CATANIA. Siti contaminati, salute e sviluppo socio-economico delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Ma anche una sede nuova di zecca per l'Organizzazione mondiale della sanità a Catania, l'unica in Italia dopo l'addio a quella di Roma. Sono i temi su cui si è soffermato Marco Martuzzi, programme manager dell'Oms, in occasione del quarto appuntamento del "CutganaTalk" dal titolo "Oms e risanamento ambientale" organizzato dalla "Fondazione Cutgana" presieduta da Angelo Messina nei locali della Città della scienza.
"In Italia esistono 44 aree ad elevato rischio di crisi ambientale - ha spiegato Martuzzi -, in 19 di esse, stando all'Istituto superiore della sanità che collabora con l'Oms, è stata certificata la mortalità in eccesso, mentre in altre 10 è al di sotto della media nazionale. Le pubblicazioni dell'Iss dimostrano che il profilo di salute dei residenti nelle aree a rischio, indubbiamente, non è dei migliori".
Ma Martuzzi si è anche soffermato sulla situazione socio-economica dei residenti e sull'aspetto occupazionale: "E' stato accertato che i casi di decessi e malattia riguardano i residenti che si trovano in condizioni socio-economiche più svantaggiate e più vicini agli impianti industriali. Lo studio socio-economico delle aree a rischio è stato avanzato principalmente in Sicilia, un modello che esporteremo nel resto dell'Europa, e fondamentale per valutare anche l'aspetto occupazionale".
Un argomento ripreso da Antonino Cuspilici, direttore dello Sportello unico per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale, Agenda 21 e Amianto della Regione Siciliana, il quale ha spiegato che "in Sicilia, grazie al Cutgana dell'Università di Catania, sono stati aggiornati i Piani di risanamento dell'area del Siracusano e di Gela e realizzato quello della Valle del Mela ed adesso stiamo lavorando sul turismo sostenibile dei siti industriali, sostegno alle imprese ecosostenibili con fondi Por e su direttive, alcune già emesse, finalizzate ad abbassare i livelli di inquinamento ambientale grazie anche alle collaborazioni con gli altri Atenei siciliani ed il Cnr". E sulla sede dell'Oms a Catania, Cuspilici ha spiegato "che la Fondazione Cutgana ed il Cutgana ospiteranno l'Oms, che da qualche mese ha lasciato la sede di Roma, a Catania, proprio nel centro storico con una sede in via Etnea".
A seguire il commissario straordinario dell'Arpa, Salvatore Cocina, si è soffermato "sulle difficoltà della Regione Siciliana nell'effettuare i controlli ambientali così come testimoniato dalle infrazioni europee e sull'applicare i Piani di risanamento finalizzati a sanare danni creati da altri e che ormai sono particolarmente sentiti dalla popolazione. Basti guardare alle proteste di Milazzo. La strada da seguire è quella dell'azione coordinata delle amministrazioni pubbliche, ma ad oggi manca l'interlocuzione tra le parti nonostante il fatto che gli Atenei abbiano prodotto studi e ricerche che conosciamo tutti così come le soluzioni. Rischiamo di lasciare un futuro poco roseo alle future generazioni".
In chiusura il prof. Francesco Basile ha evidenziato che "oggi siamo in grado di valutare il rischio, verificare la situazione e gli impatti ambientali, ma facciamo poco per evitare il rischio e prevenire l'insorgenza delle malattie". "Occorre una maggiore organizzazione tra i dati del Registro tumori e le strutture sanitarie e programmare screening anche gratuiti sulla popolazione creando, insieme con l'Oms, un modello Sicilia da esportare" ha aggiunto Basile, il quale, in rappresentanza dell'Istituto superiore della sanità, ha invitato "ad una maggiore collaborazione l'Oms e le istituzioni anche per individuare finanziamenti".