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Orientamento e formazione

"Sapere, fare e far sapere"

Le future strategie del Cof nei programmi del nuovo direttore, Carmelo Pappalardo

 
 
26 marzo 2007
di BdA
foto Carmelo Pappalardo.jpg
Carmelo Pappalardo, classe '63, in forza presso l'Ateneo già dal 1998, è appena ritornato al Centro Orientamento e Formazione dopo lunga militanza ma questa volta da direttore. Alle spalle, un'esperienza di tre anni come dirigente del Cifda, Consorzio interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli fra le Regioni Sicilia e Sardegna, nato per incentivare lo sviluppo agricolo delle due isole; una pausa che gli è servita a maturare la decisione di ritornare al servizio dell'Ateneo catanese, cedendo anche ad una serrata corte del nuovo presidente, Vincenzo Perciavalle. E il sodalizio professionale, appena ripreso, sta dando già i suoi frutti.

Quali sono, allo stato attuale, i punti di forza del Cof e quali i suoi aspetti critici?

Il punto di forza del Cof è immutato: le sue enormi potenzialità nel generare occasioni e opportunità davvero innovative negli ambiti di sua competenza che sono tanti e attengono tutti alla sfera complementare alla didattica da un canto, alla ricerca dall'altro, fino a giungere ai progetti europei di grande respiro cui partecipa il nostro Ateneo. Mi riferisco al fatto che oggi il Cof vanta un curriculum di tutto rispetto che forse non tutti conoscono e che è giunta l'ora di mostrare, anche solo per far capire cosa si fa e cosa si farà nel prossimo triennio. Un aspetto critico, un punto di debolezza, è sicuramente la distanza fra la sede centrale in via Sangiuliano e quella di via Napoli, dove si trovano il Centro di counseling ed il Career centre. Il Cof ha sofferto molto questa distanza che ha generato una separazione delle attività post laurea, come ad esempio quelle del Career centre da quelle inerenti gli stage e i tirocini e da quelle dei master ed ancora il Counseling orientativo dall'Ufficio comunicazione che offre un servizio informativo di massima sull'offerta didattica. Appare chiaro che queste divisioni hanno portato ad un indebolimento complessivo del Cof e hanno impedito di mettere in risalto anche la professionalità di chi vi lavora da anni con entusiasmo, che è il vero punto di forza. Ho trovato al mio rientro lo stesso personale che lasciai tre anni fa. Oggi sono più maturi e hanno tanta voglia di fare squadra e di essere protagonisti nel loro lavoro.

Che strategie state avviando per migliorarvi in questo senso?

Una strategia molto semplice, che può riassumersi in uno slogan preso a prestito dai comunicatori: sapere, fare e fare sapere. In questa frase si racchiude anche il messaggio che vogliamo far passare: il  Cof è un centro di servizi dell'Ateneo, ma soprattutto è al servizio dell'Ateneo, e offre le sue competenze in una logica di collaborazione e di dialogo con tutte le facoltà e le strutture. E' per questo che abbiamo appena stabilito, insieme al presidente Perciavalle, il nuovo assetto organizzativo del Cof e delle sue aree funzionali: Area amministrativa, Ufficio comunicazione, Ufficio stage, Career centre, Centro di counseling orientativo, Ufficio progettazione e Ufficio master e Corsi di formazione. E pensare che tutto ciò esisteva già ma pochi ne erano al corrente! Le informazioni sul Cof viaggiavano per l'Ateneo in modo spezzettato, scollegato. Ora è il momento di dare un'immagine che identifichi univocamente questa struttura e i suoi referenti.

Può indicarci, in sintesi, quali sono gli aspetti essenziali del Progetto Orientamento dell'Università di Catania approvato di recente dal Ministero?

Il Progetto Orientamento, già a cominciare dal suo nome "Il Linceo", evocando il personaggio mitologico dalla vista potente, che riesce a guardare lontano l'approdo sicuro, ci riconduce al viaggio dello studente che viene continuamente orientato nelle scelte che riguardano la sua vita universitaria, dal corso di laurea sino al post laurea e in seguito indirizzato a compiere i primi passi nel mondo del lavoro. Il Linceo, quindi, è un progetto che ci consente di accompagnare lo studente, offrendogli un ventaglio completo di iniziative di orientamento e facendolo scegliere in modo convinto e consapevole.

