Energia dalle piante canna comune e cardo? E' possibile. Lo hanno dimostrato i docenti della facoltà di Agraria Salvatore Luciano Cosentino, Venera Copani e Rosalena Tuttobene sulla base delle ricerche  che sono state illustrate nel corso della prima giornata dei lavori del XXXVII Convegno della Società Italiana di Agronomia sul tema "Il contributo della ricerca agronomica all'innovazione dei sistemi colturali mediterranei".

"La nostra ricerca, nel rispetto del protocollo di Kyoto, mira ad utilizzare le piante per produrre energia senza emissione aggiuntiva di CO2 se non quella già incamerata dalla stessa pianta di cardo o canna comune - ha spiegato la docente Copani -, è ovvio che prima di realizzare energia con questo sistema occorreranno diversi anni e soprattutto un sostegno dalle istituzioni. Le colture da energia non sono molto remunerative e quindi le aziende non investono molto su questo tipo di colture".

Nel corso della relazione Copani, insieme ai docenti Cosentino e Tuttobene, ha analizzato i diversi aspetti delle innovazioni nei sistemi colturali erbacei mediterranei. "Abbiamo individuato alcune priorità su cosa e come coltivare in futuro tenendo conto dei cambiamenti climatici e del mercato - aggiunge la dott.ssa Copani -, la situazione è seria anche perché l'Italia e la Sicilia in particolare si trovano in un contesto particolare: temperature sempre più alte e meno piogge. Le conseguenze? Accelerazione dei cicli di coltura e quindi prodotti più facili da proporre sui mercati sempre più competitivi. Ma anche difficoltà aggiuntive per la coltivazione di altre piante. Occorre mettere a punto diverse strategie".