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E se i Mille fossero sbarcati a Sciacca?

Assegnato a quattro studenti di Lettere un premio per una ricerca originale sulle gesta dell'Eroe dei due mondi, nel bicentenario della sua nascita

 
 
04 luglio 2007
di Mariano Campo
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Quattro studenti della Facoltà di Lettere e filosofia hanno ricevuto questa mattina il premio istituito dal Comitato provinciale per la valorizzazione della cultura della Repubblica nel contesto dell'Unità europea per il miglior elaborato su Giuseppe Garibaldi, da loro condotto nell'ambito dei corsi di Storia del pensiero economico e di Storia contemporanea.

Si tratta di Emanuela Vincenza Baeli, Maria Giovanna Battiato, Lidia Capizzi e Giuseppe Gulina, la cui ricerca su "Garibaldi e l'ideologia repubblicana" è stata giudicata dalla commissione particolarmente meritevole "per aver messo inevidenza non solo l'ideologia democratico-repubblicana, ma anche, da un lato, il ruolo svolto da Garibaldi nel processo di unificazione italiana e, dall'altro, la sua vocazione 'internazionalista', la sua azione in Sud America e in Europa". La ricerca mette in oltre in evidenza il rapporto dell'Eroe dei due mondi con la Sicilia: "gli allievi hanno dimostrato, attraverso ricerche originali, le speranze di democrazia e di riscatto sociale suscitate in tanti centri siciliani - a Marsala come a Catania - dall'arrivo del Generale: speranze in qualche caso disattese, in altri mantenute". Tra l'altro, i quattro "storici" in erba della Facoltà di Lettere hanno anche scoperto una vera e propria "chicca": i Mille, partiti dallo scoglio di Quarto, sarebbero infatti dovuti approdare sulle coste meridionali dell'Isola, nei pressi di Sciacca. Poi però qualcosa andò storto e decisero di fare rotta su Marsala.


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Il riconoscimento è stato assegnato agli studenti nel corso di una cerimonia che si è tenuta nell'aula magna del Palazzo centrale dell'Università di Catania. "Questa manifestazione - ha sottolineato il prefetto di Catania, Anna Maria Cancellieri Peluso, che presiede il Comitato provinciale per la valorizzazione della cultura della Repubblica - dà il via alle iniziative per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, un personaggio che dobbiamo ritenere determinante per la storia del nostro Paese. Prossimamente organizzeremo altri convegni e momenti celebrativi, con l'obiettivo di alimentare il dibattito e l'approfondimento sulla sua figura, nella consapevolezza che i nostri giovani non possono costruire il loro futuro se non hanno ben salda la conoscenza delle loro radici".

Questo percorso trova una sponda fondamentale nell'ateneo catanese, come ha sottolineato il rettore Antonino Recca: "Siamo ben lieti di collaborare alla realizzazione di questi eventi - ha detto il rettore -, che certamente costituiranno un momento di riflessione e di confronto per i nostri studenti. Tutte le discussioni, anche quelle che toccano i tasti più critici, sono le benvenute: l'Università è, a mio modo di vedere, il luogo deputato per il dibattito su questi argomenti della nostra storia".

"Il lavoro di ricerca svolto da questi ragazzi - ha aggiunto il sindaco Umberto Scapagnini - è un segnale positivo per l'intera città, poiché rappresenta uno stimolo a cercare di capire e di ricostruire, con consistenza e lucidità, un momento fondamentale della storia italiana, quale è il Risorgimento, dal quale deriva direttamente la nostra società com'è ora, nel bene e nel male".

La professoressa Pina Travagliante, docente di Storia contemporanea e componente della commissione insieme alla collega Cettina Spoto e alla dottoressa Michela La Iacona della Prefettura, ha illustrato poi in sintesi la metodologia degli allievi che hanno partecipato al concorso, suddivisi in 35 gruppi di lavoro formati da 4-5 studenti ciascuno. "Alcuni di loro hanno approfondito il periodo della formazione di Garibaldi - ha spiegato, annunciando che l'iniziativa sarà ripetuta nel prossimo mese di ottobre ed estesa a studenti di altre facoltà -, altri hanno esaminato gli aspetti legati all'ideologia democratica e al rapporto con Mazzini e Saint-Simon. C'è stato poi chi ha vagliato gli elementi connessi al processo di unificazione italiano e alla vocazione internazionalistica del Generale nizzardo, altri ancora infine hanno guardato alle speranze suscitate in Sicilia dallo sbarco dei Mille".


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Un ultimo capitolo della ricerca è stato dedicato all'interpretazione storiografica della figura di Garibaldi, "che in realtà non ha mai suscitato giudizi unanimi". Piuttosto controversi, anzi, fra loro. Gli storici liberali hanno sempre cercato infatti di sminuire il suo ruolo enfatizzando quello di Cavour, i democratici hanno colto invece soprattutto nell'epopea del Risorgimento l'insipienza della monarchia sabauda e dei movimenti rivoluzionari, che hanno richiesto la comparsa sulla scena di un "eroe" come Garibaldi, l'unico in grado di forzare il corso degli eventi. La lettura della scuola marxista parla di quel periodo come di una rivoluzione mancata, poiché nessuno si pose il problema del riscatto sociale e della distribuzione delle terre ai contadini, così come gli storici del periodo fascista interpretarono Garibaldi quasi come un precursore del ventennio, in quanto al tema dell'inserimento delle masse nella vita dello Stato, portato poi a termine dal movimento mussoliniano. E così via, in un rapido excursus che passando da Sereni, Carocci e Salvadori giunge fino alla "riabilitazione" compiuta negli anni '80 da Bettino Craxi, che sottolinea il socialismo di matrice democratica, dalla forte vocazione internazionalistica, del capo delle "camicie rosse".

"Ricorrendo per la loro ricerca a documenti dell'epoca conservati in diverse biblioteche siciliane - ha specificato la prof.ssa Travagliante - i nostri studenti hanno portato alla luce anche elementi interessanti ed originali sulla figura di Garibaldi, trattata costantemente con equilibrio e spirito critico. Carte alla mano, abbiamo oggi motivo di pensare, per esempio, che il fatidico sbarco sarebbe dovuto avvenire prima a Sciacca e non a Marsala: a seguito del tradimento di alcuni suoi referenti in Sicilia, però, il Generale cambiò strategie e. andò come sapete. Insomma, un sincero plauso vada a questi allievi che hanno saputo scrivere una nuova piccola pagina di storia su Garibaldi".