L'accordo stipulato tra il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia e il Massachussets Institute of Technology rappresenta il prototipo di una strada alternativa per trattenere i nostri "cervelli in fuga".
L'accordo prevedeva uno studio di fattibilità, durato due anni, per un ciclotrone superconduttore, macchina acceleratrice estremamente sofisticata e costosa.
«Quando ho stipulato l'accordo - spiega il prof. Sebastiano Albergo, direttore del Centro - entrambi i giovani fisici che abbiamo assunto erano già emigrati all'estero. Non stupisce che un Ente prestigioso come il MIT decida di affidare le ricerche a un piccolo Ente come il nostro perché il Centro Siciliano di Fisica Nucleare affonda le sue radici nell'ampia e attiva comunità di fisici, universitari e non, che operano nel nostro territorio. L'Etna Valley catanese ha diverse anime, e uno dei suoi pilastri è proprio la ricerca in fisica: sia studiosi della materia che fisici nucleari hanno attratto risorse nel territorio catanese già a partire dagli anni Cinquanta, tanto da diventare polo di competenza mondiale in questo ambito».
Il Centro si è assunto la responsabilità di fornire al MIT dei risultati certi entro scadenze regolamentate, pena la perdita del contratto. A chiarire la strategia seguita è il dott. Luciano Calabretta, dirigente di ricerca e responsabile scientifico del progetto: «Abbiamo deciso di avviare questa nuova forma di collaborazione per evitare di disperdere il nostro prezioso know-how, lasciando partire per l'estero tutti i giovani che formiamo. Alla fine del progetto i due giovani fisici che lo hanno condotto hanno acquisito una forza contrattuale sufficiente a ottenere una assunzione dal MIT, ma con sede di lavoro a Catania. Abbiamo così mantenuto a Catania la competenza specialistica sviluppata».