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Attività culturali

Conferenza su Sostakovic del musicologo Montemagno

Ultimo incontro del ciclo "Appuntamento con la lirica"

 
 
01 dicembre 2017
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È tutta racchiusa in una foto del 1969, che ritrae Dmitrij Dmitrievic Sostakovic nel suo appartamento moscovita, la tormentata genesi di "Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk", capolavoro del musicista russo scelto per inaugurare il cartellone 2007 del Teatro Massimo Bellini di Catania: sullo sfondo, infatti, campeggia un ritratto del compositore da bambino, realizzato da Boris Kustodiev.
Ed è proprio dalle relazioni interartistiche tra i due autori, esponenti di spicco dell'Avanguardia sovietica, che Giuseppe Montemagno ha preso le mosse per illustrare l'opera al folto pubblico della Sala Museion, intervenuto all'ultimo "Appuntamento con la lirica", organizzato nell'ambito delle iniziative culturali promosse congiuntamente da AEDE (Association Européenne des Enseignants, Gruppo di Catania) ed ERSU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario dell'Ateneo catanese). Nel 1923, infatti, Kustodiev illustra una celeberrima edizione della novella di Nikolaj Leskov (1864), che costituisce la fonte letteraria dell'opera: da qui l'interesse di Sostakovic per l'eroina della sua seconda ed ultima fatica teatrale, licenziata nel 1934. Discendente diretta dell'eroina shakespeariana, sorella ideale di Carmen, affetta da bovarismo acuto, Katerina Lvovna Ismailova campeggia nell'opera tragico-satirica, a dispetto degli efferati delitti perpetrati, in una delle più ardite sintesi della vita di provincia russa.
Nel corso della conferenza multimediale il relatore si è soffermato sui complessi rapporti del compositore con il regime stalinista, che nel 1936 dalle colonne della "Pravda" attacca la musica «degenerata e decadente» di "Lady Macbeth", prontamente ritirata dalle scene e ripresa solamente a partire dal 1963. Densa di riferimenti alla storia della cultura musicale russa, l'opera appare così come uno dei più controversi capitoli della storia dei rapporti tra l'artista e il potere e, nello stesso tempo, come un lancinante spaccato della condizione femminile nella campagna russa, di personaggi perduti agli occhi della società, vittime della Storia perché artefici di una storia, vissuta nella disperata ricerca di una felicità impossibile.