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Piano di Risanamento ambientale delle aree industrializzate siciliane presentato a 'Ecomondo' di Rimini


 
 
16 novembre 2012
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PALERMO. L'esperienza siciliana nel campo del risanamento ambientale delle aree ad elevato rischio industriale rappresenta un esempio da seguire in Italia e all'estero. 
Dopo i riconoscimenti da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dei ministeri dell'Ambiente e della Salute, il "modello Sicilia" è approdato a Rimini alla 16.ma edizione di "Ecomondo", la Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile. 

Ad illustrare i risultati già ottenuti e gli interventi in corso nel campo del risanamento ambientale delle aree industrializzate del Siracusano, Valle del Mela e Gela - alla presenza del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, durante il convegno sul tema "Inquinamento atmosferico: le esperienze nel monitoraggio ambientale in realtà italiane" a cura dell'Istituto superiore della Sanità, Cnr e Cts Ecomondo - è stato il direttore dello Sportello unico regionale "Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, Agenda 21 e Amianto", Antonino Cuspilici. 

Proprio il direttore dello Sportello siciliano ha evidenziato la specificità degli "interventi complessivi e coordinati a 360 gradi sulle matrici ambientali in considerazione che l'inquinamento passa dall'aria al suolo ed all'acqua" ed ha comunicato che "la Regione Siciliana ha avviato le relative attività propedeutiche alla procedura di dichiarazione di Area ad elevato rischio di crisi ambientale dell'area comunale di Termini Imerese nel Palermitano ovvero la quarta in Sicilia".

E sui Piani di risanamento delle tre aree a rischio redatti ed in parte sviluppati dal Cutgana dell'Ateneo di Catania, il prof. Cuspilici ha spiegato che "mirano, grazie al coinvolgimento di diverse professionalità che collaborano tra loro in considerazione degli obiettivi e degli interventi da raggiungere sotto il coordinamento dell'Oms, al ristabilimento delle condizioni di equilibrio ottimali tra stato dell'ambiente e condizioni di sviluppo in aree a rischio in cui si individuano situazioni di forte criticità ambientale". 

"In tali aree - ha aggiunto Cuspilici - il Piano di risanamento si prefigge di realizzare tutti gli interventi normativi e tecnologici anche oltre le normali indicazioni e attività previste per gli altri territori finalizzati a ristabilire le condizioni di qualità ambientale che consentano uno sviluppo sostenibile. Un lavoro organizzato in 5 tematiche: consolidamento delle reti europee sui siti contaminati; aggiornamento profili di salute dei residenti; utilizzo della metodologia VIS per orientare lei politiche di risanamento; identificazione delle priorità di intervento per la riduzione dei rischi legati all'asbesto; approfondimento del ruolo della catena alimentare e caratterizzazione delle contaminazioni". 

"A sostegno dei Piani di risanamento sono state emanate tre direttive nel campo degli odori, delle polveri e dei campi elettromagnetici (curate dal Cirias dell'Università di Palermo) in attesa di quelle nel campo delle aree industriali, delle aree urbane e della verifica dei codici di autoregolamentazione - ha aggiunto Cuspilici -. L'Ateneo di Messina, oltre alle analisi tossicologiche (alterazioni del Dna; risposte in termini d'induzione/inibizione della sintesi di proteine; alterazioni del sistema immunitario; alterazioni istopatologiche), sta lavorando al rilancio economico e turismo sostenibile nelle aree a rischio, mentre il Cnr di Catania è impegnato in una campagna di monitoraggio del contenuto di metalli pesanti nel sistema aria-acqua-suolo e l'Ateneo di Catania nella promozione di nuovi  processi di morfogenesi imprenditoriale eco-sostenibile".

Ed, infine, il ruolo di Ancitel impegnato "nella formazione tecnico-manageriale per i settori ambiente ed energia nell'ambito della pubblica amministrazione, nello sviluppo della Direttiva Seveso e del portale di servizio per la gestione delle procedure e dei progetti per la rimozione e lo smaltimento dell'amianto" ha concluso il direttore dello Sportello unico regionale.