
MELILLI. Il sito della Pirrera di Sant'Antonio concorrerà alla selezione per il riconoscimento della "destinazione di eccellenza per il turismo e riconversione dei siti" indetta dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La procedura di riconoscimento è stata curata dal Cutgana, il centro interfacoltà dell'Università di Catania diretto da Maria Carmela Failla, e dall'Ecomuseo dei Monti Climiti di Melilli, il laboratorio naturalistico-didattico gestito dal centro universitario e diretto da Pietro Pitruzzello (responsabile del procedimento).
L'invito a presentare le candidature da parte del governo rientra nell'ambito della quinta edizione del progetto "Eden-Destinazioni europee di eccellenza" della Commissione europea dedicato quest'anno al tema del "Turismo e riconversione dei siti" proprio allo scopo di attirare l'attenzione sulla ricchezza e la varietà delle destinazioni turistiche europee e per promuovere siti in cui la crescita economica è in sintonia con la sostenibilità sociale, culturale ed ambientale. In particolar modo il bando si rivolge alle aree dismesse - industriali, militari, geo-minerarie - e riconvertite a fini turistici. Requisiti in possesso della Pirrera di Sant'Antonio di proprietà del Comune di Melilli ed oggi inserita in diversi itinerari eco-didattico-turistici del Cutgana.
Adesso i siti candidati saranno selezionati da un Comitato nazionale di valutazione per l'inserimento in un elenco ristretto di destinazioni e successivamente, entro il mese di aprile 2011, alla scelta di 5 destinazioni da segnalare alla Commissione europea. Sempre il Cutgana e l'Ecomuseo dei Monti Climiti chiederanno all'Unesco l'inserimento della Pirrera di Sant'Antonio tra i siti "Patrimonio dell'umanità".
La cava a cielo aperto si trova a nord dal centro abitato di Melilli e si apre alla base della falesia dell'età Milazziana (Pleistocene medio-superiore) snodandosi tra pilastri a base quadrata di 5 metri con corridoi fino a 280 metri che corrono perpendicolari all'interno della montagna per un'estensione totale di 2,5 chilometri quadrati.
La Pirrera, che presenta un'altezza massima di 27 metri con una media di 20 metri, è stata utilizzata dal 1450 per l'estrazione di blocchi calcarei destinati alla realizzazione della Torre e del Castello di Melilli ed anche per edifici e chiese nel periodo post terremoto del 1693 (San Sebastiano, Chiesa Madre, Vecchio convento delle Benedettine, la chiesa di Santa Rosalia e la chiesa dello Spirito Santo, per il loggiato della piazza di San Sebastiano). La pietra bianca della cava, inoltre, è presente nella chiesa di San Francesco d'Assisi di Catania ed in altre città come Siracusa, Messina e Genova. Poi, nel 1962, la Pirrera - dopo l'occupazione nel corso della seconda guerra mondiale da parte delle truppe inglesi per l'istituzione della base militare - è stata chiusa ufficialmente per il mancato consolidamento dei pilastri della zona e, a quanto pare, anche di ordine economico in quanto i mellilesi dal 1949 prestarono la loro manodopera nella realizzazione dell'area del Petrolchimico. Dal 1962 la Pirrera è stata invasa dalla natura e occasionalmente visitata da speleologi e naturalisti.