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Sanità

Tavolo tecnico Regione-Università

Sulle aziende ospedaliere-universitarie. Si occuperà anche del problema della retribuzione dei docenti di Medicina impegnati in attività assistenziali

 
 
19 febbraio 2007
di M.C.
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Martedì 20 febbraio si riunirà per la prima volta nella sede dell'Assessorato regionale alla Sanità il tavolo tecnico di concertazione tra la Regione e le Università di Catania, Messina e Palermo, istituito a febbraio. Missione istituzionale del "tavolo", al quale partecipano in rappresentanza dell'Ateneo catanese il preside della Facoltà di Medicina Nunzio Crimi e il delegato del rettore alla Medicina universitaria Francesco Basile, sono le tematiche dei rapporti di collaborazione trala Regione e le Università in materia di aziende ospedaliere. In particolare, si dovrà pervenire alla definizione di uno schema quadro di atto aziendale, nonché rafforzare il coordinamento della pianificazione strategica delle aziende ospedaliere-universitarie con la programmazione regionale, anche in funzione della successiva revisione dei protocolli d'intesa in atto vigenti.

"Uno dei problemi al centro dell'attenzione, che speriamo finalmente di risolvere - ha osservato il rettore Antonino Recca, nel dare notizia dell'istituzione del tavolo tecnico ai professori della Facoltà medica etnea - sarà certamente la questione riguardante il trattamento economico dei docenti impegnati in attività assistenziali presso le Aou catanesi ed in altre strutture convenzionate, problema acuito dalle recenti evoluzioni normative e contrattuali, che tracciano un quadro normativo complicato e disarticolato, se non addirittura confuso e contraddittorio".

Al momento è inoltre pendente avanti al Cga di Palermo una impugnativa promossa dall'Università di Catania e l'Assessorato Sanità della Regione Siciliana, contro una sentenza del Tar di Catania, il cui esito negativo potrebbe avrebbe effetti devastanti sul trattamento economico del personale universitario e potrebbe determinare un trattamento economico complessivo inferiore a quello previsto per il personale ospedaliero. L'Avvocatura dello Stato di Palermo, che difende in questa vicenda Università e Regione, sta comunque prospettando un'interpretazione della normativa vigente, sia di natura contrattuale sia legislativa, con effetti di maggiore tutela per il personale universitario, che conferma la vigenza del principio di perequazione con garanzia per la docenza medica universitaria di un trattamento economico complessivo non inferiore, ma neppure superiore, a quello previsto dall'ultimo rinnovo contrattuale per il personale medico ospedaliero. In base a tale interpretazione, definita anche grazie all'apporto del prof. Bruno Caruso, ordinario di Diritto del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza incaricato dal rettore di studiare la questione, è stato ottenuto un rinvio dell'udienza fissata per la discussione della causa.

"Tale rinvio - precisa il rettore - consente di evitare che il Cga si pronunci su una questione che era e rimane controversa, la cui soluzione è più opportuno e conveniente sia affidata al tavolo di concertazione anziché alla decisione tranchant di una sentenza giudiziale. Il tavolo attivato presso l'assessorato alla Sanità, sarà dunque la sede più opportuna cui affidare la soluzione concertata del problema: qui l'Ateneo catanese sarà rappresentato da tecnici qualificati con il preciso mandato di individuare una soluzione tecnica in linea con la ragionevole aspirazione dei docenti di Medicina ad una effettiva perequazione dei trattamenti secondo direttive di principio già emanate dalla giurisprudenza amministrativa e dalla stessa Corte Costituzionale". "Una siffatta intesa - conclude il rettore Recca - dovrà poi essere formalizzata e recepita nel Protocollo di intesa tra la Regione siciliana e l'Università di Catania. Detto percorso avrebbe, tra l'altro, il non irrilevante vantaggio di prefigurare una soluzione di armonizzazione del sistema retributivo a livello regionale di tutti i medici universitari nella misura in cui presuppone il coinvolgimento degli altri atenei siciliani".