ATTENZIONE!!!SI STA NAVIGANDO UNA VECCHIA VERSIONE DEL SITO
CLICCARE QUI PER LA VERSIONE ATTUALE DEL BOLLETTINO D'ATENEO
Notizie
Atenei

L'università che verrà

Classi di laurea, ricercatori, valutazione, finanziamenti: affollato incontro ai Benedettini con il consigliere politico del ministro Mussi, Giovanni Ragone

 
 
05 aprile 2007
di Eva Spampinato
Ragone 001.jpg

I tempi sono strettissimi e l'impressione è che al Ministero dell'Università e della Ricerca si stia lavorando a ritmi serrati per far quadrare il cerchio attorno ad una nuova riforma dell'università. Un orizzonte di scadenze molto stretto, di pochi mesi, per mettere in atto quei cambiamenti necessari a far "rinascere" gli atenei italiani e recuperare quel miliardo di euro che l'ultima Finanziaria nazionale ha tolto al sistema universitario nazionale e "senza il quale - parola del consigliere del ministro Fabio Mussi, Giovanni Ragone, ieri in visita a Catania - il ritardo dell'università italiana diventerà incolmabile rispetto agli atenei europei e l'Italia andrà verso un processo di decadimento". Da qui la necessità di penetrare a fondo nelle maglie di ogni singolo comparto accademico, per analizzarne singoli problemi - che poi divengono collettivi - e raccogliere proposte da parte di chi vive e lavora in questo mondo.

Per far questo, il ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi, ha inviato in giro per il Paese il suo consigliere politico, impegnato in conferenze di "aggiornamento" con docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti, sulle ultime novità legislative promosse dal Ministero di piazzale Kennedy. E il prof. Ragone, docente di Comunicazione ad Urbino, ieri, nell'aula magna del monastero dei Benedettini, è stato letteralmente sommerso di domande dai docenti e dai presidi delle Facoltà catanesi, che non si son fatti sfuggire l'occasione di lanciare anche qualche - poco velata - denuncia (la preside di Scienze della formazione, Febronia Elia, ha fatto presente come, sul tavolo nazionale, le facoltà di Formazione degli atenei meridionali siano messe in secondo piano rispetto alle quattro grandi facoltà del Nord).


Ragone 012.jpg

Ma andiamo con ordine. L'incontro verteva attorno a quattro temi: le nuove classi di laurea; la proposta di riforma dei meccanismi di reclutamento dei ricercatori; la nascita di un'Agenzia indipendente per la valutazione della ricerca, la Anvur; le nuove regole per i dottorati di ricerca.

"Dopo alcuni mesi di studio, da parte del ministro Mussi - ha spiegato Ragone, affiancato dal rettore Recca - e con non pochi problemi strutturali e di riorganizzazione, dovuti anche al fatto che il Ministero dell'Università è stato nuovamente diviso da quello dell'Istruzione Pubblica, stiamo procedendo ad una fase di riflessione collettiva che durerà circa due mesi, fino a maggio, per poi entrare nella fase di progettazione vera e propria, che durerà circa quattro mesi e all'accreditamento finale. Per quanto riguarda l'accreditamento - ha continuato Ragone - è stato già registrato alla Corte dei conti il Decreto sulle classi di laurea, insieme alle linee guida che tutti potranno visionare sino a maggio. Poi il Ministro emanerà il suo atto di indirizzo".

