APPUNTAMENTO CON LA LIRICA
E' tra ventagli e candele, crocefissi e ritratti, fruscii di vesti e languide carezze che si consuma la drammaturgia di "Tosca", capolavoro di Giacomo Puccini, su versi di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, in programma al Teatro Massimo Bellini di Catania a mo' di prologo delle imminenti celebrazioni per il 150° anniversario della nascita del musicista toscano, previste nel 2008.
E proprio il melodramma pucciniano è stato al centro dell'"Appuntamento con la lirica", affidato come di consueto al musicologo Giuseppe Montemagno, con cui l'Association Européenne des Enseignants e l'Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario dell'Ateneo catanese, rappresentati rispettivamente da Lina Calì Rizzo e Nunzio Rapisarda, hanno ripreso il fortunato ciclo di incontri culturali multimediali, frequentati da un folto e qualificato uditorio, avvenuto presso la Sala Museion della residenza universitaria "Centro" di via Verona .
"Queste iniziative ci permettono di rendere sempre più sensibili gli studenti universitari alla lirica ed all'arte in genere" ha commentato il prof. Giuseppe Maugeri, presidente dell'ERSU di Catania. Titolo tra i più amati dal grande pubblico, "Tosca" rimane tuttavia largamente oscura nel meccanismo d'alta definizione che ne connota l'intreccio, strettamente legato all'ambientazione romana che, in maniera circolare, guida i protagonisti fin sugli spalti di Castel Sant'Angelo. Ora proprio il recupero delle unità aristoteliche - di tempo, di luogo e di azione - appare, in qualche modo, come il tratto saliente del "verismo" dell'opera: da collegare meno alle caratteristiche grand-guignolesche del secondo atto, e maggiormente alla ricerca di una tinta originale che Puccini fedelmente recupera lungo l'azione: il "Te Deum" del primo atto, la cantata paisielliana del secondo, fino allo stornello che accompagna l'alba del terzo atto, sono altrettanti segnali della ricostruzione storica e d'ambiente efficacemente perseguita. Dalla fonte teatrale di Victorien Sardou, efficacemente ridotta dai librettisti italiani, deriva invece la sapiente architettura su cui è fondata l'opera,
autentico thriller destinato a lasciare con il fiato sospeso lo spettatore, almeno sino all'imprevisto, devastante finale dell'opera.
È solo uno, infatti, il momento in cui l'azione si sospende, quasi per miracolo: quando Tosca riflette su una vita interamente dedicata all'arte ed all'amore, prima di compiere l'omicidio di Scarpia. E proprio "Vissi d'arte" - che il relatore ha presentato in una rara registrazione videografica del 1958, interpretata da Maria Callas, per rendere omaggio alla più grande interprete dell'opera, nel trentennale della scomparsa - segna il momento di non ritorno, l'inizio di una fine che giunge tragicamente inesorabile con la morte violenta di tutti i protagonisti dell'opera.