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Sicilia, studio delle Aree ad elevato rischio di crisi ambientale modello in Italia e all'estero


 
 
16 settembre 2012
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Lo studio e le attività nel campo del risanamento ambientale delle Aree ad elevato rischio di crisi ambientale e dei siti contaminati in Sicilia rappresentano un modello da seguire e da esportare nel resto dell'Italia ed anche all'estero. Dopo il riconoscimento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - che esporterà il modello siciliano in Cina ed in Kazakistan -, adesso è arrivato anche quello da parte dei ministeri della Salute e dell'Ambiente. 

Il direttore dello Sportello unico per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, Agenda 21 e Amianto della Regione Siciliana, Antonino Cuspilici, infatti, è stato invitato a presentare l'esperienza siciliana in occasione dell'evento "L'impatto sulla salute dei siti contaminati: il Progetto Sentieri" che si terrà martedì prossimo (18 settembre) a Roma, presso l'auditorium Biagio D'Alba del Ministero della Salute. Alla presenza dei ministri Renato Balduzzi (Salute) e Corrado Clini (Ambiente), Cuspilici illustrerà "Lo studio delle aree a rischio ambientale e dei siti contaminati a livello regionale: l'esperienza della Sicilia" portato avanti negli anni sotto il coordinamento dell'Oms e con la collaborazione degli Atenei di Palermo, Messina e Catania (rappresentato dal centro interdipartimentale Cutgana) e del Cnr di Catania.
In Italia sono oggi 60 i Siti di interesse nazionale per le bonifiche ambientali e la maggior parte è stata oggetto dello studio "Sentieri", un'indagine multi istituzionale e multi disciplinare coordinata dall'Istituto superiore della sanità che ha analizzato il profilo di mortalità delle popolazioni residenti in prossimità di tali aree.

Ad illustrare il piano di lavoro siciliano è Marco Martuzzi, programme manager dell'Oms. "Il Piano di lavoro programmato ed in corso di svolgimento in Sicilia è stato sposato in pieno dai massimi esperti internazionali nel campo del risanamento ambientale dei siti industrializzati e l'Oms ha deciso di esportarlo come modello in Asia ed in Kazakistan - ha spiegato Martuzzi -, un piano di lavoro che prevede analisi sanitarie con tanto di mappatura regionale e azioni di monitoraggio ambientale comprensive delle bonifiche. In Sicilia è in corso un'analisi della mortalità delle tre aree industrializzate grazie ai dati dell'Istituto superiore della sanità aggiornati al 2009 che sarà ulteriormente implementato con i dati relativi ai ricoveri ospedalieri. Sempre con l'Iss stiamo lavorando sulle problematiche relative all'amianto. Interessante anche il lavoro svolto sulle eventuali connessioni tra l'inquinamento e la catena alimentare". In questo campo il Cnr di Catania ha già installato due deposimetri per la rilevazione di metalli pesanti, diossine e composti organici clorurati contenuti nelle deposizioni atmosferiche nella zona di Archi in provincia di Messina, mentre altri saranno installati sempre nell'area a rischio della Valle del Mela, a Gela e nel Siracusano.

"Ma lo Sportello unico regionale - aggiunge Cuspilici -, è già intervenuto nel campo del risanamento ambientale con la pubblicazione dei decreti sulle polveri sottili e sulle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno, mentre un terzo riguarderà l'inquinamento elettromagnetico. Grazie alla collaborazione con Ancitel ben 10 comuni delle Aree a rischio su 16 otterranno la certificazione ambientale. Stiamo, inoltre, puntando al rilancio economico delle tre aree industrializzate e a contributi per l'acquisto di auto elettriche da parte degli enti locali".

Capitolo amianto. "Stiamo varando un Piano amianto regionale che prevede l'elaborazione del Catasto dell'amianto in tutta la Regione con particolare riferimento alle tre aree a rischio per l'eliminazione e la bonifica grazie ad uno stanziamento di 334 mila euro - aggiunge Cuspilici -, grazie alla collaborazione tra Oms e Iss stiamo allargando il raggio di azione anche al sito di Biancavilla nel Catanese (con una campagna di studi nel sito di interesse nazionale visto l'elevato numero di casi di tumori causati dalla localizzazione del mesotelioma nel tessuto polmonare associato all'esposizione all'amianto) e nella zona industriale di Termini Imerese nel Palermitano".