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Cutgana
Cutgana

Melilli, le grotte protette del Siracusano

Quinto appuntamento del ciclo "La vita nel buio"

 
 
19 aprile 2011
Grotta Monello Stalattiti e stalagmiti.jpg
MELILLI. Presentati a Melilli i risultati delle ricerche condotte nelle tre riserve naturali integrali siracusane "Grotta Monello", "Grotta Palombara" e "Complesso speleologico Villasmundo-Sant'Alfio" gestite dal Cutgana, il centro interfacoltà dell'Università di Catania diretto da Maria Carmela Failla.

Nel corso del seminario "Le indagini scientifiche nelle grotte protette del Siracusano", che si è tenuto ieri nell'Ecomuseo dei Monti Climiti di Melilli nell'ambito del ciclo di conferenze "La Vita nel Buio" organizzato dal Miur, dal Comune di Melilli, dal Cutgana dell'Università di Catania e dall'associazione culturale "Sciuscià", i direttori delle riserve Elena Amore (Villasmundo), Sandro Privitera (Grotta Palombara) e Giuseppe Sperlinga (Grotta Monello) hanno illustrato anche i progetti di ricerca che saranno eseguiti nel 2011.

Per quanto riguarda la riserva Complesso speleologico Villasmundo-Alfio" di Melilli, che presenta la grotta più lunga in Sicilia con un'estensione di 2,5 chilometri, il direttore Amore ha illustrato i risultati dei monitoraggi chimico-fisici e batteriologici delle acque della grotta Villasmundo da cui è emersa la "non oligomineralità" della stessa, tipica delle acque che scorrono in rocce carbonati che, a causa dell'elevata quantità di calcio e magnesio che concorrono a creare il residuo fisso. Il direttore Amore ha poi presentato "il programma di rilievi topografici che sarà realizzato con la collaborazione degli speleologi per definire la nuova planimetria della grotta Villasmundo oltre alla campagna di rilievo delle grotte, allo studio dei funghi come bio-indicatori e alle indagini di monitoraggio mirate a comprendere i fenomeni geologici, l'evoluzione del clima ipogeo, l'andamento della flora e della fauna sotterranea e l'interazione tra la cavità e l'ambiente circostante".

Allo studio anche la riperimetrazione della riserva stessa con l'estensione della zona "A" (riserva integrale) fino al torrente Belluzza.
Nella riserva naturale "Grotta Palombara", invece, sono in corso da diversi anni interventi di rinaturazione con specie autoctone nella zona B dell'area protetta di Melilli, circondata per lo più dall'autostrada e oggetto di diversi incendi. "L'incendio del 9 agosto scorso ha causato numerosi danni, ma grazie agli interventi di rinaturazione già avviati e a quelli successivi siamo riusciti a ripristinare quasi il tutto - ha spiegato il direttore Privitera -, stiamo lavorando, proprio in quest'ambito, anche all'attività di raccolta del germoplasma oltre a diverse campagne di monitoraggio dei chirotteri presenti in grotta con la collaborazione degli speleologi. Le altre campagne di monitoraggio riguardano i parametri fisici e la concentrazione di Radon in grotta e le piogge acide. In programma anche la riperimetrazione della riserva".

Per quanto riguarda la riserva naturale Grotta Monello sono stati illustrati i risultati delle indagini lichenologiche, importanti per la conoscenza della biodiversità, da cui sono emersi la presenza di 125 entità di cui 73 (58,4%) su roccia, 39 (31,2%) su scorza, 10 (8%) al suolo e 3 (2,4%) su diversi substrati.
Ed ancora sono state rilevate 5 specie nuove per la Sicilia, 15 per il territorio siracusano e ben due specie endemiche (Weissia triumphans e Weissia triumphans passidisetum).

Nell'ambito di un progetto finalizzato alla ricostruzione cronologica di eventi tettonici e climatici strettamente connessi alle cavità carsiche della Sicilia orientale è stata intrapresa nella Grotta Monello una campagna di datazione da cui è emerso che le principali fasi evolutive della grotta risalgono al medio-Pleistocene.