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Comunicazioni dal rettore

Forum 'Sondaggio L'Espresso sulle Università italiane'


 
 
14 ottobre 2009

da Ufficio stampa a Rettore Università Catania
12 ottobre 2009

L'Espresso ha pubblicato sul proprio sito internet le segnalazioni degli studenti degli Atenei italiani per il sondaggio "Che cosa non funziona nella tua università". Da Catania sono giunte circa una ventina di segnalazioni, da diverse facoltà, reperibili sul sito http://racconta.repubblica.it/proposte-proteste/risultatitotali2.php.
La testata giornalistica sta adesso ricontattando i rettori delle varie Università per offrire "diritto di replica" rispetto a tali segnalazioni.

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Da Rettore: email circolare a utenti Unict

Invio a tutti i colleghi questa mail che ho appena ricevuto. Alla fine della giornata di lavoro ne avrei fatto, volentieri, a meno anche perchè si tratta di singole lagnanze anonime. Io nella qualità di vostro coordinatore pro tempore mi assumerò l'onere di rispondere ma la riflessione spetta a tutti noi su quello che gli studenti ci chiedono.

Cordiali saluti.
A. Recca
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Da: "Giovanna R. Giardina" <giardig@unict.it>
Data: 13 ottobre 2009 10:23:27

Carissimo,
che dire! sono davvero sconcertata dalle dichiarazioni dei nostri studenti e di certo non vorrei trovarmi nei tuoi panni. Le accuse rivolte ai docenti sono diverse e tutte gravissime, ma più di tutto mi colpisce il senso di abbandono che emerge dalle parole dei ragazzi, lo scoramento, il disorientamento, la sfiducia nella realtà universitaria e che li rende anche poco fiduciosi nel futuro. Al di là delle accuse spicciole, insomma, la cosa grave è che sembra che l'esperienza universitaria, fatta di apprendimento ma anche di relazione con i docenti, li spinga non a completare in positivo la loro formazione come professionisti e come uomini, ma li destrutturi ancora di più, facendo loro perdere anche gli ultimi buoni propositi.
Ti abbraccio
Giovanna Giardina
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Da: "Prof. V. Calvi" <valcalvi@unict.it>
Data: 13 ottobre 2009 10:56:03

In qualità di docente della Facoltà di Medicina, concordo pienamente con quanto gli studenti hanno scritto in merito alla nostra Facoltà. Mi sento anche di far rilevare come docenti che durante le sedute di Facoltà "brigano" per avere attribuiti gli insegnamenti, poi, come riferito dagli studenti del loro polo di docenza, non svolgono neanche una lezione e al momento dell'esame danno a tutti 30 e lode!
 
Cordiali saluti
Valeria Calvi
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Da: "Vincenzo Amico" <vamico@unict.it>
Data: 13 ottobre 2009 11:13:22

Caro Tony,
anche se dietro le 20 risposte anonime si avverte "puzza" di aspettative deluse e, soprattutto, di rancori nei confronti delle Istituzioni rigide e "conservatrici", che non riescono a far "emergere" le capacità di "tutti" gli studenti,  spesso inesistenti e, a volte, solo "presupposte", credo che molte cose lette rispondano, purtroppo, a sacrosante verità!

Certamente, ne usciamo con le ossa rotte! Purtroppo molti problemi sono determinati dalla qualità degli studenti che si iscrivono all'Università con una preparazione scolastica sommaria, superficiale e inadeguata, e sono il risultato logico e, direi, scontato della scuola di massa di cui ci siamo dotati nel corso degli ultimi anni.
Una scuola che è al capolinea, dovrebbe rivedere molte delle "alchimie innovative" pensate per portare avanti anche i meno dotati, ed è, con molti docenti impreparati, svogliati e demotivati i quali non hanno neanche l'esatta percezione di quanto sia delicato e difficile il loro compito, la principale protagonista dello sfascio culturale in cui ci troviamo. Come dicevo all'inizio, i problemi comunque esistono, sono tanti e sono anche gravi! Spero che Tu abbia fornito, pur se alla fine della Tua lunga e faticosa giornata di lavoro, delle argomentazioni valide e coerenti con gli sforzi che, giorno dopo giorno, tutti cerchiamo di mettere in atto per condurre al meglio "la baracca" in tempi di magre risorse e di disimpegno culturale generalizzato.
Cari saluti,
Enzo  
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Da prof. Franco Barbanera <barba@dmi.unict.it>
martedì 13 ottobre 2009 18.07