Oltre alle azioni che poteri definire "serie", penso ad esempio alle attività di counseling per gli studenti fuori corso o in difficoltà oppure ai seminari di approfondimento sulla legislazione del lavoro, vi sono iniziative di orientamento che funzionano sulla base di giochi interattivi, ma soprattutto siamo in procinto di far partire una radio d'Ateneo che diffonde i propri programmi via etere. Tutte le esigenze dello studente, sin dal momento dell'immatricolazione, trovano una risposta nel Progetto. Non va dimenticato il fatto che il Cof è stato pioniere in fatto di orientamento e ha fatto tesoro di questa lunga esperienza per mettere a punto le iniziative senza lasciare nulla al caso. Purtroppo, però, il Ministero ha fatto un taglio consistente allo stanziamento finanziario da noi richiesto e ciò a causa del fatto che nel passato triennio non si è riusciti a spendere tutto il budget a nostra disposizione.


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Che indicatori intendete attivare per misurare l'efficacia delle varie iniziative di orientamento pre-laurea?

Quelli che ci indica il Ministero. Si tratta di comuni indicatori di risultato. Potrei citare ad esempio il rapporto tra il numero di coloro che si iscrivono al II anno e quello di coloro che immatricolano, oppure il numero di coloro che non pagano la II rata del primo anno, o ancora il numero medio dei crediti conseguiti per anno, per studente e per Facoltà ed infine, dato molto interessante, il numero di passaggi tra i corsi. Sono questi i parametri più significativi nella misurazione dell'efficacia dell'orientamento in ingresso. E' chiaro che il centro di counseling fa poi a latere  una rilevazione individuale su tutta la sua utenza con l'obiettivo di cogliere la validità del lavoro compiuto.

Cambierà qualcosa, con la nuova gestione, nella programmazione dei master e dei corsi post-laurea?

Cambiano più che altro, come accennavo sopra, la modalità di approccio: il Cof ha al suo interno un ufficio master e corsi di formazione che supporta i docenti proponenti le varie iniziative didattiche post-laurea sia in fase di progettazione e pianificazione che nell'organizzazione e nella  gestione delle attività formative, secondo quanto previsto dal Regolamento didattico d'Ateneo; si occupa della gestione amministrativa dei master e dei suoi allievi, dalla domanda di ammissione sino al rilascio della pergamena da appendere al muro accanto a quella della laurea!


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E quali attività sono previste per il raccordo con il mondo del lavoro?

Su questo argomento potrei parlare per un mese intero! Intanto potrei dire che accanto alle tradizionali attività del Career Centre e dell'Ufficio Stage stiamo intrecciando molte relazioni con il mondo imprenditoriale che puntano proprio a realizzare iniziative di più ampio respiro proprio per rinsaldare i rapporti ormai troppo sfilacciati con il territorio. La conoscenza del territorio e quindi, in questo caso, del tessuto imprenditoriale, risulta essere il plus valore senza il quale il Cof non potrebbe mettere in atto con successo nessuna iniziativa di raccordo tra i nostri giovani laureati ed il  mondo del lavoro. Il nostro mestiere è ridurre le distanze fra questi due mondi, creare un ponte e soprattutto essere presenti ovunque si profili un'opportunità per i nostri giovani. Dello stesso avviso è anche la prof.ssa Margherita Poselli, delegato al Liaison office, con la quale sin da subito si è creato un rapporto concreto di collaborazione, vista l'evidente complementarietà che c'è con l'Ufficio stage.

Infine, che anticipazioni può darci sulla realizzazione del progetto di una radio d'Ateneo?

Non voglio anticipare nulla. Posso solo dire che al più presto daremo il via ad una radio d'Ateneo che andrà in onda anche sul web con un palinsesto molto vario che prevede contenitori informativi e di intrattenimento universitario insieme a tanta buona musica. Anche in questo il Cof avrà una funzione aggregante: la radio d'Ateneo sarà anche un prezioso strumento di sviluppo del senso di appartenenza alla nostra università, che si tratti di docente o studente, una vera forza trainante che fa leva sulla comunicazione con e per i giovani.