"Il tradizionale rapporto di corrispondenze ideologiche tra "passato e presente" tende, sempre di più, a rappresentare una dicotomia obsoleta. Le nuove condizioni esistenziali di una società globalizzata richiedono attente e nuove riflessioni per captare quella realtà sfuggente che deve far convivere un evanescente presente con un imprendibile e provocatorio futuro. Tutto ciò sembra difficile da mettere in azione se si escludono le possibilità virtuali della nostra mente, che medita sui momenti di una realtà vissuta, ma delega il futuro per la conquista di una realtà agognata.
Sulla vitalità di queste attitudini non abbiamo dubbi, ma sulla loro utilizzazione bisogna attivare un costruttivo dibattito" [...].

"Ad alcuni di noi architetti piace definire "nuove trivellazioni verso il futuro" la preventiva esplorazione sui requisiti progettuali. L'espressione contempla l'esigenza di scavare un percorso contemporaneo sostenibile, nonché l'idea di un'operazione concreta e suggerita dalla natura. Le nuove trivellazioni sono, quindi, quelle ricerche che intendono predisporre i progettisti a stabilire un costante rapporto di convivenza con un futuro ricco di stimoli creativi" [...].
"Malgrado ciò, proseguendo nella logica della discontinuità, gli architetti debbono perseguire una nuova idea, rivoluzionaria, che possa aprire la strada verso un futuro sostenibile, quello, ad esempio, della "cultura del paesaggio". Si tratta di cambiare radicalmente il senso del progetto urbano verso tematiche che dovrebbero avere come referente linguistico la natura in ogni possibile implicazione geomorfologica" [...].