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Ottaviano e la filosofia del Novecento

Il 25 e il 26 ottobre un convegno alla facoltà di Lettere e filosofia

 
 
22 ottobre 2007
di Maria Barbanti
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Il secondo Convegno nazionale su "Carmelo Ottaviano nella filosofia del Novecento" si terrà a Catania il 25 e il 26 ottobre nella Facoltà di Lettere e Filosofia (Aula Magna Santo Mazzarino ex Monastero dei Benedettini) e presso la Facoltà di Scienze della Formazione (Sede del Dipartimento di Processi Formativo Palazzo Ingrassia) nelle quali Ottaviano insegnò per più di trent'anni Storia della filosofia, Storia della filosofia medievale,  Paleografia, Pedagogia.

Il primo, sullo stesso tema,  si è già svolto nel giugno scorso a Milano presso la sede dell'Università Cattolica Sacro Cuore, dove Ottaviano si formò. Entrambi i convegni si inseriscono nell'ambito delle iniziative scientifiche promosse dal Comitato Nazionale per il Centenario della nascita di Carmelo Ottaviano istituito nel 2006 dal Ministero per i Beni e le attività culturali e presieduto dal Prof. Alessandro Ghisalberti, ordinario di Storia della filosofia medievale  nell'Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Entrambi nascono dall'entusiasmo e dall'impegno del prof. Francesco Rando, presidente della Fondazione Carmelo Ottaviano con sede a Modica,  e sono corredati dalla mostra dei dipinti del maestro Franco Cilia, dedicati a C. Ottaviano e ispirati al tema dell'infinito.

Nelle due dense giornate milanesi sono state affrontate tematiche di carattere storico-teoretico e di carattere storiografico sia sulla figura di Ottaviano intellettuale, filosofo, profondo conoscitore del pensiero antico e medievale nonché editore di testi medievali inediti, sia su alcuni  dei molteplici aspetti del suo pensiero da quello  metafisico a quello estetico a quello etico-politico, sia sulle varie correnti filosofiche del novecento con le quali egli, più o meno polemicamente, entrò in rapporto.

Le relazioni previste a Catania, come si evince dal programma qui riportato, si collocano sulla stessa linea di quelle del Convegno di Milano e ne sono in un certo senso la prosecuzione. Anche qui verranno affrontate tematiche relative alle esperienze intellettuali, accademiche e politiche di Carmelo Ottaviano; si parlerà di Carmelo Ottaviano interprete del pensiero moderno (Cartesio e Campailla); si tratterà dei suoi rapporti con alcuni degli esponenti più rappresentativi della filosofia del Novecento, tanto di indirizzo cattolico come i neoscolastici Milanesi, quanto di indirizzo laico come Mario Dal Pra e Rodolfo Mondolfo; verranno indagati ambiti particolari o poco conosciuti  del suo insegnamento, come la pedagogia  e la paleografia.


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Verranno trattati temi di epistemologia e di filosofia della scienza oltre che di storiografia filosofica a cui Ottaviano dava molto spazio nelle pagine della rivista "Sophia" da lui fondata  nel 1933 e diretta  fino al 1968 e che sin dai primi anni mostrò di avere una fisionomia di spicco nel panorama filosofico nazionale e internazionale sia nelle intenzioni programmatiche che nelle proposte filosofico-scientifiche.

In essa Ottaviano faceva spazio a riflessioni e a ricerche certamente importanti nel panorama della filosofia del 900', come quelle della Scuola di Vienna,  con essa inoltre pensava di offrire alla comunità scientifica uno strumento di dibattito filosofico aperto alle problematiche del momento storico allora dominato dal neoidealismo e in grado di dare risposte sia di ordine teorico che di carattere storico e storiografico ad alcune emergenze filosofiche e culturali della prima metà del secolo.

La battaglia contro l'egemonia idealistica, la contrapposizione a questa egemonia di una forma di realismo e di oggettivismo che trovava il suo fondamento da una parte nella scienza e dall'altra nella metafisica cristiana sono alcune di queste risposte che Ottaviano, peraltro, andava elaborando nelle sue opere filosofiche maggiori come la Metafisica dell'essere parziale e la Tragicità del reale e che  costituiranno anch'esse oggetto di dibattito di alcune relazioni del Convegno.

Si tratta di risposte che possono non essere condivise ma che non possono non essere prese in considerazione e che, in ogni caso, fanno di Carmelo Ottaviano una figura  che ha lasciato il segno nella storia della cultura filosofica del secolo appena trascorso.





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