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Lettere, chiusa la 'tre giorni' Ferpi

Relazioni pubbliche senza più segreti

 
 
06 dicembre 2008
foto Ferpi-Cdl 5 dicembre Toni Muzi.jpg

Si è chiusa la tre giorni su "Comunicazione e relazioni pubbliche", il convegno organizzato dalla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Catania e dalla Ferpi - Federazione Relazioni Pubbliche Italiane. Nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini oggi è stato presentato il videolibro "In che senso? Cosa sono le Relazioni pubbliche", alla presenza dei due curatori Fabio Ventoruzzo e Toni Muzi Falconi, considerato dagli addetti ai lavori uno dei massimi esperti mondiali di relazioni pubbliche. Ha partecipato all'incontro, presieduto dal presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione Margherita Verdirame, anche Amanda Jane Succi, delegata nazionale e regionale Ferpi.

"Questa tre giorni- ha esordito Margherita Verdirame- è stata estremamente positiva e utile perché adesso i nostri studenti, che si sono dimostrati attenti e che hanno partecipato attivamente al dibattito, hanno cominciato a comprendere meglio l'affascinante e per certi aspetti misterioso mondo delle relazioni pubbliche". "Per quanto riguarda il prodotto editoriale che presentiamo oggi - ha continuato - la novità maggiore consiste nella sua struttura. Ad un volume cartaceo, infatti, si accompagnano tre dvd. Il cartaceo presenta i risultati di un'indagine condotta da Ferpi e Fnsi- Federazione nazionale stampa italiana- che analizza i rapporti tra relatori pubblici e giornalisti. Nei dvd è invece spiegata meglio la professione del relatore pubblico e le tecniche di comunicazione maggiormente utilizzate".

"Il volume -ha affermato Falconi- nasce da un'idea di una giovane ricercatrice italiana, Chiara Valentini, che sulla base di alcune ricerche condotte all'estero mi propose un'indagine per meglio comprendere in Italia i rapporti tra professionisti delle relazioni pubbliche e giornalisti. Rispetto agli altri Paesi il risultato che più salta agli occhi e che qui in Italia non c'è conflitto tra queste categorie. Questo si può valutare o positivamente oppure, come penso io, negativamente. Infatti, in Italia l'opinione pubblicata (i media) è troppo spesso asservita alle organizzazioni e per questo manca il conflitto tra le due categorie". "Tutto ciò -ha continuato Falconi- è estremamente negativo perché quando in un Paese la stampa non è libera è in gioco la democrazia".

"Il lavoro dei relatori pubblici- ha detto Ventoruzzo- è sempre in continua evoluzione e per questo confrontarsi e stare in associazioni di categoria diventa fondamentale. Stare insieme aiuta a formare un bagaglio di conoscenze che per il relatore pubblico è sempre in continua evoluzione. I tre dvd sono strutturati come una tavola rotonda tra esperti della comunicazione. In questo modo ognuno ha condiviso le proprie conoscenze con gli altri".

La mattinata si è conclusa con un interessante dibattito durante il quale i relatori hanno risposto alle domande degli studenti. "Contrariamente a quanto si possa pensare -ha detto Toni Muzi Falconi- il lavoro del relatore pubblico è solitario. Se da una parte chi fa questo mestiere si interfaccia con centinaia di persone, dall'altra nei momenti di crisi, quando si devono prendere le decisioni, spesso non ci si può confrontare con nessuno".

"La società - ha concluso lo studioso- è cambiata rispetto al passato; nel ventesimo secolo le relazioni pubbliche hanno seguito un modello che oggi non esiste più. Il relatore pubblico deve seguire dei principi generali e delle applicazioni pratiche che variano da luogo a luogo, le cosiddette infrastrutture territoriali. Un buon relatore pubblico deve conoscere il sistema legale e istituzionale, quello politico, economico, della cittadinanza attiva, dei valori socio-culturali e dei media del Paese nel quale opera. Solo una conoscenza perfetta del contesto territoriale di riferimento permette poi l'applicare di principi generali".