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Mappe di comunità per i 'luoghi del cuore"


 
 
13 ottobre 2007
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Le mappe, non solo un insieme di semplici segni grafici e di colori sulla carta ma documenti che divengono custodi del bene più prezioso, la memoria delle storie umane legate ai luoghi. E con questo spirito che sabato 13 ottobre, alle 17, negli spazi dell'ex Monastero dei Benedettini, sarà inaugurata una mostra dal titolo "Parish Maps - Mappe di comunità", un evento che rientra nell'ambito delle Giornate dell'Ecomuseo, che si terranno venerdì 12 e sabato 13 nella facoltà di Scienze politiche, nel Palazzo centrale e nell'auditorium De Carlo dei Benedettini, organizzate dal Centro di documentazione e studi sulle Organizzazioni complesse e i Sistemi locali "CeDoc" dell'Università di Catania, in partenariato con l'Unesco Italia, la sezione italiana dell'International Council of Museums e con il "Laboratorio Ecomusei" della Regione Piemonte.

"Se da un lato, oggi, sofisticate cartografie tematiche raccolgono e documentano ricerche su ogni angolo del pianeta - osservano gli organizzatori -, dall'altro si evidenzia una perdita delle conoscenze puntuali dei luoghi, le espressioni di saggezze sedimentate e raggiunte con il contributo di generazioni e generazioni". Un luogo è infatti molto più di un'asettica superficie geografica, di un elenco di dati, di elementi naturali e costruiti: un luogo include memorie, spesso collettive, azioni e relazioni, valori e fatti numerosi e complessi che sono spesso molto più vicini alla gente che alla geografia, ai sentimenti che all'estensione superficiale.

Le mappe di comunità (nella foto a fianco, la "Parish Map" del villaggio inglese di Aldbourne) sono pertanto strumenti attraverso cui la gente che abita un luogo può raccontare ad altri, o ricordare a se stessa, i punti fondamentali della propria storia, i nodi cruciali del proprio reticolo di significati e significanti. La mappa, in questo caso, non è dunque fine a se stessa, ma rappresenta un percorso personale e collettivo che comporta coinvolgimento, ricerca e impegno; uno strumento creativo che è in grado di rinsaldare e ricostruire in termini attuali il legame fondamentale tra le persone e i luoghi. "È uno strumento grazie al quale una comunità disegna i contorni del proprio patrimonio - si legge nella presentazione dell'iniziativa curata dal Laboratorio Ecomusei -. E' qualcosa di più di un semplice inventario di beni materiali o immateriali, in quanto include anche un insieme di relazioni invisibili fra questi elementi".

L'idea delle Parish Maps nasce in Inghilterra negli anni '80 dalla felice intuizione di Common Ground, un'associazione che, prima tra tutte, scelse di dedicare le proprie energie alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio locale attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Da allora Common Ground ha continuato a sostenere e incoraggiare numerosissimi gruppi locali che, entusiasti del progetto, hanno deciso di realizzare la mappa del proprio comune, del proprio villaggio, del proprio luogo di residenza. L'aggettivazione "Parish" evidenzia chiaramente come l'obiettivo principale non sia quello di dare attenzione a un luogo definito da rigidi confini amministrativi - siano questi comunali o legati ad antiche proprietà ecclesiastiche - ma piuttosto privilegiare "la più piccola arena in cui la vita è vissuta".

"A diventare luogo deputato di precise attenzioni è allora solo quel territorio che ha un significato particolare proprio per noi, quello di cui abbiamo personale conoscenza, nei riguardi del quale ci sentiamo fedeli, protettivi e attenti, quello di cui abbiamo misura e che, in qualche modo, esercita su di noi la capacità di modellarci". Nell'introdurre il progetto "Mappe di comunità", il Laboratorio Ecomusei intende pertanto proporre la ricerca e la realizzazione di uno "strumento efficace, semplice, diretto, accessibile a tutti, in grado di dare evidenza delle molteplici relazioni che legano indissolubilmente tra loro le due grandi categorie del patrimonio e della comunità locale".