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Cutgana
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Workshop su 'Biomonitoraggio nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale'


 
 
24 febbraio 2009
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SIRACUSA. Vanadio e nichel, ma anche piombo, rame e zinco in elevate quantità superiori alla media nazionale. Sono gli elementi in traccia (metalli) riscontrabili nelle zone industriali siracusane in seguito alle operazioni di biomonitoraggio nell'area ad elevato rischio di crisi ambientale di Siracusa su cui stamattina si è discusso nel corso del workshop organizzato dall'Ufficio speciale "Aree ad elevato rischio di crisi ambientale", la Provincia Regionale di Siracusa e dal Cutgana dell'Università degli studi di Catania sul tema "Biomonitoraggio nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale". In base ai dati - relativi al 2000 - forniti Pietro Pitruzzello, direttore del Laboratorio naturalistico ambientale "Ecomuseo dei Monti Climiti" del Cutgana, "sono stati riscontrati elevati valori di metalli pesanti, vanadio e nichel in particolar modo, nell'area industriale del petrolchimico pari a 52 parte per milione, mentre ad Augusta superano la media il piombo, rame e zinco, pari a 20-30 ppm, legato al traffico veicolare". "E ancora nell'area di Melilli - ha aggiunto Pitruzzello -, è elevata la presenza di nichel, mentre rame e zinco sono piuttosto bassi".


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Ad aprire i lavori nella sala Costanza Bruno della Provincia regionale di Siracusa è stato l'assessore al Territorio e Ambiente, Vincenzo Reale: "E stata effettuata una gara per l'affidamento del monitoraggio dell'aria e dell'ambiente di tutta l'area siracusana ed in particolar modo quella della zona industriale tramite gli impianti provinciali". Dati che, come ha spiegato Reale, "confluiscono in Prefettura dove costantemente vengono analizzati".
Il direttore dell'Ufficio speciale "Aree ad elevato rischio di crisi ambientale", Antonino Cuspilici, invece, ha annunciato che in "tempi brevi saranno resi noti i risultati forniti dall'Organizzazione mondiale della sanità sullo stato dell'ambiente del territorio siracusano e della salute della popolazione dell'area a rischio". Ma Cuspilici ha anche posto l'accento "sul maggiore coinvolgimento della popolazione delle aree a rischio sulle problematiche ambientali grazie anche ai forum di Agenda 21 da cui sono venute fuori richieste e indicazioni ben precise sulla questione - e ha aggiunto -, l'Ufficio speciale Aerca si è impegnata a cofinanziare la certificazione ambientale delle piccole e medie imprese delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale".


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Un invito a realizzare "itinerari ecoturistici e scolastici che comprendano le numerose aree protette siracusane e l'area industriale" è stato lanciato da Angelo Messina, ordinario di Zoologia e delegato del rettore dell'Università di Catania per i "Rapporti con le istituzioni per la valorizzazione delle aree protette". "L'area siracusana è ricchissima di aree protette tra grotte di natura carsica e l'area delle saline o del fiume Ciane tutte da scoprire e che rappresentano ad oggi aree ancora vergini per il biomonitoraggio" ha aggiunto Messina.
Roberto Cenci della Commissione europea - Centro comune di ricerca di Ispra sul tema "Come si deve monitorare un suolo (contaminato)", invece, si è soffermato sulle tecniche del biomonitoraggio che poggiano "sull'approccio multidisciplinare legato a studi chimici, fisici e biologici e a quello metodologico basato sulla rete Lucas per il campionamento e il trattamento dei campioni". In chiusura è intervenuto Fulvio Frisone del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Catania sui risultati teorici basati sulla Qad-Qcd in biologia molecolare che analizzano e rivelano le frequenze delle deformazioni cellulari.