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Dibattito

Retribuzione dei medici universitari

Lettera aperta del prof. Bruno Caruso sull'interrogazione parlamentare dell'on. Dino Fiorenza relativa ai ritardi istituzionali nell'adeguamento delle retribuzioni dei medici universitari ai nuovi parametri previsti dalle disposizioni contrattuali riguardanti la dirigenza ospedaliera

 
 
14 luglio 2007

Cari colleghi,

non so se capita anche a voi ma alla fine di un faticoso anno lavorativo, vuoi per la stanchezza accumulata, vuoi per il clima di semivacanza che intorpidisce la mente e il corpo, ci si trova più disponibili a mettere in libertà pensieri che normalmente si preferisce governare con un maggiore self restraint.
Così ho deciso di affidare alla comunicazione pubblica e virtuale una breve riflessione che, in circostanze di più ferma consapevolezza e razionalità, avrei evitato di esternare.
La riflessione nasce da un fatto di cronaca politica, tutto sommato routinario e non eclatante: tra i tanti compiti istituzionali che affaticano i nostri rappresentanti parlamentari, e che saturano il loro tempo di lavoro, ci sta la  attività delle interpellanze parlamentari che, nel c.d. question time, diventa dialogo intenso e serrato, particolarmente faticoso; non nascondo che osservare tale attività, soprattutto allorché se ne fanno carico i deputati regionali, mi rende più tranquillo rispetto alla disputata questione del costo della politica; si tratta di una di quelle attività che, garantendo trasparenza e comunicazione con il corpo elettorale, in effetti giustifica pienamente l'onere che i siciliani affrontano per garantire ai deputati regionali il primato nazionale, quanto a retribuzioni.
Questo effetto consolatorio mi è stato confermato da una recente interpellanza di un deputato catanese della Margherita, onorevole Fiorenza, di cui ci ha informato la stampa.
L'onorevole Fiorenza, rivolgendosi al Presidente della Regione e all'Assessore alla sanità, ha sollevato il problema dei ritardi istituzionali nell'adeguamento delle retribuzioni dei colleghi medici universitari ai nuovi parametri previsti, ormai da tempo, dalle disposizioni contrattuali riguardanti la dirigenza ospedaliera.
Il tono della interpellanza è apparentemente freddo e asettico, lo stile decisamente burocratico e quasi ragionieristico; il che è spiegabile trattandosi di una questione tecnica abbastanza complicata e riferibile, per altro, ad un argomento, solo apparentemente, prosaico: il trattamento economico dei colleghi medici e sanitari.
Dietro il tono e lo stile freddo e burocratico, si intravede, tuttavia, una sincera e calda partecipazione, direi quasi, una immedesimazione, dell'interpellante rispetto ad un problema che sta molto a cuore ai medici universitari, non solo per ragioni economiche ma anche di status e di prestigio: nelle corsie delle aziende ospedaliere universitarie siciliane, e non solo universitarie, lavorano gomito a gomito medici universitari e medici ospedalieri che espletano la medesima attività assistenziale e che, al momento, godono di trattamenti economici notevolmente sperequati a favore dei secondi.
Il sistema normativo predispone meccanismi di progressivo e dinamico adeguamento e tuttavia la loro interpretazione, e conseguente messa a regime, è complessa, ma non al punto tale da impedirne il funzionamento. Non mi dilungo su aspetti tecnici per non tediarvi.
Cosa è accaduto all'università di Catania? Perché i meccanismi di perequazione non hanno funzionato fisiologicamente, per cui non si è provveduto ancora, a distanza di tempo, alla equiparazione dei trattamenti dei medici universitari, al punto da costringere il nostro valente Onorevole a fare gli straordinari di Luglio, rivolgendosi direttamente al governo regionale?
Volendo rendere meno gravosa la missione che pregevolmente si è intestato il nostro interpellante, sarebbe forse opportuno richiamare alcuni eventi che potrebbero agevolarlo, rendendo più precise e meglio indirizzate le sue richieste di chiarimento.
Potrebbe, per esempio, chiedere a qualificati esponenti della passata amministrazione universitaria, che ricoprono, per altro, prestigiosi incarichi politici e istituzionali, e politicamente vicini all'attuale interpellante, come mai la vicenda della perequazione delle retribuzioni dei medici universitari, che risale ormai a parecchi anni addietro, giuridicamente complicata ma non irrisolvibile, non sia stata affrontata e risolta a tempo debito.
In tal modo si sarebbe evitato l'accumulo degli arretrati che rende ogni soluzione ex post più complicata per evidenti ragioni finanziarie; ma anche l'avvitarsi della vicenda nella spirale dei ricorsi giudiziali, variante che impedisce di individuare soluzioni politiche e tecniche che non ne tengano debitamente conto.
Anzi, a voler essere precisi, è proprio nell'ostinata volontà della passata amministrazione universitaria di prendere tempo e di affidare la soluzione del problema della perequazione all'imprevedibile variabile delle sentenze del TAR e del CGA, che è riscontrabile una delle ragioni dell'attuale stallo.
Appare del tutto evidente, infatti, ma è bene ricordarlo all'interpellante, che le decisioni politiche mirate ad una certa soluzione del problema economico della perequazione, ancorché tecnicamente suffragate e ragionevoli, finiscono per essere rese meno fluide se la stessa amministrazione che intende risolvere il problema, ha, in passato, dato mandato, ai propri legali, di opporsi fermamente e fieramente al principio della perequazione dei trattamenti.
Chiarito il quadro pare opportuno lavorare insieme per la soluzione del problema.
Personalmente, sono convinto, per l'esperienza maturata sul campo, che questioni di tale portata vanno risolte, come si suol dire, step by step, e che la rilevanza politica regionale, che il problema della perequazione ha finito per assumere, impedisca che essa sia affrontata e risolta in modo differenziato, dai singoli atenei: da cui la ragionevolezza della soluzione politica attraverso un tavolo tecnico regionale.
In attesa, tuttavia, di una definizione globale della rilevante questione economica, sarebbe probabilmente opportuno distinguere l'entrata a regime dei nuovi trattamenti, dal problema degli arretrati.
Ciò anche per evitare l'accavallarsi con i nuovi rinnovi contrattuali alle porte.
L'entrata a regime dei nuovi (ma ormai vecchi) trattamenti potrebbe essere risolta immediatamente; la questione degli arretrati, che presenta aspetti giuridici e finanziari più problematici e la cui soluzione impone mediazioni più ponderate, potrebbe essere affrontata con i dovuti passaggi politici, istituzionali e conciliativo/giudiziari.
La lucida e ferma determinazione dell'onorevole Fiorenza a risolvere il problema appare, dunque, indispensabile; ci consenta tuttavia di ricordare che, in questo caso, per i risvolti tecnici che la questione si trascina, vale il suggerimento di un grande statista, secondo cui "la politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici ".
Prof. Bruno Caruso (ordinario di Diritto del Lavoro)


