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Ingegneria

Red noisy night, una festa per parlare dell'acqua

Alla Cittadella tra musica e impegno, per l'evento di fine anno organizzato dal Collettivo Tiromancino

 
 
29 giugno 2007
di Fabio D'Urso
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Una notte e un concerto, dopo un pomeriggio caldo. Una notte red noisy troppo calda per non bere insieme agli amici un bicchiere di vino, così estiva per lasciare alla brace le salsicce mentre le band stanno suonando "la libertà e l'impegno" dentro la città.

Quello dell'11 giugno scorso è l'undicesimo organizzato alla Cittadella Universitaria dal collettivo Tiromancino, una festa di musica e d'impegno a favore della raccolta di firme, sostenuta in Italia, per favorire la proposta di legge che ridefinisca l'acqua come bene comune, pubblico, partecipato democraticamente per tutti.

"A red noisy night XI" ha visto alcune migliaia di studenti alla cittadella restare per tutta la notte a far festa con la musica degli Archinuè, degli Archikitanza, degli Skaramanzia. Loro hanno voluto esserci per sostenere questa campagna "Acqua pubblica ci metto la firma" che in tutta l'Italia ha raccolto circa 300.000 mila firme, che saranno consegnate al presidente della Camera il 10 luglio prossimo. L'incontro catanese si è tenuto circa un mese dopo l'approvazione alla Camera dei Deputati dell'emendamento al disegno di legge "Bersani" contenente il provvedimento di moratoria sui processi di privatizzazione dell'acqua. L'emendamento prevede che, fino all'approvazione di una nuova normativa relativa alla gestione del servizio idrico integrato, in attuazione dei decreti correttivi del decreto ambientale, siano sospesi tutti gli affidamenti a soggetti privati, compresi quelli attualmente in corso. Appena due mesi fa, padre Alex Zanotelli, ospite dell'Università di Catania al Monastero dei Benedettini, aveva spiegato che "l'acqua è ormai l'oro blu del futuro che sostituirà l'oro nero. Di tutta l'acqua, solo il 3% è potabile. Di questo 3%, il 2,70% è usato nell'agricoltura industriale. Ci rimane solo lo 0,30% dell'acqua su cui c'è già una pressione enorme".


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Per questo, l'evento festoso è stato accompagnato da una iniziativa di analisi e di approfondimento sull'acqua che ha coinvolto la facoltà di Ingegneria del nostro ateneo: "Siamo preoccupati - ha osservato Enrico, esponente dell'associazione studentesca - per il fatto che più di un miliardo e quattrocento milioni di persone oggi soffre per la mancanza di acqua". Poi subito la parola ad Alessandro Ancarani, docente di Ingegneria economica ambientale che ha tenuto una relazione sulla gestione dei servizi idrici, offrendo una lettura del problema che va dalla definizione del Libro Verde dei servizi di interesse generale fino agli ultimi sviluppi della recente legislazione: una sorta di fenomenologia delle Ambiti Territoriali Ottimali con esempi e comparazioni di gestione attuale in Sicilia delle Ato.

Federico Vagliasindi, docente di Ingegneria sanitaria ambientale, ha passato in rassegna le luci e le ombre dei servizi idrici integrati, rilevando cone la legge Galli abbia portato ad un'innovazione del sistema rispetto alla precedente legge Merli. Il docente di Ingegneria agraria Giuseppe Girelli si è occupato del riuso delle acque piovane e della sostenibilità agricola nell'uso dell'acqua. Una riflessione che diventa attualissima pensando ai campi da golf che si vogliono ad esempio realizzare nel territorio della provincia di Ragusa e raffrontando la nostra legislazione con quella spagnola che prevede l'irrigazione di essi solo con le acque piovane e che affronta metodi per il recupero dell'acqua (quello dai tetti di plastica delle serre) per ricordare quanto spaventosi siano i consumi, spesso ingiustificati nella agricoltura.

Sara Giorlando ha illustrato il contesto italiano, spiegando i dieci punti della legge: "L'acqua è bene comune, ed è un bene finito". Ha parlato del bilancio idrico, del servizio idrico integrato a vantaggio delle persone, ribadendo un fermo "no" alle gestioni miste.


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Poi, finito il dibattito, spazio all'intervento musicale degli Skaramanzia, band iblea nata tre anni fa per iniziativa di Spazio, Pipe e Sandru che sono Fabio Pitino, la voce del gruppo; Filippo Susino, il bassista, ed Alessandro Giardina, il batterista. Adesso sono diventati sei con Sergio "U Liuni", sax e tenore e contralto, con "Sir Claudio" Giunta al trombone e con il keiboarder Marco Restivo. Sono musicisti ma anche studenti lavoratori. Con la loro musica Ska ispirata ai Meganoidi, ai Persiana Jones e agli Ska-P gridano l'antimafia siciliana dei giovani. Il loro ska/reggae con le sue influenze rock-punk e pillole di blues ed etnica fa della loro esibizione di stasera un momento di alta consapevolezza civile.

Subito dopo gli Anzikitanza, nove musicisti di diversissima eterogeneità culturale, tra cui l'unica cantante donna della serata. Con canottiera bianca e capellini siculi, raccontano la tradizione popolare e denunciano le trivellazioni petrolifere nel Val di Noto. Sotto il palco i ragazzi cominciano le danze, tra suoni reggae, ska, e rocksteady. Anche questa felice band ha suonato con artisti come Meg (ex 99 Posse), Radici nel cemento, Roy Paci e Aretuska, Caparezza, Julian Marley, Anthony Johnson. E hanno partecipato quest'anno al Rototom Sunsplash Festival. Non resta che trovare il loro primo cd "Orientale Sicula" in uscita tra breve.

Alla fine sono arrivati, con i loro volti di arcobaleno di valori musicali, gli Archinué, che alcuni anni fa sono stati premiati dalla critica al Festival di Sanremo, offrendo il loro repertorio classico e molta musica d'autore. Sono stati davvero radiofonici. Anzi acquafonici.