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Cutgana
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Focus sulle aree ad elevato rischio ambientale

Attività formative organizzate dal Cutgana dell'Università di Catania e dal corso di laurea in Scienze ambientali della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali 

 
 
29 aprile 2010
di U.S. Cutgana
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Futuri esperti su inquinamento e degradazione dell'ambiente alle prese con le aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Un tema affrontato da Marcello Panzica dell'assessorato regionale Territorio e Ambiente nel corso del secondo appuntamento delle attività formative organizzate dal Cutgana dell'Università di Catania e dal corso di laurea in Scienze ambientali della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dal titolo "Gestione di Aree ad Elevato rischio di crisi ambientale".

Aree in cui insistono petrolchimici e attività industriali - in Sicilia sono stati dichiarati a rischio i comprensori di Siracusa e Gela nel '90 e di Milazzo nel 2002 - i cui territori sono caratterizzati da gravi alterazioni degli equilibri ecologici nei corpi idrici, nell'atmosfera o nel suolo, tali da comportare un rischio per l'ambiente e per la popolazione.
"Ai fini di pervenire ad un loro disinquinamento e consentire il ritorno a condizioni ambientali più sostenibili, per le aree a rischio è stata prevista la redazione di appositi Piani di Risanamento costituiti da una serie di schede che definiscono gli interventi di disinquinamento da porre in essere sia dai soggetti privati, con finanziamenti a proprio carico, sia da soggetti pubblici, con finanziamenti a carico dello Stato" ha spiegato Panzica alla presenza del direttore del Cutgana e del presidente del cdl in Scienze ambientali, Concetto Amore, e il dirigente regionale dell'assessoratore Territorio e Ambiente, Antonino Cuspilici. 

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Una gestione dei Piani di risanamento di Siracusa e Gela piuttosto travagliata e passata di mano in mano dai Comitati di coordinamento ai prefetti fino all'istituzione dell'Ufficio speciale per le aree a rischio da parte della Regione nel 2005. "L'Ufficio è intervenuto nelle aree a rischio con azioni e prescrizioni come autorità preposta al risanamento ambientale fuori dalle attività ordinarie - ha spiegato il dirigente regionale -, tra i suoi compiti la definizione dell'aggiornamento annuale dei piani di risanamento e il coordinamento della redazione e attuazione dei piani delle nuove aree a rischio. Nelle aree a rischio, nonostante la notevole compromissione delle matrici ambientali, sono presenti ancora rilevanti aspetti di naturalità e di soddisfacente stato di conservazione dell'ambiente che hanno permesso l'istituzione di aree protette regionali di grande interesse scientifico come la Sughereta di Niscemi e il Biviere di Gela, la Grotta Monello, Grotta Palombara, il Complesso speleologico di Villasmundo, le Saline di Priolo, la Valle dell'Anapo e Pantalica, Fiume Ciane e Saline di Siracusa, la Riserva di Fiumedinisi e Monte Scuderi nell'area di Milazzo. La presenza questo notevole patrimonio naturalistico ed emergenze culturali, archeologiche e antropologiche può rappresentare per le aree a rischio un importante momento di rilancio economico da individuare nello sviluppo di un turismo sostenibile rivolto a differenti fasce di fruitori".