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Notizie
Integrazione attiva e partecipata

"Giocante" e lo stupore della creatività

Inaugurata la mostra di sculture in cartapesta promossa dal Cinap e da "Bottega Cartura"

 
 
22 giugno 2007
di Fabio D'Urso
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Un laboratorio di arte e relazioni per imparare il gioco dell'integrazione. Un laboratorio dove in tanti, e in particolare dieci giovani universitari dell'ateneo catanese, hanno imparato ad usare l'arte degli oggetti di cartapesta come strumento di contatto dentro il loro gruppo di lavoro e studio, che ha avuto come tema vitale quello delle relazioni amicali, del riconoscimento del valore della individualità di ognuno, delle dinamiche di integrazione e di interazione. Un laboratorio che ha prodotto quel gigante di cartapesta che il Cinap - il Centro per l'integrazione attiva e partecipata dell'Università di Catania - invita ad andare a vedere alla bottega Cartura in via Passo di Aci 9. Un laboratorio sui percorsi di integrazione, e sulla terapia dell'empatia dentro il gruppo per ognuno di questi studenti, sull'opera di cartapesta e sulla creatività che nasce dall' interazione comune e dalla amicizia.

Si chiama "Giocante" la mostra inaugurata venerdì scorso, 22 giugno, prmossa dal Cinap in collaborazione con i maestri di Cartura (Alfredo Guglielmino, Davide Minaldi, Roberta Canto). E il simbolo dell'iniziativa è proprio quell'enorme scultura di cartapesta, che rappresenta un personaggio "giocante", realizzato dagli allievi del corso al termine di dodici incontri, alle prese con con i movimenti del gruppo e con le relazioni affettive espresse da un cuore luminoso, situato alla sua destra. Ragazzi di diverse facoltà alle prese con la realizzazione di quest'opera, e impegnati nell'attivazione di dinamiche di apprendimento per imparare gli strumenti dell'integrazione: Massimo, Camarda, Elisa Chiavetta, Antonello De Crescenzo, Simona Frasca, Carmela Giuffrida, Michelangelo Maugeri, Paola Modica, Giuliano Motta, Soraya Scuderi, Elena Cantarella.


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"Questo nostro progetto di arte è cominciato dieci anni fa - spiegano Alfredo, Roberta e Davide -, una ricorrenza che intendiamo festeggiare con uno spettacolo di musica e oggetti animati, una sorta di macchina delle invenzioni di cartapesta nello spirito rinascimentale di Leonardo". Davide Minaldi ci racconta anche di questo particolare spazio creata insieme ai ragazzi: questa stanza dei giochi e delle relazioni che ha come ospite questo gigante mitizzato realizzato.

Carla De Gaetano ha sostenuto da psicologa questa esperienza: "Integrazione e creatività camminano insieme in questo progetto pedagogico. L'obiettivo è quello di lavorare con le abilità di tutti, dato che i processi artistici favoriscono un benessere psicologico".

Nel corso dell'inaugurazione, il laboratorio è stato "raccontato" ai visitatori con il linguaggio semplice e diretto di chi ha partecipato all'esperienza e con alcuni video, ma soprattutto è stato esaltato dalla realizzazione finale, il gigante mimetizzato nella prima stanza della bottega, che attira la curiosità e lo stupore dei visitatori. Ma questa festa ha avuto come ospiti anche i numerosi stimatori dei maestri della bottega, che da un decennio vi si recano per ammirare le numerose forme che la carta riciclata ha permesso di creare quasi dal nulla: aeroplani e barchette, giradischi e porta specchiere, sedie e burattini, tutti esposti nelle piccole stanze di Cartura. Fra loro anche chi ha partecipato, come diversamente abile, alle altre edizioni del laboratorio, e una giovane fotografa, Dorine Brun, che ha "immortalato" le ultime fasi della lavorazione e la vita interna del "gruppo".


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"Abbiamo realizzato un gigante con fattezze umane - osserva Paola Modica, studentessa di Fisica -, con le proporzioni fisiche dell'uomo, senza però nessuna ricerca esasperata di realismo. Ci siamo ispirati a noi stessi, ai nostri corpi, e alle relazioni tra di noi. Ci guardavamo l'uno con l'altro e lì trovavamo l'ispirazione. Abbiamo realizzato il gigante senza le orecchie, senza occhi, e seduto con le gambe inermi. E' stata una scelta per raccontare gli handicap di chi non ha l'uso dell'udito, degli occhi, delle gambe. Prima di realizzare il gigante abbiamo realizzato il suo cuore, una lampada esterna al gigante. Esso supera i limiti della incomunicabilità e della disabilità. Supera i limiti fisici e quelli mentali, e aiuta a trovare il senso della fraternità entro contesti di gruppo. Il cuore aiuta a pensare la differenza come ricchezza e a superare le incomprensioni". Massimo Camarda spiega che lui "ha deciso di partecipare al laboratorio per imparare a costruire maschere di carnevale. Facendo gruppo, però, ho imparato meglio a guardarmi e a guardare meglio gli altri". Per Carmela Giuffrida "occorre fare capire agli altri l'importanza di accettare la disabilità". "Voglio fare l'avvocato in futuro - afferma - per dare la possibilità a persone disabili di avere le stesse opportunità di vita di chi apparentemente non ha disabilità. C'è ancora molta chiusura, c'è ancora così poca gentilezza verso i diversamente abili, che invece hanno molte qualità e l'esigenza forte di poterle mostrare agli altri".