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Circuiti culturali

Il futuro del giornalismo tra stampa, internet, blog e social network

Convegno a Villa Citelli: "Il lettore ritorni ad essere il 'padrone' dell'informazione"

 
 
23 maggio 2009
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Il futuro del giornalismo e della comunicazione, sempre più indissolubilmente legato al rapidissimo progresso delle nuove tecnologie, è stato al centro di un convegno che si è tenuto venerdì scorso a Villa Citelli, sede della Casa della Cultura dell'Università di Catania, su iniziativa del settore Circuiti culturali dell'Ateneo. A discutere delle "rivoluzioni mediatiche" e del loro impatto sulla comunicazione sociale, sono stati chiamati, dalla delegata del rettore ai Circuiti culturali, prof.ssa Sara Gentile, i giornalisti Nino Milazzo, già vice-direttore del Corriere della Sera e direttore di Telecolor, Dino Pesole (Il Sole 24 Ore), Marco Pratellesi (direttore del Corriere della Sera on-line), la docente di Sociologia della comunicazione Graziella Priulla, e il direttore editoriale della rivista telematica Unimagazine.it, Roberto Chibbaro.

"In pochi anni - ha introdotto il tema la prof.ssa Maria Luisa Carnazza, prorettore dell'Ateneo, che ha portato il saluto del rettore Antonino Recca -, ci siamo ritrovati per le mani strumenti di comunicazione prodigiosi, che hanno portato a ciascuno di noi indubbi vantaggi, ma che richiedono certamente un utilizzo intelligente". "Il progresso tecnologico, applicato al campo della comunicazione - ha aggiunto la prof.ssa Gentile -, ha generato la nascita di un sistema mediale sempre più raffinato e sofisticato che dalla stampa, passando per la televisione, giunge fino a Internet.
Molti appaiono gli effetti della mediatizzazione sulla dimensione sociale e politica delle nostre società e altrettanti gli interrogativi che sorgono: quale informazione e per chi; quale comunicazione e i suoi strumenti; l'opinione pubblica e il suo peso in democrazia".

" Oggi la notizia - ha spiegato Milazzo, ripercorrendo i profondi mutamenti che hanno investito il lavoro delle redazioni giornalistiche nell'arco degli ultimi decenni -, in particolare per la carta stampata, non può più essere un punto d'arrivo: dev'essere un punto di partenza, poiché la presenza di mezzi d'informazione su internet ha annullato le barriere fisiche e temporali. E' questa la condizione necessaria per arrestare il declino dei giornali tradizionali".

"La moltiplicazione dei media - ha aggiunto Pesole - ha profondamente trasformato il modo di fare informazione, ad esempio, riducendo al minimo la presenza degli stessi giornalisti nei luoghi dove accadono i fatti. Tutte le sfide della rivoluzione mediatica vanno, a mio avviso, raccolte, partendo da una riconversione del professionista dell'informazione, che dev'essere sempre più in grado di lavorare integrando fra loro i vari media".

Sul rapporto fra redazioni ed editori si è soffermato Pratellesi: "I giornalisti oggi hanno troppi padroni - ha detto il direttore di Corriere.it -, e per questo si perdono i lettori. Va invece riscoperta la centralità del lettore, senza cui non c'è possibilità di salvezza, tornando al giornalismo investigativo e 'da marciapiede', ai servizi in esclusiva, confezionando un prodotto editoriale 'post-internet'. La crisi della carta stampata non dipende infatti dalla presenza dei giornali on line, ma dal fatto che il modello dello 'Yesterday News' non funziona più".

"La televisione, vera e propria 'macchina per le immagini' - ha osservato ancora, in un apprezzatissimo intervento, la prof.ssa Priulla -, ha provocato uno squilibrio nei confronti della parola scritta. Le immagini televisive di per sé non producono concetti, ma seduzioni. Servono ad emozionarsi, non a capire, non favoriscono il ragionamento, ed impigriscono verso la lettura della parola. E una radicale trasformazione si ha nella scrittura per web, sempre più sintetica ed ipertestuale: da uno schema di comunicazione 'ad albero', con ramificazioni ben delineate, siamo passati alla ragnatela delle interconnessioni". Estremizzando il concetto, nei social network come Twitter, la parola diviene sempre più simile ad un 'cinguettio'".

Un'"architettura dell'informazione", questa, che Chibbaro, editore di una start-up web, considera comunque "decisamente affascinante ed innovativa": "Non esiste più una sola fonte che parla a tanti - ha detto -, ma tanti che parlano fra loro. Ed è stata superata la dicotomia tra producer e consumer di notizie: oggi, e nel futuro sempre più, saremo tutti prosumer, ossia produttori e consumatori al tempo stesso".