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I primi 25 anni di Biologia animale

Una giornata di studi per celebrare un quarto di secolo di vita del "Marcello La Greca"

 
 
18 dicembre 2009
di Giuseppe Melchiorri
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Si è svolta oggi, nell'aula centrale della sede di via Androne, la giornata di studi per celebrare il 25° anniversario del dipartimento di Biologia animale dell'Università di Catania, intitolato all'insigne studioso Marcello La Greca.
All'incontro, dal titolo "Il dipartimento di Biologia animale dalle origini ad oggi", hanno partecipato l'attuale direttore della struttura Alfredo Petralia, il past-direttore Pietro Alicata e il past-preside della facoltà di Scienze dell'Università di Siena Romano Dallai.

Dopo l'indirizzo di saluto di Guido Li Volsi, preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Ateneo catanese, il prof. Petralia ha tracciato un breve profilo delle attività del dipartimento: "La decisione di organizzare l'incontro odierno nasce da due precise motivazioni: ripercorrere le esperienze di 25 anni di storia della struttura, le cui origini risalgono addirittura al 1853 quando venne creato il gabinetto di Zoologia, e riflettere insieme sulle sfide future che il Dipartimento deve affrontare. Le nostre esperienze passate rappresentano un valore e un'eredità che lasciamo ai nostri giovani studenti e ricercatori".

"Tracciare una storia del dipartimento - ha continuato - vuol dire avere chiara la consapevolezza della sua importanza come luogo dove si fa ricerca e dove si costruisce sapere. Qui, nell'ambito della biologia animale, è nata una vera e propria scuola catanese, avviata da Marcello La Greca, a cui la struttura è dedicata; dal filone storico di ricerca, finalizzato allo studio degli invertebrati, sono nati e si sono sviluppati altri importanti filoni: istologia, genetica, etologia, ecologia, biologia marina, indagini sulle aree protette, e altri".
"Il futuro, però, - ha concluso Petralia - è molto problematico e pieno di punti interrogativi; i nuovi indirizzi di governance, infatti, prevedono l'accorpamento di alcuni dipartimenti, e forse il nostro è uno dei candidati. Ma, qualunque sarà il destino della struttura, non si potranno mai cancellare i risultati raggiunti e il contributo dato in ambito scientifico".


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Il prof. Alicata è poi intervenuto ricordando l'opera di La Greca: "Arrivò a Catania nel 1959, quando ancora l'Istituto di Zoologia occupava una piccola parte dell'istituto di Chimica generale. Il suo arrivo determinò un cambiamento radicale; portò una ventata di diversità e di novità, anche perché si era formato in un contesto ben più grande della piccola realtà che era ancora il nostro Istituto di Zoologia. Contribuì al cambiamento del rapporto tra professori e studenti, che iniziarono a partecipare molto di più alla vita della comunità scientifica. Inoltre, fu grazie a lui se quella che ora è la prassi, vale a dire la ricerca sul campo, divenne centrale nell'attività dell'istituto. In particolare l'esplorazione delle grotte e lo studio della fauna cavernicola fu una sua attività consistente; si batté anche per l'istituzione del corso di laurea in Scienze biologiche".

"La Greca - ha affermato ancora Alicata - fu un innovatore in tutto: durante la contestazione studentesca del '68 propose agli studenti delle riunioni assembleari che lui stesso coordinava, al fine di stimolare il dibattito politico e scientifico; inoltre, fu il primo a proporre un cambiamento nell'organizzazione della struttura direzionale dell'Istituto".

Dallai ha invece parlato del ruolo del dipartimento nel panorama nazionale: "Si tratta di una struttura - ha spiegato il docente senese - che rappresenta un punto di riferimento per tutta la comunità scientifica nazionale. Questo non solo grazie all'eccelso lavoro di La Greca, ma anche grazie alle ricerche portate aventi con successo dai suoi allievi catanesi, che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali". Il past-preside dell'Università di Siena ha poi mostrato le sue preoccupazioni per il futuro: "Purtroppo le attuali riforme sembrano non riconoscere né il valore della ricerca di base né quello del capitale umano, soprattutto giovanile. Senza la ricerca di base il Paese non può progredire e sono i giovani ricercatori a farne le spese. La conseguenza è la fuga di cervelli".

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La giornata è proseguita con una tavola rotonda incentrata sul tema "Nuove prospettive per i dipartimenti  e la specificità della Biologia" alla quale hanno partecipato il preside Li Volsi, il presidente del Collegio dei direttori di dipartimento dell'Università di Catania, Gaetano Tomaselli, il past-rettore dell'Ateneo, Enrico Rizzarelli, lo stesso prof. Dallai e il presidente dell'Area biologica della facoltà di Scienze e direttore del dipartimento di Botanica dell'Università di Catania Pietro Pavone.

"Nel 1980 - ha affermato Li Volsi - un decreto del presidente della Repubblica istituiva ufficialmente i dipartimenti, delineandone obiettivi e finalità. Istituì alcune figure che non avevano specifici compiti di ricerca o didattici, come quella del segretario amministrativo, a dimostrazione che si trattava di strutture plurifunzionali e indipendenti. Oggi, con la riforma Gelmini, assumono un ruolo ancora più importante: sono i dipartimenti, infatti, che consorziandosi possono dare vita alle facoltà". "Queste strutture - ha concluso il preside - per svolgere al meglio i propri compiti devono migliorare il dialogo con il territorio circostante: le imprese, sia grandi che medio-piccole, possono tratte beneficio dai risultati scientifici raggiunti dai dipartimenti".

"Il dipartimento - ha fatto presente Tomaselli - è una struttura che eroga servizi di diverso tipo: nell'area della didattica, della ricerca e verso l'esterno. Il problema è capire chi debba pagare questi servizi. L'ideale sarebbe che a farsene carico fosse lo Stato, ma, se consideriamo che negli ultimi anni sono stati dati sempre meno fondi per la ricerca, al momento questa appare un'utopia. Le università quindi hanno bisogno di riorganizzarsi; devono andare verso un modello misto: essere finanziati in parte dallo Stato, ma devono anche essere in grado di trovare da sole i fondi necessari, attraverso il dialogo con il territorio". La giornata si è conclusa con gli interventi di Rizzarelli, che ha tracciato una panoramica della storia dei dipartimenti dal punto di vista legislativo e di Pavone, che ha evidenziato la necessità di una maggiore comunicazione fra le discipline scientifiche.