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Diritto del lavoro

Massimo D'Antona, 10 anni dopo

Stamattina al Teatro Massimo Bellini commemorazione alla presenza di Olga D'Antona e Pietro Ichino

 
 
22 maggio 2009
La commemorazione del prof. Caruso
La commemorazione del prof. Caruso

Massimo D'Antona "fu scelto come bersaglio dai brigatisti per la rigorosa opera di elaborazione scientifica e per il fecondo contributo che, con onestà intellettuale e passione civile, stava offrendo alla modernizzazione dei principi e delle tecniche di regolazione giuridica del lavoro pubblico e privato. Trasmetterne il ricordo alle giovani generazioni è essenziale per riaffermare quei valori di dialogo e di legalità che Massimo D'Antona ha perseguito sempre con ammirevole competenza e coerenza".

Con queste parole, inviate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è aperta questa mattina al Teatro Massimo Bellini di Catania la commemorazione ufficiale del decennale della morte del giuslavorista ucciso dalle Br il 20 maggio del 1999.

La commemorazione si è svolta nella seconda giornata dei lavori del XVI Congresso nazionale di diritto del lavoro, in programma fino a domani a Catania, organizzato dall'Aidlass, dall'Università di Catania e dal Centro studi di diritto del lavoro europeo "Massimo D'Antona".

Oltre 300 i partecipanti alla manifestazione: presenti le massime autorità cittadine, i vertici dell'Ateneo, parlamentari nazionali, giuristi provenienti da tutta Italia. Ospiti d'eccezione la vedova, Olga Di Serio D'Antona, Pietro Ichino, Luigi Mariucci, Umberto Romagnoli.

Dopo la lettura del messaggio del Capo dello Stato e di quelli inviati per l'occasione dai Presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, del Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e del presidente della Corte Costituzionale spagnola Maria Emilia Casas Baamonde, sono intervenuti tra gli altri il sindaco Raffaele Stancanelli, l'assessore provinciale al Lavoro Francesco Ciancitto, il Rettore Antonino Recca e il presidente Aidlass Edoardo Ghera.

Quindi, il professore Bruno Caruso, ordinario di Diritto del lavoro e diritto comparato del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza, primo allievo e intimo amico di Massimo D'Antona, ha commemorato il giuslavorista: "La morte di Massimo è stata generata da un atto di terrorismo senza alcuna etica e pertanto ancora più doloroso e crudele - ha detto Caruso, visibilmente commosso dal ricordo dell'amico - Una morte somministrata improvvisamente da quei veri e propri impiegati interinali dell'eliminazione fisica che furono i terroristi che operarono in quegli anni".

"Non c'è occasione migliore per ripassare la sua magistrale lectio vitae - prosegue il discorso di Caruso - Una lezione che l'intera comunità accademica dei giuslavoristi italiani non ha dimenticato". Un pensiero è poi andato "a tutta quella troppo lunga schiera di eroi borghesi che abbiamo dovuto piangere in Italia" ha proseguito Caruso, ricordando insieme a D'Antona anche Falcone, Borsellino e l'avvocato Ambrosoli".


I professori Caruso e Ghera
I professori Caruso e Ghera

Toccante anche il ricordo del professor Pietro Ichino, ordinario di Diritto del Lavoro all'Università degli Studi di Milano e uno dei massimi studiosi del settore: "Massimo ha dato un contributo di primissimo piano alla sistemazione dogmatica del regime introdotto negli anni '70 con lo Statuto dei lavoratori - ha detto - E appena vent'anni dopo aveva già colto il mutamento profondo del sistema lavorativo. Ricordo che 12 giorni prima di essere ucciso lanciò un appello perché si cambiasse mentalità, perché la tutela del lavoratore passasse dal possedere un posto fisso all'avere sicurezza lavorativa". "Fu una sua intuizione, ma purtroppo negli ultimi dieci anni non sono stati compiuti molti passi in avanti in questa direzione - ha proseguito Ichino - Il nostro ordinamento è bloccato anche se qualche segnale di cambiamento sta arrivando dal mondo sindacale. Se Massimo fosse tra noi, così come Marco Biagi, entrambi sarebbero certamente ancora impegnati sul fronte dello sviluppo e della sicurezza del lavoro".

Durante la commemorazione, il Rettore Antonino Recca ha ringraziato la vedova, Olga Di Serio D'Antona, per i mille volumi del marito donati all'Università etnea e ha annunciato: "Questo lascito sarà valorizzato come merita, gli sarà trovata una adeguata sistemazione per renderlo fruibile a tutti gli studiosi catanesi, a partire dagli eccellenti allievi del Centro studi a lui intitolato, che rappresenta un segno tangibile dell'operato del professor D'Antona nel nostro Ateneo".
Al termine della cerimonia, un lungo applauso ha salutato il ricordo del giuslavorista. Quindi, si è svolta la tavola rotonda sul tema "Principi e tecniche di regolazione del lavoro pubblico e privato. In dialogo con Massimo, dieci anni dopo".

Il congresso dell'Aidlass riprende oggi pomeriggio al Monastero dei Benedettini con il dibattito dal titolo "Il contributo dei giuslavoristi italiani alle riforme: tra cultura, politica e diritto". Stasera è in programma un concerto commemorativo al "Bellini".

Domani, sabato 23 maggio ai Benedettini, la chiusura dei lavori: previste le ultime relazioni e il conferimento di un premio intitolato a Massimo D'Antona, che sarà assegnato alla pubblicazione della migliore "opera prima" nel campo del Diritto del lavoro.