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Ricerca & Sviluppo

Le biotecnologie siciliane in vetrina ai Benedettini

Confronto fra ricercatori, aziende e istituzioni per lo sviluppo del settore

 
 
20 giugno 2009
di Mariano Campo
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* ha collaborato Irene Alì

"Negli ultimi decenni, Catania è stata sempre, per la Sicilia, il luogo dei 'salti' tecnologici: mi auguro che adesso sappia raccogliere la sfida e, battendo la ben nota strada maestra del rapporto virtuoso tra università e aziende, sappia costruire qualcosa di importante anche in un settore dalle grandi prospettive industriali, quali le biotecnologie, che già in Italia possono contare su un fatturato di 10 miliardi di euro".

La 'patente' di piccola capitale siciliana dell'innovazione la città etnea l'ha ricevuta direttamente dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, intervenuto sabato mattina ai Benedettini alla prima "Giornata delle Biotecnologie siciliane", promossa dall'Università di Catania, per il tramite del Portale delle Biotecnologie, dal "Centro di Competenza in Biotecnologia avanzata e Biosistemi" e dal "Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia".

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Gli ha fatto eco il presidente del Psts, Antonino Catara: "I numeri parlano chiaro: le competenze ci sono; la voglia di fare, pure. Nell'area metropolitana di Catania esistono oltre 25 strutture pubbliche e private e imprese che operano nel settore delle biotecnologie e delle tecnologie convergenti. Le specializzazioni sono differenziate e in alcuni casi di livello eccellente. L'ampia e qualificata partecipazione al convegno di oggi lascia sperare che l'esigenza di un cambiamento di cultura stia maturando, tanto nel mondo della ricerca, quanto fra le imprese. E il primo passo è necessariamente quello di fare sistema. In questa direzione opera già il sistema dei parchi scientifici e tecnologici italiani (Apsti) che opera il 50% delle piccole imprese che operano nel settore biotech".

L'ateneo, dal canto suo, ha assicurato la massima disponibilità a offrirsi come "catalizzatore" di processi virtuosi, che sappiano abbinare la tradizionale vitalità imprenditoriale siciliana alla qualità e al valore aggiunto della ricerca applicata, anche rispetto alla frontiera biotecnologica: "Da tempo ci siamo mossi in questo settore - ha confermato il rettore Antonino Recca -, guardando sia alla sinergia fra i gruppi di ricerca, attraverso il Portale delle Biotecnologie, e alla capacità di attrarre finanziamenti significativi su questi progetti, sia alla formazione con la nascita di uno specifico dottorato. Puntiamo adesso all'attivazione di un corso di laurea interdisciplinare, magari in collaborazione con gli atenei di Messina e Palermo".

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"La ricerca nelle Biotecnologie - ha aggiunto il prof. Federico Cicirata, responsabile del "portale" e tra i promotori della Giornata - non è più fine a se stessa ma, in prospettiva, si traduce in nuove aziende e crescita dell'occupazione, in settori dove, potenzialmente, si è meno sottoposti alla concorrenza spietata da parte dei Paesi asiatici".

"Ci sono enormi energie - ha aggiunto l'avv. Ettore Denti, consigliere del Centro di competenza tecnologica per le biologie avanzate "Biosistema srl", le cui attività precipue sono state poi illustrate dal presidente, il prof. Bruno Masala -. Biosistema è un network di eccellenze pubbliche e private del Mezzogiorno e intende offrire una piattaforma tecnologica al servizio di piccole e medie realtà imprenditoriali che necessitano di supporto per i loro progetti di ricerca. Ciò può senz'altro stimolare la nascita di nuove imprese e la riconversione di aziende esistenti, trattenendo i nostri 'cervelli' e attraendone degli altri dall'estero".

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Le stesse 'corde' hanno toccato gli interventi del delegato dell'Università di Messina, prof. Riccardo Ientile, del direttore del Bioindustry Park del Canavese prof. Fabrizio Conicella, del direttore generale BioRep ing. Pasquale De Blasio, e del direttore del dipartimento Scienze della Vita del Cnr Giuseppe Martini, che ha inoltre sottolineato la fondamentale importanza dello sviluppo della bioinformatica come strumento a sostegno dell'intero settore.
 
La risposta della comunità catanese è stata, come detto, entusiastica: "Duecentocinquanta adesioni preventive e oltre 400 presenze al convegno, ma soprattutto circa 150 presentazioni 'poster' da parte di ricercatori o gruppi di ricerca catanesi che hanno sviluppato (o stanno sviluppando) prodotti e servizi di potenziale interesse per il mercato: speriamo che, prima o poi, possano tradursi in altrettanti brevetti".

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In vetrina, i biotecnologi farmaceutici, agrari, fisici, informatici, chimici e di altri settori provenienti dalle tre università siciliane, ma anche da centri di ricerca pubblici, quali il Cnr o l'Istituto Zooprofilattico, e da aziende private. "Occorre ora governare questo interesse - ha osservato Carlo Campisano, delegato ricerca di Confapi -, andando oltre i ritardi e i 'flop' del recente passato".

E la prima, significativa risposta si attende ancora dalle istituzioni regionali, dalle quali può giungere un 'via libera' fondamentale per l'accesso ai canali di finanziamento pubblici, europei e nazionali, che fornirebbero nuova linfa al target più avanzato della biologia, con rilevanti ricadute in settori quali le scienze dell'Uomo, le filiere agro-alimentari, l'ambiente, i beni culturali o ancora l'energia.