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Cinap

Lo sport abbatte le barriere

A Ingegneria primo seminario con la partecipazione di studenti e sportivi para-limpici

 
 
11 giugno 2007
di Fabio D'Urso
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"Un mondo a parte", è stato chiamato il primo incontro promosso mercoledì 6 giugno dal Centro per l'integrazione attiva e partecipata (Cinap) dell'Università di Catania nell'aula magna della facoltà di Ingegneria. Un "mondo a parte" per sottolineare il superamento di ogni barriera: non soltanto quelle architettoniche, ma anche le barriere delle forme mentis culturali e sociali. Un mondo a parte per dire in modo positivo che non può esistere nessuna realtà confinata ed esclusa, che si può invece attraversare la "burrasca della vita" in modo risolutivo. Un mondo a parte per promuovere non solo la vita dei disabili, ma anche gli strumenti e gli ausili tecnologici che permettono una vivibilità e un'integrazione reale per tutti.

Il primo seminario, che ha visto la partecipazione del preside di Ingegneria Luigi Fortuna e di tanti altri docenti della facoltà (Luigi Compagno e Antonella Distefano sono i referenti del Cinap per la Facoltà di Ingegneria), si è aperto con la testimonianza di Martino Florio e di Antonino Capra, studenti all'Università di Catania, che in questi anni sono stati protagonisti di record sportivi ed hanno utilizzato la loro visibilità nazionale per promuovere, iniziative culturali di riflessione e denuncia sulle barriere architettoniche.


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In questo seminario lo spunto tematico è stato quello dello sport in mare dove non esistono barriere, a differenza dei centri abitati, dove ancora l'accessibilità è un valore non sempre attuato.  Martino Florio, con il suo record di immersione in mare di 51 metri è infatti il testimonial eccellente di questi valori. Al suo fianco, Antonio Magra, studente di architettura a Siracusa e rappresentante all'Università di Catania per gli studenti disabili, campione nazionale dei cento metri e di lancio del peso.

Architectural barriers, come identificativo degli ostacoli che possono creare le condizioni di un mondo a parte, che invece dovrebbe essere soltanto il mondo profondo subacqueo. Esse sono tutti gli ostacoli o impedimenti di natura fisica che negano o limitano la possibilità di movimento di una persona con deficit, e quindi che di fatto ha un handicap che la limita, nel suo movimento all'interno che all'esterno di una qualsiasi struttura architettonica. La progettazione senza barriere, l'autonomia di chi entra o esce da un qualsiasi locale, la caratteristica di flessibilità, quella di adattabilità, la ricerca di forme che non sono connotate da soluzioni "strettamente" speciali, distinte o non integrate, la curabilità delle soluzioni funzionali, la garanzia dei livelli di sicurezza, sono tutti quei valori che non possono essere più rimossi dalla coscienza e dalla scienza delle costruzioni delle nostre città. A Catania, ad esempio si domanda la professoressa Marcella Renis, presidente del Cinap e delegata del rettore alle problematiche della disabilità, quanti e quali sono i luoghi pubblici fruibili a tutti? "Per questo - aggiunge - stiamo lavorando per realizzare una mappa della città che evidenzi i luoghi accessibili e quelli impraticabili per chi ha un handicap".

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Ma ci sono altre barriere che possono essere superate con l'aiuto dei nuovi supporti tecnologici, come ha evidenziato il professor Bruno Andò, docente del Dipartimento di Ingegneria elettrica elettronica e dei sistemi: "In particolare, stiamo studiando delle soluzioni che, attraverso sistemi sensoriali elettronici, possano riuscire a migliorare la fruibilità degli spazi alle persone con deficit motorio o percettivo". Tali studi mirano a creare degli ausili elettronici che aiutano il disabile al superamento del proprio handicap e delle barriere sensoriali. "La ricerca sta facendo grandi passi avanti - ha proseguito Andò - specialmente per deficit percettivi specifici e la sperimentazione è essenziale per rendere più semplice la vita dei portatori di handicap visivi, auditivi, motori e extrasensoriali". La finalità di questo seminario itinerante in questa sede è pertanto quella di coinvolgere gli studenti di Ingegneria verso queste problematiche e sensibilizzarli a fare qualcosa nei loro studi, e nella costruzione della propria professione.

L'accessibilità alla città e ai luoghi pubblici per un portatore di handicap è un valore o disvalore sostanziale. "In mare invece non ci sono barriere" afferma Martino Florio, che ha voluto proporre ai numerosi intervenuti alcuni filmati per aiutare a comprendere come, ad esempio, quattro persone con disabilità diverse riescano a vivere in acqua in modo del tutto normale. Un'altra testimonial d'eccezione è Benedetta Spampinato, ipovedente, che si allena per battere il record di immersione femminile: lei studia, scia, fa parte della nazionale: "Per me - ribadisce - lo sport è uno strumento di promozione integrale, sociale e politica con la quale tante persone disabili potrebbero avere una vita senza esclusione". "Il 14 luglio - annuncia inoltre Benedetta - verrà inaugurato ad Acitrezza il percorso marino subacqueo per i non vedenti".

Per Antonino, "lo sport aiuta a far cadere qualsiasi barriera psicologica, è pari opportunità per tutti, aiuta a creare percorsi possibili di condivione, è realizzazione comune di traguardi e obiettivi, è segno di una società che sa credere al valore delle differenze e delle singolarità di ognuno".

L'obiettivo ideale, insomma, è quello di un mondo dove non ci siano gare per abili e gare per disabili: "Un sogno di pari opportunità - osserva la prof.ssa Renis - e di realizzazione della propria abilità personale, un mondo nel quale lo sport aiuti a integrare, a trovare relazioni di parità, strategie comuni, realizzazione di gruppo, autostima personale e forza per abbattere qualsiasi pregiudizio sociale".