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Il ruolo della protezione civile nelle prospettive di riforma istituzionale

A Giurisprudenza un convegno organizzato nell'ambito del Prin

 
 
07 dicembre 2007
di Giuliana Aiello
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Il progetto di ricerca di interesse nazionale (Prin) su "La collegialità del Governo, la promozione ed il coordinamento del Presidente del Consiglio nell'attuale ordinamento e nelle prospettive di riforma costituzionale", cofinanziato dal Miur e che coinvolge, insieme all'Università di Catania, gli atenei di Firenze, Roma "La Sapienza" e Bolzano, è stato l'ambito all'interno del quale ieri si è svolto, nell'aula magna della facoltà di Giurisprudenza, il convegno dal titolo "Il sistema nazionale di protezione civile a quindici anni dalla legge 225 del 1992".

La giornata di studi, coordinata dal professor Stefano Merlini, ordinario di Diritto costituzionale all'Università di Firenze e, per l'unità locale di Catania, da Agatino Cariola, ordinario di Diritto costituzionale nell'Ateneo catanese, è stata l'occasione per discutere dell'ordinamento giuridico della protezione civile, dei suoi limiti e delle sue competenze istituzionali e, soprattutto, della riforma del titolo V della Costituzione che riconosce adesso comuni, province, città metropolitane e regioni come enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni.

Dopo gli indirizzi di saluto del rettore Antonino Recca e del preside della facoltà di Giurisprudenza Luigi Arcidiacono, che hanno sottolineato il contributo della ricerca catanese nell'ambito del Prin in un contesto, quello della protezione civile appunto, che s'interseca con altre attività, come quella della tutela ambientale, fondamentale ad esempio durante l'ultima grave eruzione dell'Etna, si sono succeduti gli interventi degli autorevoli relatori, introdotti da Stefano Merlini. Quest'ultimo ha in particolare evidenziato la "comunanza delle ricerche nell'ambito giuridico oggetto del convegno, all'interno del quale si sono susseguiti sia riflessioni teoriche che riscontri reali".


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Ad illustrare l'ordinamento della protezione civile è stato il prefetto Alberto Di Pace, commissario dello Stato per la Regione siciliana: "Il sistema della storica istituzione italiana - ha spiegato Di Pace - ha compiuto una evoluzione graduale anche dal punto di vista culturale, fino alla legge del 24 febbraio 1992 n. 225, grazie alla quale l'Italia ha organizzato la protezione civile come "servizio nazionale". Prima di questa data - ha proseguito ancora il commissario dello Stato - non c'erano veri e propri piani per le emergenze: aleggiava piuttosto una certa diffidenza perché, in un periodo postbellico, tutto ciò che potesse ricordare organizzazioni paramilitari, destava timore. Soltanto dopo il devastante terremoto del Friuli del 1976 l'autorità civile si è resa conto per la prima volta che era indispensabile un cambiamento: quattro anni dopo, nel 1980 presero infatti forma delle organizzazioni di volontariato che porteranno alla moderna Protezione civile".


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Il professor Cariola ha continuato su questa linea, facendo risaltare, come anche Guido Meloni, docente di Istituzioni di diritto pubblico nell'Università del Molise, le tante funzioni della Presidenza del Consiglio in materia di protezione civile, una materia che intreccia rapporti tra Stato, regioni e comuni. A tal proposito Cariola ha spostato il discorso sulla Sicilia, regione nella quale una legge del 1992 assegna alla Protezione civile anche competenze sulla gestione dei rifiuti e dell'acqua.

Enzo Bianco, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato si è dichiarato perplesso a proposito dell'utilizzo "improprio" degli uomini della protezione civile durante eventi speciali o per compensare inefficienze tipiche della Pubblica amministrazione, come l'annoso problema del traffico cittadino: "Esaltare il momento della prevenzione: questo, a mio avviso - ha affermato Bianco -, è lo scopo fondamentale di questa grande risorsa nazionale". 

Nella sessione pomeridiana del convegno sono intervenuti Luigi Passanisi, presidente del Tar Calabria, Emilio Castorina, ordinario di Diritto costituzionale nell'Università di Catania, Vincenzo Salomone, avvocato e consigliere del Tar Sicilia - sezione di Catania e Domenico Maimone, avvocato dello Stato.