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Società "Dante Alighieri"

Graphic journalism, la cronaca attraverso il fumetto

In un libro di Marco Rizzo la storia dell'assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

 
 
10 dicembre 2007
di Eva Spampinato
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Un pezzo di puzzle sul viso. Lo sfondo è il deserto. Della giovane donna, si intravede solo il microfono che tiene in mano. Quel puzzle mancante, che non permette di completare la figura della copertina, rappresenta il pezzo che cancellerebbe per sempre le parole e gli aggettivi che accompagnano da tredici anni il "caso Alpi": mistero, dubbio, insoluto, casuale.

Mogadiscio, 20 marzo 1994. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin vengono uccisi da un commando somalo con un colpo di pistola alla testa, si trovavano  in Somalia dal 12 marzo. Marco Rizzo e Francesco Ripoli hanno ricostruito gli ultimi giorni di vita di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: il traffico di armi, i rifiuti tossici nocivi e i traffici illeciti. Una ricostruzione in pieno stile "graphic novel" americana, ma con l'ingrediente che rende il fumetto un prodotto giornalistico, "graphic jornalism". Ovvero l'inchiesta e la ricerca di dati e fonti, ufficiali e ufficiose. Sì perché la distanza tra il giornalismo tradizionale e i reportage a fumetti è sempre più sottile. Nel dibattito su quali forme prenderà il giornalismo nel ventunesimo secolo, il graphic journalism non può mancare, accanto a internet e alla fotografia. Parola di Marco Rizzo, giovane giornalista e sceneggiatore siciliano, che ha utilizzato questa nuova forma di giornalismo per raccontare la storia del brutale omicidio della giornalista della Rai, nel libro "Ilaria Alpi. Il prezzo della verità". Un volume tra fumetto e inchiesta che parte da quel "maledetto" 20 marzo del '94, per andare a ritroso nel tempo, fino al 1987, e tentare di dare una spiegazione all'uccisione della giovane giornalista e del suo cameraman. Finale, ovviamente, a sorpresa.


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"Non è stato facile entrare nella testa di una donna, soprattutto per un uomo - spiega il ventiquattrenne giornalista nato a Trapani, ma trapiantato a Palermo, città nella quale lavora e studia -. E io ho provato a ricostruire il personaggio Ilaria Alpi tramite i racconti di chi la conosceva, le interviste pubbliche, i libri, i film. Ricreando a fumetti un personaggio realmente esistito, si può correre il rischio di mancavi di rispetto. Ma quando mi hanno telefonato Giorgio e Luciana, i genitori di Ilaria, e mi hanno detto "se Ilaria avesse visto il libro, le sarebbe piaciuto", ho capito che il rischio era stato evitato e che la memoria della determinata e affascinate giornalista era stata rispettata". Marco Rizzo parla agli studenti, durante un incontro organizzato in collaborazione con i Circuiti Culturali dell'Ateneo, all'interno del programma di attività culturali della Società Dante Alighieri. "Graphic Journalism. Nuove frontiere della cronaca, nuovi usi del fumetto", questo il titolo del seminario introdotto dalla giornalista Maria Lombardo, che ha spiegato l'importanza delle immagini - foto o vignette che siano - per un pezzo di cronaca. "Molto spesso il giornalista cerca le immagini ancora prima dei testi e la pigrizia spesso porta il lettore a voltare pagina laddove mancano le figure. Nel giornalismo italiano gli esempi dell'uso delle vignette, dei fumetti, sono molteplici - spiega ancora la cronista de "La Sicilia" - e spesso di fondamentale importanza. Le si possono utilizzare per riprodurre la scena di un delitto, un'aula di tribunale - per non andare lontano, molti ricorderanno i disegni che ritraevano Anna Maria Franzoni seduta nell'aula di tribunale -, ma anche per fare satira politica". In Italia, dunque, il graphic journalism sta prendendo piede, ma "la patria rimane sempre l'America - dice ancora Rizzo - il graphic journalism nasce dall'influenza di due elementi: le graphic novel e il new journalism, dove i giornalisti diventano un po' protagonisti delle storie che raccontano, andando a cercare le informazioni sul posto, raccogliendo materiale informativo, foto, ritagli di giornali".

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Si può fare, dunque, cronaca a fumetti e Rizzo lo ha dimostrato attraverso la composizione particolare del libro "Ilaria Alpi. Il prezzo della verità", che si pregia della prefazione della giornalista Rai Giovanna Botteri. Dopo aver raccontato una storia a fumetti attorno alla morte di Ilaria, infatti, Rizzo riporta alla fine del libro le proprie fonti. Una dettagliata cronistoria dei fatti, che parte dal '49 - con l'assegnazione all'Italia da parte dell'Onu, degli ex-domini coloniali in Somalia in amministrazione fiduciaria, in attesa della concessione dell'indipendenza - passando per le tappe del 21 marzo del 1994 - quando vennero trasportati a Roma i corpi dei due giornalisti uccisi - poi l'apertura dell'inchiesta e altro ancora. Il giovane sceneggiatore riporta anche la storia delle commissioni aperte e chiuse nell'arco di questi 13 anni. "E' proprio questo l'elemento che fa del fumetto un racconto giornalistico - conclude Rizzo -, la documentazione che vi è alle spalle".