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Proposte per la città del futuro

Un'iniziativa per l'Onu nell'aula magna 'Oliveri' d'Ingegneria

 
 
18 febbraio 2010
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"La città, oggi, è un tema affascinante e scottante, reso ancora più problematico dalla crescente presenza di gente di etnia, razza, religione, cultura differenti. Sembra quasi un''Isola che non c'è', metafora di qualcosa, di un'utopia concreta di felicità che tutti cerchiamo e la possiamo trovare soltanto inventando il nostro futuro, a partire dal nostro passato, e le nostre speranze radicate nelle tradizioni proiettate in avanti. Un non luogo a cui diamo forma architettonico-urbanistica, prima attraverso le nostre idee, dopo, con i nostri progetti e, infine, con la nostra esistenza e conoscenza". Così il prof. Corrado Beguinot, urbanista e presidente della fondazione 'Aldo della Rocca' ha introdotto il worskhop sul tema 'Racconto di un'iniziativa. La città inter-etnica: ragioni, rimedi e intraprese' che si è tenuto giovedì scorso nell'aula magna 'Oliveri' della facoltà d'Ingegneria.

Un incontro operativo, promosso sotto l'egida dell'Onu, con l'obiettivo di raccogliere idee e proposte da studiosi di varie discipline, per giungere all'elaborazione di un 'documento' italiano sul futuro possibile (e auspicabile) delle città del Terzo millennio e sulle loro problematiche, aperto a "tutti coloro che sono interessati alla problem(e)tica della città e a dottorandi e studenti", come ha ricordato il prof. Francesco Rizzo, docente di Economia nella facoltà e animatore della manifestazione. Tutti i Paesi del mondo partecipanti all'iniziativa stanno, infatti, contemporaneamente formulando un proprio manifesto. I documenti saranno assemblati e unificati in sede nazionale e internazionale e riassunti e sintetizzati in un documento-proposta che l'Onu farà suo con eventuali aggiunte o detrazioni. In Italia, il prof. Beguinot ha istituito in alcune città, fra cui proprio Catania, dei cosiddetti 'centri-luce'.

Al gruppo di lavoro catanese hanno preso parte docenti di diverse facoltà e con competenze scientifico-disciplinari eterogenee e specifiche (discipline urbanistiche, ingegneristiche, economiche ed umanistiche) e alcuni rappresentanti del mondo imprenditoriale. Tra questi, i professori Giuseppe Giarrizzo, emerito dell'Ateneo catanese e Accademico dei Lincei, e il prof. Benedetto Matarazzo, Gold Medal dell'International Society on Multiple Criteria Decision Making. Dopo gli indirizzi di saluto del preside d'Ingegneria Luigi Fortuna, anche in rappresentanza rettore Antonino Recca, e del preside di Architettura, Giuseppe Dato, il prof. Rizzo ha introdotto i lavori ringraziando i numerosi intervenuti e, in modo particolare, il rettore, il preside della facoltà, e la fondazione della Rocca, che hanno reso possibile l'evento catanese.

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Beguinot ha esposto le motivazioni, caratteristiche e modalità di fondo dell'iniziativa, ponendosi immediatamente l'obiet¬ti¬vo di rispondere alle domande che "la società avanza e a cui la città non risponde, impedendo di fatto che la multi-etnia possa diventare inter-etnia. Anzi, quest'ultima, aumenta la produzione di entropia aggravando alcuni dei suoi problemi che possono diventare irreversibili". Quindi ha sottolineato la necessità di "approfondimenti, proposte e condivisione per assumere la responsabilità di stimolare un impegno dell'Onu a proposito della questione urbana, affinché diventi la problematica più significativa del secolo, appena iniziato. In tal caso è indispensabile raccogliere la disponibilità dei saperi per la preparazione del contributo italiano che deve essere realizzato dall'intellighenzia del nostro Paese. Di questo hanno particolarmente bisogno i giovani che debbono e vogliono imboccare una strada nuova. È necessario creare un movimento di opinione sul tema della questione urbana, dato che la realizzazione del principio filosofico della città cablata potrebbe abbattere le pseudo-concezioni che risolvono a valle del loro sviluppo, e non a monte".

È seguito un dibattito al quale hanno partecipato gli urbanisti Paolo La Greca e Piera Busacca, l'architetto Giacomo Leone, l'ordinario di idrologia Giuseppe Rossi, il teologo mons. Leone Calambrogio, il prof. Matarazzo, il direttore della STmicroelectronics, Carlo Marino e il prof. Giarrizzo. Quest'ultimo, fra l'altro, ha fatto alcune articolate riflessioni-osservazioni sull'utopia, come "concetto e/o disegno di vita", sui mutamenti al peggio e al meglio, sull'evoluzione-selezione nel darwinismo, sull'im¬por¬tan¬te chiave storiografica del concetto di decadenza - "collegata alla selezione dei peggiori" -, sui problemi dei mutamenti e dell'utopia che accompagnano i processi di costruzione, sulla "lezione delle cose e sul rischio che si corre quando si fa coincidere il progresso scientifico-tecnologico con una condizione generale di progresso". I lavori, molto intensi e proficui, si sono conclusi con una puntuale replica di Beguinot e con il suggerimento "a fare nostra l'armonia del disaccordo", di Rizzo.