Ma cosa cambierà in sostanza? "Ci sarà uno stop alla frammentazione dei corsi e degli esami. Vorremmo una aggregazione in macrosettori, e non più microsettori, che riguardano le classi di laurea e i ricercatori - ha spiegato il consigliere di Mussi -. Per il resto rimangono i vecchi settori disciplinari, che in Italia sono ben 370, un'anomalia rispetto al resto d'Europa. Definiremo, inoltre, la retribuzione minima per i professori". Il decreto di Mussi introduce, a partire dall'anno accademico 2008-09, delle modifiche sostanziali alle lauree triennali e magistrali che di fatto vanificano l'adozione di un percorso a "Y" o "1+4" sostenuta dal precedente governo, fissando un tetto di 20 esami e 180 crediti per le lauree di primo livello, di 12 esami e 120 crediti per le lauree specialistiche biennali, di 30 esami per le lauree magistrali a ciclo unico di durata quinquennale e di 36 esami per quelle che si concludono dopo sei anni. "Occorre collegare maggiormente alcuni percorsi di secondo ciclo con i dottorati - ha aggiunto Ragone -, ma per farlo bisogna riformare il dottorato di ricerca e per fortuna, sono sufficienti dei decreti ministeriali. In più occorre maggiore relazione con il mercato del lavoro".

Salvaguardare l'autonomia didattica, inoltre, rimane un punto fermo del Ministero guidato da Mussi. "In questi anni l'autonomia didattica non è stata governata né livello centrale né a livello verticale, né tantomeno dagli atenei - ha accusato il consigliere del Ministro -, con l'aggravante di una disseminazione del tessuto universitario nel Paese e una dispersione dell'offerta formativa. L'intero sistema è andato, inoltre, verso la competizione basata su un "rozzo indicatore": la quantità. Non deve esistere un mercato basato sulla quantità, ma si deve tornare alle logiche della qualità e per questo chiederemo di definire dei "requisiti ottimali". Per far ciò Mussi ha voluto introdurre il ruolo dell'Anvur, che rovescerà la logica di government delle università, non più incentrata sul controllo delle procedure ma sul controllo dei risultati. Il controllo sarà affidato ad un organo terzo, svincolato dagli atenei e dal potere politico e dai risultati che ne scaturiranno dipenderanno anche i finanziamenti da assegnare alle università. Quote crescenti di fondi saranno quindi destinate in rapporto ai risultati ottenuti. Ciò non significa comunque che l'Agenzia vigilerà sul lavoro dei singoli docenti".


Ragone 015.jpg

Si profila, dunque, una svolta epocale all'interno del mondo accademico, con un'Agenzia che assegnerà le "stelline" alle università italiane e una spallata a "concorsopoli". "Per bloccare nepotismo e cooptazione si introduce un nuovo sistema di verifiche - ha chiarito il prof. Ragone - i nuovi concorsi non saranno più basati su scritto e orale, e non ci saranno "idonei" in aggiunta ai vincitori, ma soltanto un vincitore secco per ciascuna valutazione, ispirata a standard internazionali e affidata a commissari stranieri".

"Occorre inoltre - ha proseguito Ragone - un cambiamento di cultura di sistema. Le lauree di primo livello non devono essere screditate, e per far ciò occorre una migliore selezione per quelle di secondo livello, basata su precisi obiettivi formativi e professionalizzanti e su rigorosi requisiti per l'accesso. Dunque non corsi di massa". Sulla questione "3+2+2+sissis", sono stati diversi i commenti provenienti dall'uditorio. A partire dal fatto che non è possibile formare un insegnante in sette e più anni. "Siamo assolutamente contrari al 3+2+2 - ha annunciato il consigliere -: le Sissis andranno riformate o abolite, ma sempre nel quadro di un accordo tra i due Ministeri. Mussi è in trattativa con il collega Fioroni per sciogliere un nodo tecnico e politico e al massimo è disposto a mediare sul 5+tirocinio". Ultimo punto riguarda la ricerca, con il paradosso che in questo momento il Ministero ha più fondi di quanti ne abbia mai avuti, ma si trova però a fare i conti con un sistema che non cammina bene e alcune volte "non si regge neanche in piedi". "L'obiettivo è quello di raddoppiare i 40 milioni di euro nella finanziaria del 2008 e arrivare a reclutare almeno tremila ricercatori all'anno per i prossimi dieci anni - ha confermato il tecnico del Mur - con un sistema più qualificato possibile".