ATTENZIONE!!!SI STA NAVIGANDO UNA VECCHIA VERSIONE DEL SITO
CLICCARE QUI PER LA VERSIONE ATTUALE DEL BOLLETTINO D'ATENEO
Notizie
Circuiti culturali

Jazz Marathon all'Università, esperimento riuscito 

Grande successo per i musicisti siciliani nella rassegna dei Benedettini

 
 
08 maggio 2007
jazzmarathon_estovest-2.jpg

Mai tanti spettatori per ascoltare musicisti "locali". Venerdì e sabato scorso l'auditorium "Giancarlo De Carlo" era gremito al limite della capienza, con tanti giovani e meno giovani assiepati a riempire ogni gradino disponibile. E' stata un inatteso successo di pubblico la proposta, condivisa dai Circuiti culturali dell'Università di Catania e dall'associazione Catania Jazz, di azzardare un'anteprima della Catania Jazz Marathon: un progetto che esordirà l'anno prossimo puntando gli occhi sulla scena europea grazie al legame con Europe Jazz Network. Per questo "numero zero" della manifestazione, ci si è limitati ad una collaborazione esclusivamente italiana ma di alto livello: Clusone Jazz Festival (presente col suo direttore artistico Livio Testa), Roccella Jonica Jazz Festival e Casa del Jazz di Roma. Le due serate sono state una fotografia sonora dei tanti jazz che risuonano nel Sud Est siciliano. E benché, come in ogni fotografia di gruppo, fosse impossibile inquadrarli proprio tutti, si può ben dire che le dieci formazioni che si sono succedute sul palcoscenico offerto dall'università hanno fornito un'immagine sufficientemente rappresentativa.

Quasi cinque ore di eccellenti esibizioni, eterogenee ma interconnesse, accompagnate da applausi calorosissimi. Difficile passare in rassegna tutti gli interpreti. Limitandoci alla serata di venerdì, si è potuto ascoltare il timbro malinconico delle interpretazioni "classiche" di Antonella Leotta, accompagnata da Antonio Ferlito, in un set acustico pulito e corposo dovuto al grande affiatamento tra i due. La personalità del sax di Samyr Guarrera e il tocco brillante di Enzo Pafumi (chitarra) hanno reso molto accattivante il groove del loro gruppo. Mentre i brani, composti dallo stesso Guarrera come sintesi di innumerevoli influenze, hanno messo in evidenza le parentesi improvvisative di ciascun musicista, fra tutti il batterista Pucci Nicosia. Particolarmente applaudito è stato l'intervento di Rosalba Bentivoglio, special guest per il pezzo di chiusura. Notevole anche il contributo del "Tributo a Steve Swallow" del Cristiano Giardini Quintet. Oltre al sassofonista catanese, c'erano infatti la sensibilità di Dino Rubino (tromba e flicorno), l'esperienza di Nello Toscano al contrabbasso e l'eclettismo di Claudio Cusmano alla chitarra.

E' stata quindi la volta del Gabriella Grasso - Ivan Cammarata Quartet, in completo gessato anni '30: l'unica band a giocarsi la carta del look. E qui il taglio leggermente pop della Grasso ha costituito un momento di "distrazione" dal tema jazz in senso stretto. Rivelando d'altra parte quanto il jazz sia ormai inteso come un linguaggio complesso e poroso, sempre in grado di assorbire elementi della musica popolare, etnica e di sperimentazione contemporanea. Non a caso "Est Ovest" è stata la più sperimentale tra le esibizioni proposte venerdì sera; mentre, nella serata di sabato, ancora più "destabilizzante" è apparsa la raffinata esibizione del pianista e compositore Giuseppe Finocchiaro, coi suoi chiari riferimenti alla musica colta.

La fotografia sonora ascoltata nella "Catania Jazz Marathon" meriterebbe la messa fuoco di numerosi altri dettagli. Si è avuta tuttavia l'impressione di un evento senza precedenti per l'unione tra generazioni diverse e perché l'idea di portare tutti sullo stesso palco, nel tentativo di proiettare i talenti locali verso un più vasto scenario di scambi, si è mostrata non solo praticabile ma probabilmente vincente.