verifica amministrativa sistematica sulla conformità dei dati relativi al reddito e al patrimonio dei nuclei familiari contenuti nelle autocertificazioni reddituali presentate dagli studenti al momento dell'iscrizione all'Università. Ciò al fine di individuare potenziali evasori, specie tra quelli che dichiarano un indicatore della condizione economica del proprio nucleo familiare da zero a 35 mila euro (quasi il 68% sul totale degli iscritti) e accedono così a benefici ed agevolazioni a danno sia dei conti dell'Ateneo sia degli altri studenti in effettive condizioni di bisogno.

L'avvio di questa sinergia ancora più stretta fra la GdF e l'Ateneo è stato annunciato questa mattina, nei locali del Palazzo centrale dell'Università, dal comandante provinciale, il Generale di brigata Ignazio Gibilaro, e dal rettore Antonino Recca.

"Stiamo parlando, infatti, della possibilità di andare a individuare veri e propri reati penali - ha spiegato il generale Gibilaro -, poiché da falsità di dichiarazione a pubblico ufficiale si può facilmente giungere fino alla frode fiscale. Da diversi anni la Guardia di Finanza, anche in funzione del ruolo di polizia economica e finanziaria che le è stato attribuito dalla normativa, esercita una rigorosa azione ispettiva e sanzionatoria nel settore delle cosiddette 'prestazioni sociali agevolate'. Rientrano certamente fra queste le agevolazioni e i vari benefici che spettano agli studenti universitari che autocertificano di avere un basso reddito. Questa attività operativa, sulla quale riconfermiamo il nostro impegno, ha, da un lato, lo scopo di tutelare e sostenere gli enti pubblici che manifestano l'esigenza di contrastare gli illeciti che scaturiscono da false dichiarazioni, e che a causa di queste sono costrette a patire per mancate entrate e maggiori oneri. Dall'altro il compito è quello di assicurare la percezione dei benefici a coloro i quali ne hanno effettivo diritto. Nei casi più eclatanti di evasione accertata, tali controlli incrociati ci consentiranno di estendere ed approfondire ulteriormente le verifiche, allo scopo di misurare la reale capacità contributiva dei soggetti destinatari".


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I controlli saranno, infatti, concentrati in particolare su quelle categorie di iscritti le cui dichiarazioni potrebbero essere caratterizzate da elevati indici di anomalia ai fini fiscali, finalizzati al conseguente improprio godimento di "prestazioni sociali agevolate", quali borse di studio, posti letto, esenzioni, ecc. "Il gruppo di esperti dell'Ateneo che quest'anno ha lavorato alla rimodulazione delle tasse - ha sottolineato il rettore Recca -, ha effettuato una stima della distribuzione del gettito proveniente dalle tasse degli studenti per il prossimo anno, accorgendosi che il 25% degli oltre 60 mila iscritti dichiara da zero a 15 mila euro, e un altro 42% da 16 mila a 35 mila euro. Questo dato, che può suscitare non pochi sospetti, ovviamente ci penalizza fortemente. Emerge infatti che da quasi il 70% degli studenti, proviene soltanto il 40% del gettito complessivo per l'Università: tutto il resto proviene dal 32% che dichiara redditi da 36 mila euro in su, molti dei quali fanno riferimento a nuclei familiari con redditi accertati da busta-paga".

Le attività sistematiche di verifica, che saranno oggetto di un protocollo d'intesa d'imminente stipula predisposto sulla scorta di precedenti esperienze già realizzate in altri atenei, saranno condotte nel pieno rispetto della normativa in materia di protezione della privacy e dovrebbero, inoltre, costituire un forte deterrente rispetto alla tentazione di presentare false autocertificazioni reddituali.