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XIV LEGISLATURA ARS

INTERROGAZIONE (Risposta scritta)

Al Presidente della Regione e all'Assessore per la Sanità,

PREMESSO che:

il 5 febbraio 2007 è stato costituito un "tavolo tecnico"  di concertazione tra l'Assessorato regionale alla Sanità e le Università dell'Isola con l'obiettivo di affrontare tematiche di particolare e rilevante importanza per le attività delle facoltà di medicina e chirurgia anche con riferimento alle prospettive future;

· in particolare, il predetto tavolo tecnico avrebbe dovuto:

1.  affrontare le tematiche relative delle Aziende Ospedaliere Universitarie (AOU);

2.  definire lo schema quadro delle attività in essere delle AOU;

3.  coordinare le strategie della pianificazione sanitaria regionale con quelle delle AOU;

4.  programmare in funzione della successiva revisione dei vigenti protocolli di intesa tra la Regione e le Università;

5.  definire i criteri ulteriori (addendum al protocollo di intesa) per quel che concerne diritti e doveri dei docenti universitari in convenzione

CONSIDERATO che:

· proprio la cogenza del tema dei rapporti tra la sanità regionale e le università aveva indotto l'Assessore ad istituire il "tavolo tecnico di concertazione";

· le molteplici criticità da tempo aperte sono divenute sempre più gravi compromettendo seriamente la necessaria sinergia tra sanità regionale ed università;

· le stesse aspettative dei docenti universitari interessati al rispetto del loro peculiare stato giuridico nonché a condizioni di lavoro adeguate ad esprimere al meglio la loro professionalità medica, coniugando l'impegno istituzionale  della didattica e della ricerca con l'assistenza sanitaria che è funzionale all'impegno di docente dell'università, restano tutt'ora disattese;

PRESO ATTO che:

· ancora oggi, a distanza di oltre cinque mesi, i docenti universitari, a cui l'istituzione del c.d. "tavolo tecnico" era stata notificata e pubblicizzata, non hanno notizia alcuna in ordine alle attività del tavolo di concertazione ed agli eventuali risultati positivi raggiunti dallo stesso,

PER SAPERE:

· qual' è attualmente lo stato dei lavori del c.d. "tavolo tecnico di concertazione" istituito il 5 febbraio u.s. tra l'Assessorato regionale alla sanità e le università isolane anche relativamente all'addendum all'art. 10 comma 9 del protocollo di intesa

· se e quali iniziative concrete sono state assunte o si intendono assumere in ordine alle differenze retributive che in atto persistono tra docenti universitari con compiti assistenziali e dirigenti medici del SSN, benché di fatto svolgano medesime mansioni;

· se e quali ulteriori iniziative sono state adottate o si intendono adottare in ordine alle differenze retributive che esistono tra i docenti delle facoltà di medicina e chirurgia nelle tre università siciliane;

· quali iniziative, inoltre, sono state assunte in merito alla applicazione del CCNL della sanità, peraltro già da tempo operativo per i dirigenti medici del S.S.N.;

· se, infine, l'Assessore alla Sanità non ritenga di dover doverosamente e dettagliatamente relazionare alla Commissione parlamentare della Sanità sullo stato dei lavori del tavolo tecnico di concertazione; sui piani aziendali delle AUO nonché sul nuovo modello di protocollo di intesa tra la Regione e le Università.

(L'interrogante chiede risposta scritta con urgenza)

(22 giugno 2007)
FIORENZA DINO