Carissimo Antonino,
come responsabile Erasmus per Informatica mi sento di dover rispondere, a te ed all'ufficio stampa, dell'assurdita' che trovo
scritta nel documento allegato alla tua lettera, che recita, per quanto riguarda Informatica, come segue:
"I difetti maggiori che ho riscontrato nel corso di laurea in Informatica (sia quello triennale, che soprattutto quello
specialistico), sono: - Scarsa apertura verso le universita' estere: Gli studenti non sono ostacolati nel fare esperienze all'estero (Erasmus, stage, ecc...), ma non sono nemmeno invogliati a farlo, e devono cercarsi da soli le informazioni, le opportunita', ecc...Sostanzialmente tutto e' lasciato alla buona volonta' del singolo... "

A) sfido chiunque a trovare un corso di laurea scientifica che negli anni scorsi abbia stipulato (con non poca fatica ed impegno) piu' bilateral agreement Erasmus di quanto abbia fatto Informatica.
Basta contattare gli uffici dell'Apoci per avere conferma di cio'. E gli accordi bilaterali li stipuliamo per mandare all'estero i nostri studenti, non per perdere il nostro tempo...

B) ad ogni bando Erasmus gli studenti di Informatica vengono informati tramite il Forum del corso di laurea e tramite comunicazioni dirette in aula della possibilita' di andare fuori con un Erasmus. Ogni sforzo viene fatto in questa direzione.
Inoltre, allo scopo di informare e coordinare gli studenti Erasmus, il corso di laurea di Informatica ha realizzato un Forum apposito, all'indirizzo http://forum.sdai.unict.it/index.php?PHPSESSID=e5b354477366a8bf8068961b8849e652&board=72.0
Non credo ci sia qualcosa di simile in tutti i corsi di laurea, non solo catanesi.

C) La disponibilita' e l'impegno di tutti i docenti di Informatica per venire incontro agli studenti che si recano all'estero e' massima. Basta chiedere a tutti quegli studenti di Informatica catanesi che hanno negli ultimi anni avuto un'esperienza Erasmus.

E la finisco qua per non tediarti...
In fondo basterebbe chiedere agli studenti di Informatica di Catania come stanno le cose.

Se il carissimo giornalista dell'Espresso intende dare conto a segnalazioni del genere dovrebbe avere anche la cortesia di
dare veramente diritto di replica alle persone coinvolte. E non rivolgersi al Rettore che, anche se dotato di notevoli
capacita', non puo' certo essere al corrente di tutto e non puo' sicuramente replicare su punti cosi' specifici.

Pregherei l'ufficio stampa dell'Universita' di Catania di chiedere al giornalista di contattarmi, in modo da avere
la possibilita' di fargli vedere di persona come stanno le cose.

Perdonami un ultimo appunto: ritengo lesivo del lavoro del corso di laurea in Informatica, ed in particolare del sottoscritto come responsabile Erasmus per Informatica, diffondere critiche cosi' prive di fondamento urbi et orbi, senza poter fare in modo che i colleghi del nostro ateneo che hanno letto l'allegato possano conoscere veramente la realta' dei fatti.

Un cordiale saluto
Franco Barbanera
prof. associato, Informatica
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Da: "francesco patti" <patti@unict.it>
Data: 13 ottobre 2009 18:20:27

Caro Magnifico,

Sono Francesco Patti, Ricercatore Med 26 (Clinica Neurologica I, Centro Sclerosi Multipla).

Io appartengo alla lista dei ricercatori sfigati, quelli che non fanno carriera per definizione. Ritengo tuttavia che le lagnanze in ordine a didattica e ricerca per quanto attiene alla Medicina siano appropriate. Penso proprio di dare voce alla richiesta degli studenti e di approntare un piano di "recupero" che possa consentire agli studenti un più agevole e disponibile contatto con i Docenti.
Ritengo altresì che i Docenti debbano adeguatamente impiegare il Loro tempo di Docenti, cosa purtroppo spesso negletta nella nostra attività, che privilegia talvolta in modo eccessivo l'assistenza diretta ai pazienti. Non voglio parlare della ricerca, perchè nonostante sfigato nella carriera, penso di occuare un posto dignitoso tra le figure dei ricercatori dell'Ateneo che Ella dirige, indipendentemente dal loro Status Giuridico.
 
Grato per la trasparenza di ogni Suo atto e per consentire questo dibattito
 
Con Stima
Francesco
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Da: Prof.ssa Clara Biondi cbiondi@unict.it
Data: 13 ottobre 2009 19:45:33

carissimo Toni,
Non condivido l'anonimato!
Certamente tutto quello che gli studenti mi chiedono io l'ho sempre fatto in base alle regole esistenti !
Non mi riconosco nell'assenteismo, etc... Dunque mi rammarico se si fa di tutta l'erba un fascio!!

