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Ateneo

Dalla tipografia universitaria alla University press


 
 
06 novembre 2007
di Giuliana Aiello
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«Il progetto di una university press rientra tra gli obiettivi dell'Università di Catania e nel piano di rilancio, già in fase avanzata, della sua tipografia: il nostro Ateneo diventerà in tal modo una casa editrice moderna in grado di coniugare il tradizionale supporto cartaceo con quello digitale. Ma la futura university press catanese non avrà l'obiettivo di veicolare meglio i prodotti editoriali interni all'ambiente universitario, ma intende soprattutto garantirne, grazie al "marchio" dell'Università di Catania, l'alta qualità».

"Stampatori per noi stessi" è lo slogan che il presidente della tipografia universitaria etnea, Lucio Maggio, ha voluto assegnare al progetto per la realizzazione della futura University press di Catania. "Partiamo da un'analisi attenta - ha spiegato nel corso del convegno che si è tenuto questa mattina nell'aula magna del Palazzo centrale - su altre realtà del contesto nazionale, come ad esempio Firenze, per allinearci e addirittura cercare di valorizzare le esperienze altrui". "Il libro universitario tra mercato e impresa": questo era il titolo del workshop promosso dal settore Circuiti culturali dell'Ateneo, coordinato dal prorettore Antonio Pioletti, con gli interventi di Giovanni Mari, preside della facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Firenze e presidente di "Firenze University Press", del direttore del Dipartimento di processi formativi Franco Coniglione, degli editori Mauro Bonanno e Umberto Coscarelli e dello stesso prof. Maggio.


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«L'university press avrà un senso a Catania - ha affermato il professor Coniglione - se riuscirà anche ad esportare all'estero il prodotto intellettuale del nostro Ateneo, come ad esempio pubblicazioni sulle scienze umane, emarginate fino ad oggi all'interno del panorama editoriale nazionale, pur non entrando in conflitto o in concorrenza con l'editoria privata. Sarà dunque fondamentale - prosegue Coniglione - superare la minorità psicologica che ci rende succubi delle culture straniere e portare avanti questo progetto di editoria universitaria che darà ulteriore visibilità al nostro Ateneo».

«Parlare di university press - ha aggiunto Pioletti - vuol dire parlare anche di ricerca universitaria, che trova un indicatore importante di qualità, ai fini della valutazione della stessa ricerca, anche nella sua sede editoriale. Nonostante oggi sia cambiato il modo di produzione del testo grazie alle nuove tecnologie che si aprono all'editoria digitale, permane comunque il piacere e l'importanza di sfogliare un libro. Ecco che tale argomento può offrire quindi vari spunti». «La "Firenze University Press", fondata nel 2000 - ha spiegato Giovanni Mari -, ha saltato lo stadio della tipografia ma ha subito un'influenza diversa, essendo nata all'interno dei processi di informatizzazione delle biblioteche». L'editrice universitaria fiorentina si deve infatti all'iniziativa del personale legato alla digitalizzazione dei testi bibliotecari, spinto da uno "spirito battagliero" nei confronti dei grandi monopoli internazionali che fanno spendere parecchio alle università. «Ma il digitale - ha evidenziato Mari -, non costa meno del cartaceo. I diversi passaggi per mettere un testo on line richiedono delle spese. I costi dunque riguardano  i servizi connessi ai motori di ricerca, fondamentali per la diffusione e la visibilità in rete e l'aggiornamento digitale».

Quella dunque che per Mari, come del resto per Maggio, rappresenta una soluzione perfetta è l'attuazione di un "modello misto" tra digitale e cartaceo e tra editoria pubblica e privata, affidando un ruolo fondamentale - dal punto di vista della conservazione dei testi digitalizzati - ai servizi bibliotecari universitari.


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Una university press dovrà avere comunque una sua autonomia stimolando, dopo l'attenta valutazione del suo comitato scientifico, le pubblicazioni dell'ateneo che la originano, cercando nuove sinergie per superare gli ostacoli della distribuzione. A tal proposito l'editore Mauro Bonanno ha auspicato l'avvio di una collaborazione con la futura university press di Catania, grazie alla quale "si potranno creare delle coedizioni testuali per dare ancora più risonanza alle ricerche e ai lavori nati tra le mura del Siculorum Gymnasium".