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5x1000 all'Ateneo di Catania

Lettera del rettore alla comunità universitaria catanese

 
 
15 maggio 2009
di Antonino Recca
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Il nostro Ateneo - così come risulta dai dati ufficiali del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, resi noti anche attraverso gli organi di stampa nazionali e regionali - è tra le Università italiane che rientrano nei parametri di spesa predefiniti, data l'attuata gestione virtuosa delle risorse assegnate e comunque disponibili.

A tutti è noto, tuttavia, che la nostra Università, di fronte all'eventuale ulteriore riduzione delle risorse statali, si è posta e continua a porsi con maggiore preoccupazione il problema di venirsi a trovare nella condizione di dover ridurre, tra gli altri, anche gli investimenti nella ricerca scientifica.
Contro la riduzione dei finanziamenti statali alle Università, gli studenti hanno protestato con numerose democratiche manifestazioni.

Da parte della Conferenza dei rettori delle università italiane sono state approvate, rivolgendole al Governo ed al Ministro Gelmini, e rendendole pubbliche, mozioni con le quali è stata manifestata la netta contrarietà alla riduzione delle risorse finanziarie, che invece vanno accresciute soprattutto nei confronti delle Università che, avendo fatto un uso virtuoso delle risorse, si sono mantenute all'interno dei parametri di spesa.

Di fronte alle difficoltà crescenti, il 28 aprile 2008 ho rivolto ai docenti e al personale tecnico, amministrativo e sanitario, alle famiglie degli studenti, ai professionisti che nell'Università di Catania hanno svolto il curricolo degli studi e conseguito il diploma di laurea, la richiesta di destinare il "5 per mille" del loro imponibile Irpef all'Università di Catania per sostenere il serio impegno dell'Ateneo a favore del diritto allo studio degli studenti e della crescita dei giovani ricercatori.
Non si trattava, e non si tratta, di una spesa individuale aggiuntiva, né di un'ulteriore imposta, ma soltanto di destinare "a costo zero" all'Università di Catania il "5 per mille" dell'imposta dovuta sul proprio reddito a favore del diritto allo studio e della ricerca scientifica.

In un momento di difficoltà economica, di crisi economica internazionale, qual è quello attuale, a maggior ragione, continuando nella linea intrapresa, bisogna venire incontro alle famiglie degli studenti, soprattutto quelle che si trovano in più grande difficoltà, alle quali tutti abbiamo il dovere di garantire il diritto dei figli, costituzionalmente protetto, soprattutto se capaci e meritevoli, di iscriversi ad uno dei corsi di studio dell'Università, di frequentare e di raggiungere i gradi più alti degli studi.

Escludo, quindi, di aumentare, seppure di un solo centesimo, le tasse di immatricolazione e di iscrizione degli studenti ai corsi di laurea dell'Ateneo. Ma, al contempo, evidenzio l'assoluta necessità di poter disporre di risorse aggiuntive finalizzate, tra l'altro e prima di tutto, proprio ad escludere qualsiasi ancor minimo ritocco alle tasse universitarie, perché ciò potrebbe portare alla non iscrizione all'Università anche di un solo studente, al quale verrebbe così negato un diritto fondamentale nella società della cultura.

Sarà ulteriormente perseguito l'utilizzo virtuoso dei finanziamenti, e sarà realizzato un sempre più puntuale controllo mirato nella destinazione e nell'uso delle risorse. Quelle aggiuntive che perverranno dal "5 per mille" saranno destinate, sotto il controllo degli studenti attraverso la loro Consulta, attraverso i loro rappresentanti eletti negli Organi di governo dell'Ateneo, ed in assoluta trasparenza, alla realizzazione di interventi (borse di studio, buoni libro, tutorati, assegni di ricerca, sostegno agli studenti diversamente abili, posti di ricercatore) di grande valore sociale, nella consapevolezza che gli investimenti sulla cultura, sulla formazione, sulla ricerca scientifica che punta all'eccellenza rappresentano una ricchezza per tutti nel processo di sviluppo e di crescita sociale ed economica.

Ringrazio quanti hanno accolto il mio appello e quanti, appartenenti anche ai comparti produttivi ed agli ordini professionali, hanno generosamente dato sostegno e collaborazione all'iniziativa, dichiarandomi certo della loro collaborazione nella destinazione del "5 per mille" all'Università di Catania.


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