Le delibere del Consiglio di Facoltà non trovano il consenso degli studenti.

Mi chiedo come mai i loro rappresentanti non votano mai no alle delibere del medesimo a Consiglio di Facoltà?
Comunque grazie della comunicazione!
Cordiali saluti.
Clara Biondi
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From: "Maria Antonietta Toscano" <matoscan@unict.it>
Sent: Thursday, October 15, 2009 12:56 PM
Subject: Re: Forum su sondaggio deL'Espresso sulle università italiane


Carissimo Magnifico Rettore,
che dire? anche io sono sorpresa, delusa e amareggiata dai commenti degli Studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia di cui mi onoro fare parte.
Di certo nemmeno io, come molti altri miei Colleghi, condivido l'anonimato, e gradirei un confronto franco e sincero con chi esterna determinate affermazioni.Sicuramente non mi ritrovo  nè nel gruppo degli assenteisti, nè in quello di coloro che respingono le istanze degli studenti, che non assecondano le loro giuste esigenze, che non sono mai disponibili, che non incoraggiano le loro aspettative.
Per quanto riguarda poi "la segretezza" delle valutazioni degli studenti,personalmente non avrei alcun problema a renderle note.
Tra l'altro, credo di aver impartito a tutti gli Studenti dei miei corsi sia amore per la mia disciplina, che interesse per il contenuto dei programmi didattici e ho sempre manifestato grande entusiasmo nello svolgimento dell'attività didattica, cercando di coinvolgere tutti i presenti e invitandoli a stimolare la loro curiosità e il loro coinvolgimento. Ma sono pochi, davvero pochi quelli che scelgono di andare avanti con serietà, impegno e buona volontà. Gli altri preferiscono intraprendere evidentemente la strada della protesta "clandestina", della rinuncia e, purtroppo, della comodità del disimpegno.
Ma mi chiedo: perchè questi appunti, queste "anonime" lagnanze non vengono rese note dai rappresentanti degli Studenti nel corso delle frequenti adunanze di Facoltà, o dei continui incontri di tutti noi Docenti con gli Studenti stessi?
Perchè questa parte di Studenti scontenti e ipercritici non pensano di confrontarsi serenamente e di impegnarsi seriamente e in prima persona a migliorare il loro mondo, invece di scegliere la via dell'indifferenza, dell'acredine, della polemica e delle accuse?
Pertanto, con molta amarezza e delusione, condivido le perplessità e i commenti degli altri Colleghi, e rimango sempre a disposizione per cercare di migliorare il presente.
Cordiali saluti
Maria Antonietta Toscano
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Da: "Presidenza" <Presidenza@lex.unict.it>
Data: 15 ottobre 2009 13:40:44 CET

Oggetto: sondaggio espresso

In merito alle critiche mosse dagli studenti relativamente alla Facoltà di Giurisprudenza mi pare si possa osservare quanto segue. La Facoltà di Giurisprudenza è una Facoltà affollata: ci sono molti iscritti e strutture inadeguate per accoglierli.
In una situazione di questo tipo, è inevitabile che si manifestino disservizi che provocano disagi ai docenti ed agli studenti. In alcuni casi questi disservizi appaiono giustificati dalla situazione, si spera transitoria, nella quale la Facoltà si trova, in altri casi forse no.
In relazione ai casi del secondo tipo, le Facoltà hanno sistemi di reazione non coercitivi che il più delle volte si sono rivelati efficaci: in primo luogo l'azione di moral suasion  del Preside. Questo strumento ha operato efficacemente in quanto assicura una istruttoria sulle ipotesi di disservizio segnalate dagli studenti, distinguendo tra disservizi giustificati e non, e talvolta colmando il gap tra ciò che è accaduto ed il modo in cui il fatto è stato percepito dallo studente. Perché questo sistema funzioni però è essenziale che esso venga attivato da segnalazioni specifiche, altrimenti l'azione non avrà un obiettivo verso il quale dirigersi.
Al comprensibile timore di esporsi, che uno studente può avere, si può ovviare mediante i rappresentanti degli studenti, i quali potranno, sollecitati dai colleghi, proporre il caso al Preside ed eventualmente alla Commissione didattica ed al Consiglio di Facoltà.
                                       
Il Preside
Prof. Vincenzo Di Cataldo 
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