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Tessitore: "Brutte prospettive per l'università italiana"

Il parlamentare ed ex rettore napoletano ai Benedettini: "Deluso da Mussi e Padoa-Schioppa"

 
 
01 giugno 2007
di Eva Spampinato
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"In questi miei lunghi anni di carriera ho sempre pensato che il ministro dell'Istruzione, poi dell'Università e Ricerca, in carica fosse il peggiore di tutti. Mi sono sempre dovuto ricredere: quello che è venuto dopo, è sempre stato peggio". Un giudizio severo eppur ironico quello offerto ieri pomeriggio dall'on. prof. Fulvio Tessitore, riguardo lo stato dell'università in Italia e la gestione della riforma accademica.

Occasione di dibattito è stato l'incontro organizzato dalla Facoltà di Lettere e filosofia sul tema "Problemi e prospettive dell'università italiana", che si è svolto venerdì scorso ai Benedettini. "Un tema purtroppo non nuovo - ha commentato il membro della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera dei deputati - che trova da parte mia sfiducia e sconforto". Parla chiaro l'ex rettore dell'Università Federico II di Napoli che si trova a dover criticare, con la dovuta dose di preoccupazione, il governo attuale, sostenuto dalla maggioranza di cui egli stesso fa parte. "Dopo le dichiarazioni iniziali del ministro Mussi, che avevano aperto una prospettiva di cambiamento e incremento di risorse - ha detto Tessitore - stiamo assistendo a provvedimenti sbagliati, come quello sui ricercatori, e tagli sempre più consistenti ai fondi per la ricerca e la formazione. Quando invece in campagna elettorale mi fu chiesto di propagandare esattamente l'idea opposta: cioè l'intenzione di tornare ad investire sull'università".


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Una critica pungente e attenta, quella riportata dall'accademico dei Lincei nel Coro di notte dell'ex monastero. Al tavolo insieme al parlamentare, anche il rettore dell'ateneo catanese, Antonino Recca, il preside di Lettere, Enrico Iachello e il prof. Giuseppe Giarrizzo. E riguardo il taglio dei fondi sulla ricerca e sulla formazione, Tessitore non le manda certo a dire. "Il ministro dell'Economia, Padoa-Schioppa, ha detto che per trovare i fondi necessari per l'università italiana i singoli atenei dovrebbero ridurre le proprie diseconomie. Che iniziasse lui a ridurre le diseconomie del suo Ministero, a partire dalle Scuole Superiori".

Critico anche sul sistema del 3 + 2 o del 1 + 2 + 2 che , sebbene avesse una iniziale giustificazione relativa alle trasformazioni sociali del paese e al processo di omogeneizzazione con le università europee, è stato interpretato in maniera riduttiva dagli atenei italiani. "Una 'formula cabalistica' che non può funzionare se non è accompagnata da interventi capillari e sistematici di riforma - ha sottolineato Tessitore -. Una riforma sana non deve riguardare solo l'architettura formale, ma deve avere un carattere organico e non parcellizzato. Già durante la scorsa legislatura avevamo presentato un documento quadro con una analisi complessiva dell'università italiana e una serie di proposte di cambiamenti di carattere organico e sistematico - un documento, "Affare Assegnato", di 25 pagine approvato all'unanimità dalla Commissione e in seguito anche dall'Aula dei deputati, quando Tessitore si trovava all'opposizione -. L'allora ministro Letizia Moratti espresse un parere positivo sul documento, ma poi se ne dimenticò. Stesso atteggiamento ha avuto l'attuale ministro Mussi. Fatto che suscita ancora più disappunto se si pensa che adesso mi trovo nella maggioranza di governo".


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Una delle proposte del documento "Affare assegnato" riguardava gli studenti. "Sono i veri protagonisti dell'università - continua Tessitore - e si dovrebbe creare uno "Statuto degli studenti" a livello nazionale e reinventare la figura dello studente insieme a quella del docente. Per quanto riguarda il sistema degli accessi, invece, bisogna fare subito una distinzione tra sistema di esaurimento e sistema dei nuovi arrivi. Nel documento - dice ancora il membro della VII Commissione cultura - prospettavamo due possibilità: il vincitore unico e una lista degli idonei che si basi sul principio della valutazione". E sul regolamento dei concorsi dei ricercatori, il prof. Tessitore contesta chiaramente il principio dei presunti valutatori sconosciuti: "Non esiste un concorso al mondo in cui un concorrente non conosce chi lo giudica. Un principio che non sta proprio nell'ordinamento giuridico". Unico punto che vede positivo il giudizio di Tessitore, riguarda il decreto sulle classi di laurea.

Nel quadro di una università "vecchia" come quella italiana, che vedrà tra il 2003 e il 2013 27mila e 700 docenti dover lasciare la cattedra per raggiunti limiti di età, Tessitore non vede delle buone prospettive: "E' un fatto avvilente e grave che un docente "anziano" come me - dalla lunga carriera  e dalla grande memoria storica - non veda più prospettive. Le università devono far sentire le proprie voci, anche tramite gli studenti, i senatori accademici. E la Conferenza dei rettori deve proporre un programma e poi chiedere i finanziamenti".