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Cutgana
Cutgana

Strategie e tutela ambientale

A Siracusa seconda giornata del convegno sul Piano energetico regionale

 
 
11 maggio 2009
da sinistra: Messina, Buttiglieri e Confalone
da sinistra: Messina, Buttiglieri e Confalone

Coniugare le esigenze delle industrie del Petrolchimico con l'ambiente, le tradizioni storico-culturali e lo sviluppo socio-economico dell'intera area a rischio di crisi ambientale siracusana.

Su questo tema si è discusso stamattina nel salone del "Des Etrangeres" nella seconda giornata dei lavori del "Piano energetico regionale - Strategia e tutela ambientale" coordinati da Giancarlo Confalone.
Sviluppo sostenibile di un'area a rischio che può passare attraverso "il turismo e alla valorizzazione delle saline e dell'ex hangar per dirigibili" ha sostenuto Antonino Cuspilici, direttore dell'Ufficio speciale per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Ma anche, come ha spiegato Angelo Messina, responsabile del Cutgana dell'Università di Catania, il centro interfacoltà d'Ateneo che si sta occupando dell'aggiornamento del Piano di risanamento dell'area a rischio siracusana, attraverso "un programma di sostenibilità reciproca tra gli insediamenti industriali e le testimonianze culturali, storiche e naturalistiche presenti con progetti che coinvolgono gli studenti come ScuolAmbiente rivolto alle scuole".

E ha aggiunto Messina: "L'area iblea è ricchissima di testimonianze che vanno valorizzate e a tal fine si sta lavorando alla realizzazione di un parco naturalistico-culturale delle grotte e delle cave del territorio ibleo che comprende la Grotta Mastro Pietro di Melilli e le riserve naturali Complesso Villasmundo-Sant'Alfio e Grotta Palombara, ma anche di un Parco Paleontologico e di un Museo dell'elettrotecnica di archeologia industriale oltre all'Accademia Mediterranea di eccellenza, una scuola pre-post laurea vicina alle esigenze del territorio".

Un'area a rischio, quella siracusana, che si estende per 550 chilometri quadrati e che è interessata per il 3% da insediamenti industriali, mentre il 66% è destinato ad uso agricolo, oggetto di studio dell'Oms per via dell'alta incidenza di tumori nella popolazione siracusana "ben al di sopra della media nazionale" ha spiegato Pierpaolo Mudu dell'Oms anche a causa di "emissione di sostanze chimiche non autorizzate, di scorie e per il malfunzionamento degli impianti". 
Daniela Palano, ginecologa dell'Azienda ospedaliera Vittorio Emanuele II-Santo Bambino-Ferrarotto di Catania, ha anche avanzato "il possibile legame tra l'endometriosi e l'inquinamento ambientale con conseguenze sulle donne e anche, nel caso delle donne in attesa, per il nascituro".
Ma la Palano ha anche spiegato pure che "l'inquinamento può avere conseguenze pure per la fertilità maschile". Infine, don Paolo Buttiglieri, coordinatore nazionale Comunicazione sociale Salesiani, ha avanzato il progetto di "sostenibilità polidimensionale nel campo della comunicazione nei suoi aspetti ambientale, sociale ed economico".