ATTENZIONE!!!SI STA NAVIGANDO UNA VECCHIA VERSIONE DEL SITO
CLICCARE QUI PER LA VERSIONE ATTUALE DEL BOLLETTINO D'ATENEO
Ersu
Appuntamenti con la lirica

"La fidanzata dello zar"

La genesi dell'opera di Rimskij-Korsakov presentata dal musicologo Giuseppe Montemagno

 
 
03 dicembre 2007
Rimskij-Korsakov.jpg

Per suoni e per immagini: così il musicologo Giuseppe Montemagno ha illustrato "La fidanzata dello zar" di Nikolaj Rimskij-Korsakov - prossimamente in cartellone al Teatro Massimo Bellini di Catania - al folto pubblico che ha partecipato all'ultimo incontro multimediale degli "Appuntamenti con la lirica", frutto della sinergia virtuosa tra AEDE (Association Européenne des Enseignants, Gruppo di Catania) e ERSU dell'Ateneo catanese. La complessa genesi dell'opera è stata così inquadrata nel più vasto contesto del dibattito musicale russo di fine Ottocento, che opponeva ad una corrente aperta agli influssi occidentali un'altra - il Gruppo dei Cinque, tra le cui fila militava anche il compositore - attenta alla riscoperta delle radici nazionali del fenomeno musicale.

Tra ricostruzione storica e suggestioni favolistiche si colloca l'intera parabola compositiva di Rimskij-Korsakov, che nel 1899 associa realtà e finzione ne "La fidanzata dello zar", un dramma a tinte fosche con cui il musicista aderisce al filone del realismo drammatico, che Stanislavskij e Dancenko avevano contribuito ad affermare al Teatro d'Arte di Mosca. Al centro dell'azione sta dunque un episodio della guerra civile al tempo di Ivan IV, "il terribile", e in particolare alcuni protagonisti dell'Opricnina, quella parte del regno su cui lo zar deteneva un potere assoluto, gestito con spietata crudeltà per difendersi dagli attacchi dei boiardi. L'influenza del dramma wagneriano, tuttavia, emerge con particolare evidenza non solo nella presenza dei numerosi filtri d'amore, approntati dal medico Bomelius, ma soprattutto nel personaggio di Lijubasha, che con le sue malefiche trame provoca catastrofi sentimentali a catena. E se per la figura dello zar Ivan IV, "il Terribile", che si staglia fiera ed enigmatica sullo sfondo, Rimskij-Korsakov immagina l'efficace artificio di farne un personaggio silente, e proprio per questo ancor più solitario nel suo autoritario volere, è a Marfa, autentica protagonista dell'opera, che riserva le pagine più appassionanti del dramma. Scritto per Nadezda Zabela-Vrubel, consorte del celeberrimo pittore simbolista Mikhail Vrubel, il ruolo di Marfa costituisce infatti l'omaggio più sentito del musicista alle doti virtuosistiche della cantante, alla quale è dedicato un finale coinvolgente, nel segno della fuga dalla realtà e dell'evasione onirica.