"Un mondo a parte", è stato chiamato il primo incontro promosso mercoledì 6 giugno dal Centro per l'integrazione attiva e partecipata (Cinap) dell'Università di Catania nell'aula magna della facoltà di Ingegneria. Un "mondo a parte" per sottolineare il superamento di ogni barriera: non soltanto quelle architettoniche, ma anche le barriere delle forme mentis culturali e sociali. Un mondo a parte per dire in modo positivo che non può esistere nessuna realtà confinata ed esclusa, che si può invece attraversare la "burrasca della vita" in modo risolutivo. Un mondo a parte per promuovere non solo la vita dei disabili, ma anche gli strumenti e gli ausili tecnologici che permettono una vivibilità e un'integrazione reale per tutti.
Il primo seminario, che ha visto la partecipazione del preside di Ingegneria Luigi Fortuna e di tanti altri docenti della facoltà (Luigi Compagno e Antonella Distefano sono i referenti del Cinap per la Facoltà di Ingegneria), si è aperto con la testimonianza di Martino Florio e di Antonino Capra, studenti all'Università di Catania, che in questi anni sono stati protagonisti di record sportivi ed hanno utilizzato la loro visibilità nazionale per promuovere, iniziative culturali di riflessione e denuncia sulle barriere architettoniche.
In questo seminario lo spunto tematico è stato quello dello sport in mare dove non esistono barriere, a differenza dei centri abitati, dove ancora l'accessibilità è un valore non sempre attuato. Martino Florio, con il suo record di immersione in mare di 51 metri è infatti il testimonial eccellente di questi valori. Al suo fianco, Antonio Magra, studente di architettura a Siracusa e rappresentante all'Università di Catania per gli studenti disabili, campione nazionale dei cento metri e di lancio del peso.
Architectural barriers, come identificativo degli ostacoli che possono creare le condizioni di un mondo a parte, che invece dovrebbe essere soltanto il mondo profondo subacqueo. Esse sono tutti gli ostacoli o impedimenti di natura fisica che negano o limitano la possibilità di movimento di una persona con deficit, e quindi che di fatto ha un handicap che la limita, nel suo movimento all'interno che all'esterno di una qualsiasi struttura architettonica. La progettazione senza barriere, l'autonomia di chi entra o esce da un qualsiasi locale, la caratteristica di flessibilità, quella di adattabilità, la ricerca di forme che non sono connotate da soluzioni "strettamente" speciali, distinte o non integrate, la curabilità delle soluzioni funzionali, la garanzia dei livelli di sicurezza, sono tutti quei valori che non possono essere più rimossi dalla coscienza e dalla scienza delle costruzioni delle nostre città. A Catania, ad esempio si domanda la professoressa Marcella Renis, presidente del Cinap e delegata del rettore alle problematiche della disabilità, quanti e quali sono i luoghi pubblici fruibili a tutti? "Per questo - aggiunge - stiamo lavorando per realizzare una mappa della città che evidenzi i luoghi accessibili e quelli impraticabili per chi ha un handicap".
Ma ci sono altre barriere che possono essere superate con l'aiuto dei nuovi supporti tecnologici, come ha evidenziato il professor Bruno Andò, docente del Dipartimento di Ingegneria elettrica elettronica e dei sistemi: "In particolare, stiamo studiando delle soluzioni che, attraverso sistemi sensoriali elettronici, possano riuscire a migliorare la fruibilità degli spazi alle persone con deficit motorio o percettivo". Tali studi mirano a creare degli ausili elettronici che aiutano il disabile al superamento del proprio handicap e delle barriere sensoriali. "La ricerca sta facendo grandi passi avanti - ha proseguito Andò - specialmente per deficit percettivi specifici e la sperimentazione è essenziale per rendere più semplice la vita dei portatori di handicap visivi, auditivi, motori e extrasensoriali". La finalità di questo seminario itinerante in questa sede è pertanto quella di coinvolgere gli studenti di Ingegneria verso queste problematiche e sensibilizzarli a fare qualcosa nei loro studi, e nella costruzione della propria professione.
L'accessibilità alla città e ai luoghi pubblici per un portatore di handicap è un valore o disvalore sostanziale. "In mare invece non ci sono barriere" afferma Martino Florio, che ha voluto proporre ai numerosi intervenuti alcuni filmati per aiutare a comprendere come, ad esempio, quattro persone con disabilità diverse riescano a vivere in acqua in modo del tutto normale. Un'altra testimonial d'eccezione è Benedetta Spampinato, ipovedente, che si allena per battere il record di immersione femminile: lei studia, scia, fa parte della nazionale: "Per me - ribadisce - lo sport è uno strumento di promozione integrale, sociale e politica con la quale tante persone disabili potrebbero avere una vita senza esclusione". "Il 14 luglio - annuncia inoltre Benedetta - verrà inaugurato ad Acitrezza il percorso marino subacqueo per i non vedenti".
Per Antonino, "lo sport aiuta a far cadere qualsiasi barriera psicologica, è pari opportunità per tutti, aiuta a creare percorsi possibili di condivione, è realizzazione comune di traguardi e obiettivi, è segno di una società che sa credere al valore delle differenze e delle singolarità di ognuno".
L'obiettivo ideale, insomma, è quello di un mondo dove non ci siano gare per abili e gare per disabili: "Un sogno di pari opportunità - osserva la prof.ssa Renis - e di realizzazione della propria abilità personale, un mondo nel quale lo sport aiuti a integrare, a trovare relazioni di parità, strategie comuni, realizzazione di gruppo, autostima personale e forza per abbattere qualsiasi pregiudizio sociale".