ATTENZIONE!!!SI STA NAVIGANDO UNA VECCHIA VERSIONE DEL SITO
CLICCARE QUI PER LA VERSIONE ATTUALE DEL BOLLETTINO D'ATENEO
Notizie
Università e territorio

Primi "vagiti" del nuovo stadio di Catania

Convegno in aula magna sulla realizzazione di un moderno impianto calcistico cittadino attraverso il sistema del "project financing"

 
 
31 marzo 2007
di M.C.
stadio catania 0.jpg

La notizia, che trapela dalle parole del sindaco Umberto Scapagnini, è che il nuovo stadio di Catania - se mai si farà - sarà collocato a Maristaeli, a ridosso della base della Marina Militare. E sarà costruito attraverso un sistema di "finanza di progetto" (o project financing), cioè con soldi provenienti da imprenditori privati e banche che si affiancano all'investimento degli enti locali. "Non ci sono altri modi di realizzare grandi opere pubbliche, oggi - ha osservato Scapagnini, aprendo i lavori del convegno sul tema del nuovo grande impianto sportivo cittadino, che si è tenuto venerdì pomeriggio nell'aula magna del rettorato -. Spero perciò che i tecnici sappiano individuare gli strumenti d'intervento idonei a realizzare questa struttura, ormai divenuta una necessità inderogabile per una città come Catania".

Le ragioni che il sindaco ha portato a sostegno di quest'affermazione sono principalmente collegate, come ha ricordato anche il moderatore dell'incontro - il direttore di Telecolor Video 3 Rino Lodato -, ai violenti episodi di guerriglia urbana verificatisi in occasione dell'ultimo derby fra Catania e Palermo, il 2 febbraio scorso, che costarono la vita all'ispettore di Polizia Filippo Raciti. "Se lo stadio si fosse trovato in una zona periferica, comunque lontano da edifici e stradine come quelle che circondano il Cibali - si è chiesto infatti Lodato -, quegli episodi avrebbero avuto la stessa tragica portata?". "Certamente no - ha risposto Scapagnini, che ha citato l'esempio di molti stadi inglesi e sottolineato come Catania per anni sia stata esclusa dal circuito delle grandi manifestazioni sportive riguardanti il calcio e soprattutto dal flusso di finanziamenti per rinnovare gli impianti di questa disciplina -. Per questo abbiamo bisogno di uno stadio che sia facilmente accessibile, isolato dalle zone urbanizzate e in grado di attrarre utenti non solo per le partite di calcio, ma possa offrire manifestazioni e servizi diversificati ai cittadini e alle loro famiglie, stemperando così le tensioni legate agli eccessi delle tifoserie".


stadio catania 4.jpg

Del resto, il Prg attualmente allo studio, così come quello precedente (il cosiddetto piano "Piccinato"), indicava proprio l'area di Maristaeli come idonea per questo scopo. Una zona periferica che, secondo il sindaco, offre gli spazi adatti e che può essere oltretutto abbellita "in toto" attraverso interventi di urbanistica qualificata. L'altra ipotesi sul tavolo dell'amministrazione comunale, quella della ristrutturazione della cittadella dello sport prevista nel piano "Tange" di Librino e mai ultimata, viene definita meno percorribile: "Parrebbe una soluzione più rapida, in realtà è molto più difficile intervenire all'interno di una zona così urbanizzata e complessa".

La dicotomia tra area urbanizzata ed area periferica come sede ideale per un impianto calcistico moderno è stata al centro della riflessione del prof. Paolo La Greca, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica della Facoltà d'Ingegneria: "Non dobbiamo avere troppa fretta nell'operare questa scelta - ha spiegato, citando gli esempi di città come Roma, Parigi, Monaco di Baviera e Bari -, ma occorre prima esaminare in un quadro problematico tutti i fattori in gioco legati alle due opzioni, partendo magari da esperienze già esistenti". "E anche nelle procedure di finanziamento del progetto - ha aggiunto Agatino Cariola, ordinario di Diritto costituzionale, illustrando l'istituto del project financing nella legislazione nazionale e regionale - vanno approfonditi gli aspetti connessi alle scelte che l'amministrazione che intende realizzarlo deve compiere, in rispetto delle regole di evidenza pubblica".

"Il nuovo stadio può comunque rappresentare una straordinaria opportunità per Catania, anche dal punto di vista occupazionale", ha affermato Gregorio Squadrito, direttore della sede catanese del Banco di Sicilia, che ha promosso l'incontro nella sede universitaria. "L'Ateneo può dare un forte contributo di idee e competenze ai grandi progetti per lo sviluppo di Catania - ha proseguito Squadrito -, ma soprattutto i privati e le banche possono trovare un interesse ad investire per la sua realizzazione, a patto che sia definita la sua capacità di ripagamento, come è avvenuto ad esempio per il centro commerciale di Etnapolis, che rappresenta un modello da prendere in considerazione soprattutto per la rapidità con cui è stato eseguito".


stadio catania 5.jpg

Tra i principali artefici di Etnapolis c'è Antonio Pogliese, il cui studio professionale ha elaborato il progetto di finanza che sta alla base della realizzazione del centro commerciale di Belpasso. "Il capitale di rischio nelle iniziative d'impresa e le risorse finanziarie per la realizzazione delle opere pubbliche sono uno dei fattori essenziali per il successo di tali iniziative - ha osservato Pogliese -. La programmazione della copertura finanziaria e la definizione, sia nell'entità che nella tempistica, delle erogazioni assumono in questo senso un ruolo fondamentale: ma per coinvolgere imprenditori e ceto bancario occorre evidenziare gli aspetti di fattibilità e la redditività del progetto. Per i finanziatori, le fonti da cui desumere il rimborso dei debiti sono i flussi monetari generati dall'investimento stesso, che possono essere massimizzati prevedendo per esempio anche l'allocazione di strutture commerciali e di servizi nel nuovo stadio, la garanzia è principalmente rappresentata dagli asset che promuovono il progetto".

E a chiusura del suo intervento Pogliese ha citato alcuni esempi di opere che stanno per essere realizzate con questo strumento: i nuovi stadi di Mantova e Caltagirone, i porti turistici di Viglana (Napoli) e Marina di Ragusa, il centro direzionale di Napoli e la cittadella dello sport nel comune di Fasano, in Puglia. Dunque, perché non provarci anche a Catania?