ATTENZIONE!!!SI STA NAVIGANDO UNA VECCHIA VERSIONE DEL SITO
CLICCARE QUI PER LA VERSIONE ATTUALE DEL BOLLETTINO D'ATENEO
Cutgana
Cutgana

Riconoscimento del Progetto Eden alla Pirrera di Sant'Antonio

La cava di Melilli "destinazione di eccellenza per il turismo e riconversione dei siti"

 
 
13 settembre 2011
pirrera melilli 1.jpg
MELILLI. La Pirrera di Sant'Antonio di Melilli "sbarca" a Roma per ricevere il riconoscimento di "destinazione di eccellenza per il turismo e riconversione dei siti" nell'ambito della quinta edizione dell'azione comunitaria "Eden" indetto dalla Commissione europea. E a conferirlo saranno il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, il presidente del Comitato nazionale di valutazione, Biagio Costa, e il capo progetto Eden, Lucio D'Amore, nel corso di una cerimonia organizzata dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri in programma venerdì 23 settembre (alle 12,30, presso la sala "Parlamentino" del dipartimento di via della Ferratella in Laterano).

Il sito melillese, nell'ambito del progetto Eden, quest'anno dedicato al tema "Turismo e riconversione dei siti", ha conquistano il gradino più basso del podio nella speciale classifica ed è stato, inoltre, segnalato alla Commissione europea.
Un risultato importante per la particolare cava melillese ottenuto grazie alla procedura curata dal Cutgana (centro interfacoltà dell'Università di Catania diretto da Maria Carmela Failla) e dall'Ecomuseo dei Monti Climiti di Melilli (Ecomuseo naturalistico-didattico gestito dal centro universitario) diretto da Pietro Pitruzzello (responsabile del procedimento per il progetto Eden). A prendere parte alla cerimonia saranno il direttore del Cutgana, Maria Carmela Failla, il delegato del rettore per le aree protette, Angelo Messina, il direttore dell'Ecomuseo dei "Monti Climiti", Pietro Pitruzzello, ed il sindaco di Melilli, Giuseppe Sorbello.

L'importante riconoscimento è stato concesso soprattutto per l'attuazione della riconversione avvenuta tenendo conto dei principi dello sviluppo sostenibile. La Pirrera, infatti, è stata resa fruibile attraverso interventi mirati alla messa in sicurezza della struttura e al mantenimento della originalità dei luoghi. La Pirrera, quindi, non potrà essere trasformata in una struttura diversa, ma dovrà conservare la sua vocazione attuale cioè quella di un sito di lavoro divenuto un luogo che, attraverso i suoi segni, racconta la storia di oltre 500 anni di vita economica e sociale di Melilli. Il Cutgana, inoltre, sta attualmente conducendo degli studi geologici e botanici all'interno della cava che mostra emergenze naturalistiche di particolare interesse.
Il bando si rivolgeva proprio alle aree dismesse - industriali, militari, geo-minerarie - e riconvertite a fini turistici ed, infatti, la Pirrera di Sant'Antonio da qualche anno, nell'ambito della convenzione stipulata con il Cutgana, è inserita nei diversi itinerari eco-didattico-turistici del centro universitario riscuotendo un notevole successo tra i numerosi visitatori.

La Pirrera di Sant'Antonio

La cava a cielo aperto si trova a nord dal centro abitato di Melilli e si apre alla base della falesia dell'età Milazziana (Pleistocene medio-superiore) snodandosi tra pilastri a base quadrata di 5 metri con corridoi fino a 280 metri che corrono perpendicolari all'interno della montagna per un'estensione totale di 2,5 chilometri quadrati. La Pirrera, che presenta un'altezza massima di 27 metri con una media di 20 metri, è stata utilizzata dal 1450 per l'estrazione di blocchi calcarei destinati alla realizzazione della Torre e del Castello di Melilli ed anche per edifici e chiese nel periodo post terremoto del 1693 (San Sebastiano, Chiesa Madre, Vecchio convento delle Benedettine, la chiesa di Santa Rosalia e la chiesa dello Spirito Santo, per il loggiato della piazza di San Sebastiano).

La pietra bianca della cava, inoltre, è presente nella chiesa di San Francesco d'Assisi di Catania ed in altre città come Siracusa, Messina e Genova. Poi, nel 1962, la Pirrera - dopo l'occupazione nel corso della seconda guerra mondiale da parte delle truppe inglesi per l'istituzione della base militare - è stata chiusa ufficialmente per il mancato consolidamento dei pilastri della zona e, a quanto pare, anche di ordine economico in quanto i mellilesi dal 1949 prestarono la loro manodopera nella realizzazione dell'area del Petrolchimico. Dal 1962 la Pirrera è stata invasa dalla natura e occasionalmente visitata da speleologi e naturalisti.