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Cutgana
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Melilli, riconoscimento per 'La Pirrera'

E' stata proclamata 'destinazione di eccellenza per il turismo e la riconversione dei siti'

 
 
16 maggio 2011
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MELILLI. Importante riconoscimento turistico per il sito della Pirrera di Sant'Antonio di Melilli. Il Comitato nazionale di valutazione istituito dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell'ambito della quinta edizione del progetto "Eden-Destinazioni europee di eccellenza" indetto dalla Commissione europea e dedicato quest'anno al tema del "Turismo e riconversione dei siti", ha conferito alla Pirrera di Sant'Antonio di Melilli il riconoscimento di "destinazione di eccellenza per il turismo e riconversione dei siti".

Il sito melillese, già selezionato in un ristretto elenco di destinazioni nel marzo scorso, è riuscito a "conquistare" il gradino più basso del podio nella speciale classifica e adesso sarà segnalato alla Commissione europea dal Comitato nazionale di valutazione.
Un risultato importante per la particolare cava melillese ottenuto grazie alla procedura curata dal Cutgana (centro interfacoltà dell'Università di Catania diretto da Maria Carmela Failla) e dall'Ecomuseo dei Monti Climiti di Melilli (laboratorio naturalistico-didattico gestito dal centro universitario) diretto da Pietro Pitruzzello (responsabile del procedimento per il progetto Eden).

L'importante riconoscimento è stato concesso soprattutto per l'attuazione della riconversione avvenuta tenendo conto dei principi dello sviluppo sostenibile. La Pirrera, infatti, è stata resa fruibile attraverso interventi mirati alla messa in sicurezza della struttura e al mantenimento della originalità dei luoghi. La Pirrera quindi non potrà essere trasformata in una struttura diversa, ma dovrà conservare la sua vocazione attuale cioè quella di un sito di lavoro divenuto un luogo che, attraverso i suoi segni, racconta la storia di oltre 500 anni di vita economica e sociale di Melilli. Il Cutgana, inoltre, sta attualmente conducendo degli studi geologici e botanici all'interno della cava che mostra emergenze naturalistiche di particolare interesse.

Il bando si rivolgeva proprio alle aree dismesse - industriali, militari, geo-minerarie - e riconvertite a fini turistici ed, infatti, la Pirrera di Sant'Antonio, di proprietà del Comune di Melilli, da qualche anno, nell'ambito della convenzione stipulata con il Cutgana, è inserita nei diversi itinerari eco-didattico-turistici del centro universitario riscuotendo un notevole successo tra i numerosi visitatori.
Sempre il Cutgana e l'Ecomuseo dei Monti Climiti chiederanno all'Unesco l'inserimento della Pirrera di Sant'Antonio tra i siti "Patrimonio dell'umanità".

La Pirrera di Sant'Antonio

La cava a cielo aperto si trova a nord dal centro abitato di Melilli e si apre alla base della falesia dell'età Milazziana (Pleistocene medio-superiore) snodandosi tra pilastri a base quadrata di 5 metri con corridoi fino a 280 metri che corrono perpendicolari all'interno della montagna per un'estensione totale di 2,5 chilometri quadrati. La Pirrera, che presenta un'altezza massima di 27 metri con una media di 20 metri, è stata utilizzata dal 1450 per l'estrazione di blocchi calcarei destinati alla realizzazione della Torre e del Castello di Melilli ed anche per edifici e chiese nel periodo post terremoto del 1693 (San Sebastiano, Chiesa Madre, Vecchio convento delle Benedettine, la chiesa di Santa Rosalia e la chiesa dello Spirito Santo, per il loggiato della piazza di San Sebastiano).
La pietra bianca della cava, inoltre, è presente nella chiesa di San Francesco d'Assisi di Catania ed in altre città come Siracusa, Messina e Genova.

Poi, nel 1962, la Pirrera - dopo l'occupazione nel corso della seconda guerra mondiale da parte delle truppe inglesi per l'istituzione della base militare - è stata chiusa ufficialmente per il mancato consolidamento dei pilastri della zona e, a quanto pare, anche di ordine economico in quanto i mellilesi dal 1949 prestarono la loro manodopera nella realizzazione dell'area del Petrolchimico. Dal 1962 la Pirrera è stata invasa dalla natura e occasionalmente visitata da speleologi e naturalisti.