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Ateneo

Intesa tra Università e Guardia di Finanza

Controlli amministrativi per accertare eventuali irregolarità nelle autocertificazioni reddituali da parte degli studenti

 
 
20 marzo 2007
di M.C.
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"Da rettore, mi interessa di più che un'iniziativa come quella che da oggi vede insieme la nostra Università e il Comando della Guardia di Finanza di Catania serva innanzitutto a prevenire, piuttosto che a reprimere, la tentazione di presentare false dichiarazioni reddituali. Gli studenti e le famiglie devono riflettere sul fatto che, risparmiando magari in maniera non legittima qualche euro, potrebbero penalizzare fortemente anche alcuni ragazzi in condizioni di effettivo bisogno. Va esaltato, insomma, il patto di solidarietà fra i giovani studenti".
Il prof. Antonino Recca ha voluto così spiegare il senso del protocollo d'intesa che in tempi brevi sarà sottoscritto dall'Ateneo e dalle Fiamme gialle, nel corso della conferenza stampa di presentazione che si è tenuta questa mattina nella sede del Comando provinciale della Finanza. "Annuncio sin da ora - ha precisato Recca - che gli eventuali introiti aggiuntivi derivanti per la nostra Università da un'attività di controllo più serrata da parte della polizia tributaria, saranno reinvestiti in interventi per il diritto allo studio per i meritevoli meno abbienti, come borse di studio, incentivi, buoni libro, collaborazioni part-time".

L'accordo che sarà stipulato - sulla scorta di precedenti esperienze già realizzate in altre università italiane - prevede infatti l'avvio di un sistematico processo di verifica amministrativa da parte dei reparti della Finanza - condotto nel pieno rispetto del codice in materia di protezione della privacy - sulla conformita dei dati relativi al reddito e al patrimonio dei nuclei familiari, contenuti nelle autocertificazioni reddituali che gli studenti consegnano alle segreterie al momento dell'iscrizione all'Università. All'Università spetta il compito di trasmettere i dati in suo possesso, in particolare relativamente a quelle categorie di iscritti le cui dichiarazioni potrebbero essere caratterizzate da elevati indici di anomalia ai fini fiscali e del conseguente improprio godimento di "prestazioni sociali agevolate", quali borse di studio, posti letto, esenzioni, ecc.
Il diritto a tali prestazioni passa infatti attraverso due indicatori: Ise, indicatore della situazione economica del nucleo familiare nel suo complesso (genitori, figli, altre persone nello stato di famiglia, soggetti a carico ecc.); Isee, indicatore della situazione economica equivalente, cioè un valore che esprime tale situazione con riferimento a ciascuno dei singoli componenti del nucleo, ossia indica un rapporto tra Ise ed un parametro corrispondente alla specifica composizione del nucleo familiare, come desunto da un'apposita scala di equivalenza che tiene conto del numero dei componenti dello stesso e della sussistenza di ulteriori e particolari condizioni (presenza di soggetti diversamente abili, invalidi permanenti,  figli minori, ecc). La loro determinazione attualmente viene effettuata sulla base di una dichiarazione sostitutiva, resa ai sensi della vigente normativa amministrativa. 


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Da tali verifiche saranno esclusi ovviamente coloro che già rientrano nell'ultima fascia reddituale, la più alta in relazione al tetto massimo di tasse universitarie. I reparti incaricati dei controlli daranno poi comunicazione all'Università delle violazioni di natura amministrativa e penale. Copia degli atti compilati sarà inviata alla stessa Università per il recupero indebito delle prestazioni fornite. Parimenti sarà data comunicazione delle violazioni di natura tributaria per le quali sono formulate proposte di recupero alle articolazioni dell'Agenzia delle Entrate.

"Negli ultimi anni - ha sottolineato il comandante della GdF, Agatino Sarra Fiore - abbiamo particolarmente potenziato l'azione ispettiva del nostro corpo nel settore delle cosiddette prestazioni sociali agevolate ha formato oggetto, anche in relazioni agli aspetti di tutela dei bilanci degli enti pubblici. Lo scorso anno, ad esempio, i controlli hanno riguardato la sanità, con l'individuazione di persone che usufruivano irregolarmente dell'esenzione del ticket.
L'attività di controllo nei confronti dei soggetti destinatari di tali agevolazioni mira, pertanto, da un lato, a salvaguardare gli interessi finanziari degli enti erogatori e, dall'altro, a perseguire obiettivi di "equità sociale" nella distribuzione delle risorse pubbliche destinate alle persone che versano in condizioni economiche di reale disagio. A monte di questi obiettivi, si pone quello di contrastare ogni comportamento fraudolento diretto, spesso prima ancora che al conseguimento delle agevolazioni, alla sistematica evasione dei propri doveri di contribuzione alle spese dello Stato".


Allo stato - ha aggiunto il colonnello Sarra Fiore - sono al vaglio circa 200 istanze in relazione all'effettiva posizione reddituale e patrimoniale di nuclei familiari di studenti beneficiari.
L'esito di tali controlli potrà anche a provvedimenti di carattere penale. In particolare, le sanzioni penali che potranno emergere, a titolo esemplificativo, riguardano la violazione all'art. 640 bis c.p. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche); la violazione all'art. 76 del d.p.r. n.445/2000 (falsità in atti); e infine violazione all'art. 316 ter c.p. (indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato).