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Cutgana
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Lezione su ambiente ed energia

Attività formative, intervento del dirigente generale del Dipartimento Energia della Regione, Rossana Interlandi

 
 
04 maggio 2010
di U.S. Cutgana
Comunicato stampa Cutgana - Attività formativa.jpg
Il "futuro" delle aree protette siciliane ha cominciato a muovere i primi passi. Rossana Interlandi, dirigente generale del Dipartimento Energia della Regione, ha annunciato che la riforma della legge regionale sull'Istituzione di parchi e riserve naturali varata nel 1981, e già modificata nel 1988, è approdata in commissione Ambiente e territorio dell'Ars.

"Una normativa che mette in primo piano l'ambiente, le nuove attività imprenditoriali che guardano all'ambiente, il vero nuovo lavoro di domani, e i nostri giovani. In particolar modo i laureati in Scienze ambientali, adesso riconosciuti con un apposito albo regionale e sempre più specializzati in settori legati all'ambiente" ha spiegato la Interlandi nel corso del seminario organizzato dal Cutgana dell'Università e del cdl in Scienze ambientali nei locali del Laboratorio naturalistico ambientale "Natura e Scienza" di San Gregorio del centro interfacoltà dell'Ateneo sul tema "Esperienza di gestione politica dell'assessorato regionale Territorio e ambiente".

Alla presenza del direttore del Cutgana e del presidente del cdl in Scienze ambientali, Concetto Amore, il delegato del rettore per le Aree protette, Angelo Messina, e del dirigente dell'assessorato regionale Territorio e ambiente, Antonino Cuspilici, e di oltre 100 studenti, la Interlandi ha sottolineato "il concetto della trasversalità nelle azioni dell'attuale amministrazione regionale in campo ambientale dove dalla sola conservazione della natura si sta attivando una nuova politica ambientale, grazie anche ai fondi strutturali della Comunità europea, che coinvolge diversi dipartimenti, che guarda alla conservazione, fruizione sostenibile e promozione del territorio".

Comunicato stampa Cutgana - Attività formativa, Intervento Interlandi.jpg
Obiettivi da raggiungere partendo "dalle aree protette siciliane attuali, ed in Sicilia contiamo ben 75 riserve, 4 parchi regionali più l'istituendo dei Sicani e ben tre ipotesi di parchi nazionali (Pantelleria, Eolie e Iblei) per un totale di territorio sottoposto a tutela pari al 20 per cento, visti oggi come dei laboratori naturali indispensabili per arrivare ad una nuova normativa mirata ad una corretta fruizione sostenibile che metta insieme gli aspetti conservativi e la tutela delle risorse naturali con l'imprenditoria di settore - ha spiegato la Interlandi -, in Sicilia abbiamo una rete ecologica di 500 mila ettari che daranno lavoro ai nostri giovani laureati vicini alle tematiche ambientali.

La Regione, a tal proposito, ha emesso un bando sull'eco-innovazione di prodotti e processi con ricadute occupazionali importanti per i giovani siciliani ed uno sui sistemi integrati ambientali". Un territorio dove la natura è contrastata dall'industrializzazione delle aree del Petrolchimico. "Dobbiamo recuperare i territori degradati industrializzati puntando sulle fonti rinnovabili sostenibili e quindi sfruttando l'energia solare grazie agli impianti fotovoltaici da collocare sui tetti delle abitazioni e degli stabilimenti industriali senza deturpare e depauperare i terreni agricoli - ha spiegato l'ex assessore regionale -, si deve sfruttare al massimo l'energia solare per abbattere i costi dell'industrializzazione col principio dell'auto consumo.

Stesso discorso per l'eolico, spesso deturpante per i nostri territori, che grazie al futuro Piano energetico ambientale che guarda al minieolico meno invasivo sul paesaggio, che non inaridisce i terreni e che salvaguarda la fauna". Altro tema: ridistribuzione della ricchezza e riequilibrio delle risorse. "Molti imprenditori stranieri ed italiani, dopo aver realizzato opere in Spagna e in Germania, voglio invadere il territorio siciliano con progetti ambientali anche innovativi, ma la Regione interverrà tutelando gli imprenditori locali e al tempo stesso permettendo ai giovani installatori e manutentori di impianti di poter lavorare" ha aggiunto la Interlandi, la quale ha chiuso la "lezione" con un intervento sui rifiuti.

"Il no ai termovalorizzatori significa invertire la rotta sul tema dei rifiuti, ovvero, una nuova visione del rifiuto che non va bruciato, e quindi inevitabile inquinamento ambientale, ma riciclato. Meno rifiuti significa meno costi per tutti. Ma dobbiamo arrivare al 65% dei rifiuti riciclati raddoppiando gli obiettivi della Unione europea, dobbiamo ridurre l'utilizzo della plastica e degli imballaggi ed in tal senso nasce la rimodulazione degli Ato" ha chiuso il dirigente regionale.