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Cutgana
Cutgana-Oms

Risanamento nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale siciliane

Il modello sarà esportato in Cina e Kazakistan

 
 
01 agosto 2012
Da sinistra Martuzzi, Messina e Cuspilici
Da sinistra Martuzzi, Messina e Cuspilici
SAN GREGORIO. Interventi a 360 gradi in Sicilia nel campo del risanamento ambientale delle tre Aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Un modello - realizzato dallo Sportello unico per le Aree ad elevato rischio di crisi, Agenda 21 e Amianto diretto da Antonino Cuspilici con il coordinamento dell'Organizzazione mondiale della sanità e la collaborazione dei tre Atenei siciliani, del Cnr di Catania e dell'Ancitel - che l'Oms esporterà in Cina ed in Kazakistan. A confermarlo il programme manager dell'Oms, Marco Martuzzi, in occasione della riunione che si è tenuta nei locali di San Gregorio del Cutgana dell'Università di Catania.

"Il Piano di lavoro programmato ed in corso di svolgimento in Sicilia è stato sposato in pieno dai massimi esperti internazionali nel campo del risanamento ambientale dei siti industrializzati e l'Oms ha deciso di esportarlo come modello in Asia ed in Kazakistan - ha spiegato Martuzzi -, un piano di lavoro che prevede analisi sanitarie con tanto di mappatura regionale e azioni di monitoraggio ambientale comprensive delle bonifiche".

Martuzzi, inoltre, ha annunciato che in Sicilia "è in corso un'analisi della mortalità delle tre aree industrializzate grazie ai dati dell'Istituto superiore della sanità aggiornati al 2009 che sarà ulteriormente implementato con i dati relativi ai ricoveri ospedalieri". "Sempre con l'Iss stiamo lavorando sulle problematiche relative all'amianto - ha spiegato Martuzzi -, interessante anche il lavoro svolto sulle eventuali connessioni tra l'inquinamento e la catena alimentare".
In questo campo il Cnr di Catania ha già installato due deposimetri per la rilevazione di metalli pesanti, diossine e composti organici clorurati contenuti nelle deposizioni atmosferiche nella zona di Archi in provincia di Messina, mentre altri saranno installati sempre nell'area a rischio della Valle del Mela, a Gela e nel Siracusano. 

"Ma lo Sportello unico regionale - ha spiegato il direttore Antonino Cuspilici -, è già intervenuto nel campo del risanamento ambientale con la pubblicazione dei decreti sulle polveri sottili e sulle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno, mentre un terzo riguarderà l'inquinamento elettromagnetico. Grazie alla collaborazione con Ancitel ben 10 comuni delle Aree a rischio su 16 otterranno la certificazione ambientale. Stiamo, inoltre, puntando al rilancio economico delle tre aree industrializzate e a contributi per l'acquisto di auto elettriche da parte degli enti locali".

Capitolo amianto. "Stiamo varando un Piano amianto regionale che prevede l'elaborazione del Catasto dell'amianto in tutta la Regione con particolare riferimento alle tre aree a rischio per l'eliminazione e la bonifica grazie ad uno stanziamento di 334 mila euro - ha spiegato Cuspilici -, ed, infine, grazie alla collaborazione tra Oms e Iss stiamo allargando il raggio di azione anche al sito di Biancavilla nel Catanese (con una campagna di studi nel sito di interesse nazionale visto l'elevato numero di casi di tumori causati dalla localizzazione del mesotelioma nel tessuto polmonare associato all'esposizione all'amianto) e nella zona industriale di Termini Imerese nel Palermitano".

Alla riunione sono intervenuti Angelo Messina e Concetto Amore del Cutgana dell'Università di Catania, Elita Schillaci dell'Università di Catania, Salvatore Barbaro dell'Università di Palermo, Francesco Squadrito, Domenica Altavilla, Salvatore Fasulo e Angela Mauceri dell'Università di Messina, Concetto Puglisi del Cnr di Catania, Francesco Liardo della Regione Siciliana, Pierpaolo Mudu dell'Oms, Antonino Isgrò di Forum Beta, Angelo Torre di Aci Consult, Paolo Teti e Massimiliano Girolami di Ancitel.