Scienze ambientali e Scienze ecologiche
Visita guidata alla raffineria Eni di Gela
Formare sul campo i futuri esperti su inquinamento e degradazione dell'ambiente legati alle attività umane e sul loro impatto sulla biodiversità e sostenibilità. E per raggiungere questo obiettivo i docenti degli studenti dei corsi di laurea di primo livello in Scienze ambientali ed in Scienze ecologiche ed educazione ambientale della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali hanno organizzato, grazie alla collaborazione dell'Ufficio speciale regionale Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, una visita guidata all'interno della Raffineria Eni di Gela nell'ambito delle attività formative.
A guidare i 50 studenti sono stati il presidente del corso di laurea in Scienze ambientali, Concetto Amore, e i docenti Antonino Cuspilici (direttore dell'Ufficio speciale regionale Aree ad elevato rischio di crisi ambientale), Angelo Messina (delegato del rettore per le Aree protette e membro del Cutgana dell'Università di Catania), Giorgio Sabella (esperto di Valutazione d'Impatto Ambientale per gli aspetti zoocenotici), Pietro Minissale (botanico) e Giuseppina Bartolo (esperta in Educazione ambientale).
Nel corso della visita gli studenti hanno scoperto la Raffineria Eni di Gela che costituisce un polo integrato a monte con la produzione di greggi pesanti dei giacimenti siciliani e a valle con gli adiacenti impianti petrolchimici Eni.
Ma soprattutto appreso i progetti intrapresi dall'Eni nel campo della riduzione dell'impatto ambientale, di recupero dell'acqua di mare, poi dissalata e destinata alla popolazione, dei moderni impianti di trattamento dei fumi che consentono il rispetto dei più elevati standard ambientali, di monitoraggio marino e della qualità dell'aria.
Ma anche di progetti mirati alla produzione di benzine da fonti alternative e di biocarburanti derivati dalla coltura algale, ed infine della realizzazione delle barriere bentoniche lungo 3,5 chilometri di costa per il recupero delle falde inquinate.