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Atenei

Proposte dai rettori di Aquis

Sistema universitario a "geometria variabile" e "autonomia collaborativa": "Tra gli indicatori di virtuosità anche la qualità dei bilanci"

 
 
25 settembre 2009
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Sulla difficile situazione delle università italiane è scesa in campo, qualche giorno fa, anche Aquis, l'Associazione per la qualità delle università italiane statali, con un appello firmato dai I rettori delle Università di Bologna, Chieti-Pescara, della Calabria, del Salento (Lecce), Milano "Bicocca", Modena e Reggio Emilia, Padova, Politecnica delle Marche, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Roma "Tor Vergata", Trento e Verona.
"Siamo di fronte a caratteri di criticità non più sostenibili - si legge nel documento -, è pertanto indispensabile e non ulteriormente differibile una forte iniziativa politica da parte di tutti i soggetti istituzionali interessati per evitare il definitivo collasso dell'intero sistema universitario italiano". Gli aspetti evidenziati dai rettori di Aquis riguardano i temi dell'autonomia, del modello di finanziamento degli atenei, del riordino e qualificazione dell'offerta formativa, della riforma del dottorato di ricerca, della mobilità tra atenei dei docenti e degli studenti, della ricerca e dei rapporti con le regioni e le banche.

In particolare, viene suggerito l'avvio di un "processo controllato e regolato di articolazione del sistema attraverso un'azione che stimoli e guidi una reale differenziazione per funzioni degli atenei italiani: non è possibile che 'tutti facciano tutto' senza che vi sia una sensata e concordata azione di individuazione dei risultati da conseguire a livello complessivo su base nazionale per il sistema-Paese. Attraverso un'interpretazione dell'autonomia che sappia divenire 'autonomia collaborativa' a livello di subsistemi macroregionali o, in taluni casi, regionali". Per i rettori di Aquis, il tema del modello di finanziamento degli atenei dovrà pertanto essere affrontato alla luce della concezione di un "sistema a geometria variabile" nel futuro prossimo, ma è indispensabile un immediato intervento di razionalizzazione della situazione attuale che è insostenibile: "Alla fine di settembre del 2009 gli atenei - denuncia Aquis - non hanno ancora avuto l'assegnazione del Ffo per l'anno in corso, e dovranno fare il bilancio di previsione per il 2010 entro i prossimi due mesi. Senza la certezza dei tempi finanziari non è pertanto possibile governare le università".
 
"In questa fase - continua il documento - la politica del Governo sull'università appare contraddittoria, perché proprio nel momento in cui chiede un maggior impegno sul piano della qualità agli atenei e chiede loro di condividere una linea di innovazioni normative che stabiliscono logiche di tipo 'premiale' che inevitabilmente prevedono connessi interventi sanzionatori sul piano del finanziamento delle singole università, riduce l'impegno complessivo del Paese per formazione superiore e ricerca universitaria attraverso i 'tagli' del finanziamento complessivo del sistema". Aquis chiede pertanto al Governo di rivedere la propria posizione sulle riduzioni dei fondi alle università, rinviandone l'attuazione per attendere i risultati delle nuove valutazioni della ricerca avviate dal Civr, in attesa che si possa ridefinire un modello "a regime" una volta superata la fase di emergenza economica del Paese. Ciò consentirebbe avere a disposizione dati più recenti e attendibili da utilizzare per una seria valutazione della ricerca insieme a quelli - da riordinarsi - per una valutazione della didattica, per giungere alla definizione di un modello "a regime" che tenga conto anche dei criteri adottati per la assegnazione del 7% dell'Ffo: "Andranno altresì più adeguatamente considerati altri parametri "qualitativi" - aggiungono i rettori di Aquis - come la qualità dei bilanci delle università, poiché il modo in cui si gestiscono le risorse non è un fatto puramente tecnico e quindi non può essere sottovalutato".

In allegato: il documento integrale Aquis