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Notizie
Orto botanico

Gli orti botanici e la conservazione della Biodiversità

Workshop su "Arboreti, giardini botanici e di montagna e conservazione delle specie forestali"

 
 
17 marzo 2008
di Luisa Trovato
convegno arboreti.jpg

I cambiamenti climatici costituiscono un serio pericolo per la conservazione della biodiversità. Su questo aspetto sono stati incentrati i lavori del workshop su "Arboreti, giardini botanici e di montagna e conservazione delle specie forestali", promosso dalla professoressa Emilia Poli Marchese e ospitato domenica 16 e lunedì 17 marzo nella sede dell'Orto Botanico, su iniziativa del direttore Pietro Pavone, nell'ambito  delle manifestazioni per il 150° anniversario della struttura catanese.

All'incontro hanno preso parte il rettore Antonino Recca, il dirigente provinciale dell'Azienda Foreste Demaniali Mario Bonanno, e inoltre studiosi, ricercatori, dirigenti e funzionari del Corpo Forestale. Fra i relatori, Joachim Gratzfeld, del General botanic garden conservation international, ha affermato che - i giardini botanici sono le sedi più idonee per adempiere al ruolo della conservazione delle specie forestali a vantaggio delle generazioni future e il luogo da cui partire per promuovere l'educazione ambientale. La Sicilia è importante per la sua diversità di piante ed è un luogo ideale per l'interazione della conservazione in situ ed ex situ.

Fabio Gorian del Centro nazionale per lo studio e la conservazione della Biodiversità forestale, ha invece descritto le modalità di campionamento delle sementi di un territorio e quelle di catalogazione delle specie forestali, descrivendo le modalità di intervento, da parte del Corpo Forestale dello Stato, nel controllo delle fasi di depauperamento, causate dal cambiamento climatico e dagli utilizzi impropri delle aree destinate a scopi produttivi. Il vice presidente dell'Accademia italiana Scienze forestali Orazio Ciancio ha elencato invece le azioni necessarie alla valorizzazione e del patrimonio forestale e paesaggistico, auspicando che tali interventi trovino attuazione per sviluppare un'idea di gestione forestale sostenibile sulla selvicoltura di sistema.

Rosario Schicchi, docente dell'Università di Palermo, ha invece insistito sul valore degli elementi della biodiversità, evidenziando che esistono 230 specie arboree ed arbustive indigene, da monitorare nella forestazione di sistema, e suggerendo di potenziare il comparto vivaistico regionale, attraverso la coltivazione di specie ecotipi locali e la riduzione di quelle esotiche, che determinano fenomeni di inquinamento genetico.

Bruno Petriccione, del Corpo Forestale dello Stato, ha sottolineato alcuni effetti negativi dovuti  all'inaridimento, con danni per esempio alla quercia caducifoglie facilmente aggredita da agenti patogeni esterni, valutando poi lo studio di previsione del cambiamento climatico sino al 2080 e degli effetti sulle foreste italiane. Infine, ha individuato sul territorio regionale le aree che si prestano a rifugio per la natura, come se fossero una vera e propria "Arca di Noè", che vanno sin da subito fortemente tutelate.