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Internazionalizzazione

Cultura, creatività ed economia in Europa

Il Ministro della Cultura della Lettonia, Demakova, all'Università di Catania

 
 
08 maggio 2008
di Fabio D'Urso
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Il Ministro della Cultura della Repubblica di Lettonia, Helena Demakova, è stata giovedì mattina in visita all'Università di Catania, dove ha tenuto una lezione magistrale sul tema "Politiche culturali conservatrici in Europa e Lettonia".

L'esponente del governo lettone è stata accolta dal rettore Antonino Recca, che ha "ringraziato, per la prestigiosa occasione concessa al nostro Ateneo, l'Ambasciatore in Italia della Repubblica di Lettonia, Astra Kurme, con la quale abbiamo già avuto numerosi e proficui colloqui per gettare le basi di una solida collaborazione, anche con le istituzioni accademiche lettoni", ricordando, in questo senso, i numerosi accordi bilaterali di cooperazione scientifica attivati negli ultimi anni dall'Università di Catania con quasi tutti i Paesi europei e dell'area del Mediterraneo. "Conoscere più da vicino Ia politica culturale di una nazione giovane, seppur dalle grandi tradizioni storiche, come la Lettonia - ha aggiunto il rettore - ci permette di poter inaugurare una nuova stagione di rapporti tra la nostra terra, e in particolare la nostra comunità accademica, e la Repubblica di Lettonia".

Dopo aver presentato alcuni elementi caratteristici del patrimonio storico e architettonico del Paese baltico, fra cui il Duomo di Riga e il Palazzo di Rundale, realizzato nel XVIII secolo dall'architetto italiano Bartolomeo Francesco Rastrelli (autore anche del Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo), il ministro Demakova ha sottolineato come "nell'ambito del nuovo contesto economico una politica conservatrice non considera la cultura come un settore che brucia le risorse, bensì come un ambiente favorevole agli investimenti, con effetti positivi - derivanti per esempio dalla cosiddetta industria creativa - per tutte le economie nazionali".

"Il settore industriale legato ad ambiti come l'architettura, il design, i giochi elettronici, l'editoria, la poligrafia, il cinema, la gastronomia innovativa, la musica - ha ricordato il ministro lettone -, è il settore dell'economia europea con la crescita più rapida e si lascia alle spalle settori più consolidati come l'industria meccanica, farmaceutica, alimentare e la produzione di armi. L'industria creativa trova le sue fonti proprio nella base culturale tradizionale e professionale, che in Europa ha radici profonde, mai abbandonate e dimenticate. Con il varo della strategia di Lisbona, l'industria creativa viene messa infatti in relazione al processo con cui vengono realizzati prodotti con un valore aggiunto particolarmente alto, per il quale l'apporto creativo dell'uomo rappresenta la componente più rilevante". "Senza queste radici culturali - ha osservato infine Demakova - le potenzialità creative e commerciali di questo settore verrebbero ben presto esaurite".