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Cutgana
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Melilli, congresso Aisa su risanamento ambientale


 
 
20 aprile 2013
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MELILLI. Nuove tecniche di risanamento, potenziamento delle attività di monitoraggio e di controllo ed un sistema georiferito di raccolta delle informazioni interdisciplinari. Sono le linee guida da seguire per il risanamento e riqualificazione delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale emerse nel corso del III Congresso nazionale dell'Associazione italiana Scienze ambientali sul tema "Ecologia e riqualificazione degli ambienti costieri" che si è tenuto oggi nella splendida cornice della Pirrera di Sant'Antonio di Melilli. Ad organizzare l'evento, che ha richiamato numerosi studenti ed esperti del settore, l'Aisa con il patrocinio del Cutgana del Ministero dell'Ambiente, della Regione Siciliana, del Comune di Melilli, del Cutgana dell'Università di Catania e dell'Arpa Sicilia. 

Un congresso che ha registrato gli interventi dell'assessore regionale Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, del responsabile della aree protette per il Cutgana, Angelo Messina, di Gaetano Valastro dell'Arpa, di Lorenzo Maiorino dell'Ispra e di Giuseppe Cannata, sindaco di Melilli. Ad aprire i lavori il presidente nazionale dell'Aisa, Floriana Di Stefano, e della Sicilia, Elisa De Angelis, le quali hanno evidenziato "il ruolo dell'associazione fondata nel '97 nel campo della promozione, sviluppo e riconoscimento giuridico  ed economico delle competenze e delle attività dei professionisti in possesso del diploma di laurea in Scienze ambientali" e che opera "per un esercizio corretto della professione dei soci, per collaborare con le istituzioni accademiche per la realizzazione di percorsi formativi e per realizzare attività di sensibilizzazione sulle problematiche ambientali".

E sulla questione delle aree costiere siciliane si è soffermato Pietro Pitruzzello, direttore della riserva naturale integrale Grotta Monello di Siracusa gestita dal Cutgana, il quale ha evidenziato come "le aree costiere della Sicilia hanno da sempre rappresentato una risorsa per l'uomo che le ha sfruttate modificandone spesso le principali caratteristiche ed in particolare le maggiori aree industriali sono nate nei luoghi in cui un tempo si trovavano le antiche città greche, mentre oggi molti tratti costieri sono caratterizzati dalla presenza di industrie pesanti che hanno causato, specialmente nel ventennio 1970-1990, notevoli danni ambientali sia nel suolo, sia nel mare". "In contrapposizione, la grande ricchezza delle coste siciliane è ancora osservabile nelle numerose aree protette presenti in Sicilia, nei Sic (Siti di Interesse Comunitario) e nelle Zps (Zone a Protezione Speciale) che costeggiano l'isola - ha aggiunto Pitruzzello - le norme di salvaguardia e protezione imposte negli ultimi anni hanno permesso una riduzione della pressione antropica e incentivato la riqualificazione ambientale attraverso nuove tecniche di risanamento. La maggiore sensibilità verso la protezione della biodiversità in ambiente costiero ha favorito la progettazione di fitodepuratori, l'applicazione della phytoremediation e un crescente utilizzo di specie autoctone siciliane. I tratti sommersi continuano a dare segni di sofferenza a causa dei continui sversamenti che vengono attuati a danno dei fiumi e dei mari". 

"Le attività di monitoraggio e controllo risultano ancora insufficienti per garantire un quadro completo sulla qualità dell'ambiente costiero. Lo studio di nuovi sistemi di monitoraggio ambientale con l'utilizzo di tecniche innovative percorre strade parallele attraverso la biologia molecolare e l'ecologia e sfrutta spesso le tecnologie informatiche e la modellistica per ottenere informazioni nel più breve tempo possibile - ha concluso Pitruzzello -. La sfida per la ricerca in campo ambientale e la conoscenza puntuale della qualità dell'ambiente va condotta attraverso gruppi interdisciplinari formati da professionisti e ricercatori qualificati che devono integrare le informazioni attraverso un sistema georiferito standardizzato consultabile on line che può diventare il riferimento per tutti gli attori dell'ambiente, ma anche per il singolo cittadino che lo vive".